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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

DICIOTTO CAVALIERI ANTI-BRESSO

Mercedes Bresso partiva con una corazzata: coalizione vasta, da Rifondazione all’Udc, macchina elettorale rodata e il vantaggio di cinque anni di governo. Eppure sono bastati 18 giovani e meno di cinque mesi di lavoro per affondarla consegnando il Piemonte nelle mani della Lega Nord di Roberto Cota. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani lo dice apertamente: i «grillini» hanno sottratto voti alla coalizione di centrosinistra. E così il Movimento 5 Stelle è balzato all’attenzione di tutti dalla sera alla mattina: televisioni, giornali e radio tempestano di telefonate i candidati. «E dire che per mesi ci hanno boicottati, sembravamo non esistere - racconta Davide Bono, primo eletto del movimento con oltre 90 mila preferenze personali -. Ma incolpare noi della sconfitta del centrosinistra è come un tifoso che incolpa la squadra avversaria perché è in campo. Facciano autocritica».
Barbetta rossa, maglione a losanghe, occhialetti e spilla d’ordinanza, Davide è seduto davanti a una birra al Roar Roads, pub della Torino universitaria da almeno due generazioni. qui che ha scelto di festeggiare insieme agli amici un successo insperato. Ha 29 anni, fa la guardia medica al San Giovanni Bosco e gira solo in bici. Intorno a lui ci sono gli altri artefici dell’impresa. Giovani, esperti di informatica, ingegneri, videoblogger: sono loro gli sparigliatori della politica sotto la Mole. Con pochi soldi, nessuna esperienza politica e tanto volontariato sono riusciti a raggiungere un risultato incredibile. Provengono da esperienze diverse, ma hanno tratti comuni: usano le nuove tecnologie e sono iscritti ai più disparati comitati ambientalisti: dal No Tav, all’acqua pubblica, passando per la Decrescita Felice e il No Inceneritore. Non male se si pensa che proprio la Bresso, nella sua campagna elettorale, puntava su innovazione, green economy e nuovo welfare. Una beffa.
I risultati definitivi danno ai «grillini» un 3,66% che permetterà al Movimento 5 Stelle di avere due seggi a Palazzo Lascaris: oltre a Bono è stato eletto anche il cuneese Fabrizio Biolè, 32 anni, impiegato in una libreria. «Siamo nati a ottobre - spiega Bono - ma da tre anni seguiamo Beppe Grillo. Ci siamo incontrati in Rete, sul Meetup del suo sito. Abbiamo discusso, ci siamo confrontati, poi abbiamo deciso di uscire da Internet e incontrare le persone. Questo è il risultato». Accanto, due ragazzi riprendono tutto con una telecamera. «Per il sito», spiegano. Tutto in Rete, tutto trasparente, è questo il motto.
« la prima cosa che faremo arrivati in Regione - continua Bono -. Ogni parola che verrà detta in commissione, ogni consulenza, ogni euro speso dalla pubblica amministrazione verrà reso pubblico attraverso un portale che abbiamo intenzione di creare. Perché i cittadini devono essere informati: gli elettori ci hanno votato, ora chiediamo loro di tenerci il fiato sul collo». Rete e siti web resteranno il loro pane quotidiano. Dello staff fanno parte «cervelloni» come Vittorio Bertola, 35 anni, un guru delle nuove tecnologie più conosciuto all’estero che in Italia, inventore dell’innovativo Vitaminic e consulente di Kofi Annan per Internet.
Il secondo obiettivo da raggiungere in Regione? «Ridurre lo stipendio a tutti i consiglieri» urlano in coro i diciotto «grillini». « demagogico, ma ci proveremo - ammette Bono -. Prima di candidarmi, ho firmato un contratto: prenderò solo 2000 euro netti, il resto verrà dato alla lista per progetti sociali e creazione di posti di lavoro». Il che non è poco considerando che, attualmente, un consigliere del Piemonte prende oltre 6000 euro netti.
Il resto, si vedrà. Per ora ci si gusta la vittoria. Si vuota il boccale e si esce dal pub. Davide inforca la bici e aiuta un’amica. Scherza: «Dovrebbe diventare la mia autista». Invece ha rotto la catena della sua bici. I due pedalano insieme sotto i portici di via Po, direzione Barriera di Milano, periferia di Torino. La Bresso, in quel preciso istante, sta leggendo la sua prima dichiarazione da sconfitta.