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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

IL TASSO DEI BEATI PREMIA L’ITALIA

«La santificazione è stata una delle maggiori attività della Chiesa cattolica per secoli»: comincia così questo paper di Robert J. Barro, indubbiamente fra i maggiori economisti viventi, assieme con Rachel M. McClery (anche lei Harvard University) e Alexander McQuoid (Columbia). Il paper utilizza serie storiche complete delle beatificazioni a cominciare dal 1588, cercando di analizzare «le determinanti dei tassi di canonizzazione e beatificazione, e come essi variano da Papa a Papa». Ma anche, questione chiave, se e in che misura le caratteristiche dei futuri santi dipendano da come varia nel tempo la popolazione dei fedeli. Il che è in qualche misura ovvio: martiri e santi vengono tratti dal perimetro della Cristianità. Ragion per cui dal 1592 al 2009, il 44,9% delle beatificazioni riguarda italiani, il 32,6% altri europei occidentali, il 7,1% europei dell’Est, solo il 2,7 rispettivamente asiatici e l’1,4 africani, il 4% nordamericani e il 7,3% latinoamericani. L’andamento delle canonizzazioni è parallelo e- notano Barro e i suoi coautori - solo dal 1950 in avanti si osserva una tendenza alla dispersione geografica (per quanto riguarda l’area asiatica, nel 2000 è arrivata a una quota del 6% delle canonizzazioni, molto di più di quanto non fosse nel passato anche immediato). La diversificazione geografica delle santificazione segna, per esempio, il pontificato di Giovanni Paolo II, con una crescente quota di europei dell’Est beatificati.
Per Barro e i suoi, questa è una sorta di ricerca preliminare: bisognerà incrociare i dati con la storia delle interazioni fra la Chiesa cattolica e i suoi "competitori". L’economia della religione promette sorprese.