Laura Squillaci, Il Sole-24 Ore 31/3/2010;, 31 marzo 2010
PI ASTENUTI DOVE VINCE IL PD
Un elettore su tre non ha votato, la Lega raddoppia i suoi consensi, l’Idv li quadruplica mentre il Pd e il Pdl perdono rispettivamente due e un milione di voti. questa l’Italia che si risveglia dopo i fumi dell’ultima tornata elettorale stando all’analisi condotta dall’Istituto Cattaneo di Bologna. Ripercorrendo tutte le elezioni che si sono svolte dal 1948 ad oggi ”politiche,regionali ed europee – quanto ad astensionismo il nostro Paese non era mai caduto così in basso: è la prima volta infatti che la percentuale di coloro che si sono recati ai seggi è scesa sotto il muro del 70%, toccando il 63,5 per cento. Un risultato inferiore di 8 punti rispetto alle regionali del 2005 quando si era arrivati al 71,5% - ma soprattutto lontano da quello delle elezioni europee del 2009 (-6,1 punti percentuali nelle 13 regioni). Il che costituisce un’aggravante se si pensa che le elezioni per l’Europarlamento sono considerate di "serie B", più lontane dalla vita della gente e quindi più esposte al rischio di astensionismo.
Guardando caso per caso, la crescita della disaffezione alle urne si è fatta sentire specie nelle regioni in cui ha vinto il centro sinistra, ma non solo.Il primato negativo spetta infatti al Lazio dove sono rimasti a casa più dell’ 11,9% degli elettori rispetto al 2005. Segue a stretto giro la Toscana: qui chi non è andato ai seggi è cresciuto del 10,5 per cento. Chiudono il quintetto la Liguria, l’Emilia Romagna e le Marche con un più 8,7 per cento. Al Sud, invece, dove tradizionalmente la partecipazione elettorale è più bassa, l’incremento è stato più contenuto (attorno ai 5 punti). A incidere sul brutto risultato del Lazio, spiegano dall’Istituto Cattaneo, un duplice fattore: l’assenza di liste del Pdl nella provincia di Roma (che giustifica i 13 punti in meno rispetto al 2005) e il probabile rifiuto di una parte dell’elettorato cattolico del centrosinistra di votare per Emma Bonino. In Toscana invece a scoraggiare gli elettori sarebbe stata, tra l’altro, la percezione di scarsa competitività della sfida, mentre nel caso dell’Emilia Romagna ci sarebbe stata una crescente ondata di criticità nei confronti sia del centro-sinistra - soprattutto dopo il caso del Delbono - sia verso la politica in generale dimostrata anche dal buon risultato della lista dei "grillini" guidata da Giovanni Favia.
Nella mappa di chi ha vinto o chi ha perso, gli studiosi bolognesi confermano il boom della Lega Nord che ha quasi raddoppiato i suoi consensi passando da un milione 380 mila voti del 2005 agli attuali due milioni 750mila. Anche l’Idv è cresciuto, quadruplicando i suoi consensi dal 2005 con un +1 milione 227 mila voti. Il Pdl e il Pd hanno invece entrambi subito una battuta d’arresto: il primo ha perso oltre 1 milione di preferenze, il 15% rispetto ai voti ottenuti nel 2005 da Forza Italia e Alleanza nazionale. Il Partito democratico invece lascia per strada 2 milioni di consensi se si guarda a quelli ottenuti da Democratici di sinistra e Margherita 5 anni fa. Dati questi che secondo l’istituto Cattaneo comporteranno un riequilibrio nei rapporti di forza dentro le due coalizioni.