Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

BALOTELLI "HO RAGIONE, NON CHIEDO SCUSA" MARIO E LA LITE CON IL TECNICO

L´ultima banderilla nel corpo esausto di Mario l´aveva piazzata Samuel Eto´o, nel suo buon francese, a metà pomeriggio, sposando la ragion di stato: «Contro il Cska Balotelli non ci mancherà, qui ci sono tanti buoni giocatori. Lui sa cosa deve fare per rientrare nel gruppo», cioè scusarsi, le famose scuse che non arrivano da due settimane, perché senza contrizione non verrà riammesso in squadra. Forse per Mario è stato troppo: quelle frasi volevano dire che anche Eto´o, nei mesi scorsi suo amico e consigliere, ormai l´aveva mollato, per di più in pubblico. Forse è stato per questo (o forse solo per un capriccio, per un vezzo, o per l´ingenuità dei 19 anni) che Balotelli ha deciso di parlare. Però non in una sede istituzionale, non in una conferenza stampa, non in un´intervista. Ma al telefono, in collegamento col "Chiambretti Night", dall´altro capo del filo il conduttore Piero Chiambretti e l´ospite Giovanni Trapattoni, il tutto reso possibile dalla mediazione di un dj amico di Balotelli e di Chiambretti: un enorme telefono nerazzurro, Trapattoni che prova tre volte, e al terzo tentativo Mario risponde. Come si può evincere, dunque, non proprio il massimo della serietà, come magari il particolare momento imporrebbe, per giunta alla vigilia di una sfida di Champions di fondamentale importanza. Un po´ come quella partecipazione un po´ troppo convinta a "Striscia la notizia", dieci giorni fa. Infatti anche stavolta all´Inter sono seccatissimi, a dir poco. In ogni caso, le parole di Balotelli sono chiare: «Non sono stupido a saltare cinque partite consecutive. Se avessi dovuto chiedere scusa, lo avrei fatto senz´altro dopo la prima esclusione. Avendo ragione io, non chiedo scusa».
Trapattoni, da buon papà, invita Balotelli a fare un passo indietro: «Tu sei un talento, hai una vita per dimostrarlo», gli dice. E Mario: «Le cose non sono come si raccontano. Mi chiedete cosa è successo, ma non è successa una sola cosa, sono tanti gli episodi. E un giorno li racconterò, quando tutto sarà passato». L´immenso Trapattoni gli cita «quel filosofo, che diceva: se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto», Chiambretti lo invita a mettere da parte l´orgoglio, al che Balotelli chiude: «Se dite a me dell´orgoglio, allora ditelo pure a qualcun altro». Chiuso. Muro contro muro: l´altro muro è Mourinho, con cui ormai è rottura totale. Perché quel giorno, domenica 14 marzo, Mario sostiene di non aver offeso nessuno: solo un gesto seccato con la mano al tecnico Silvino che lo riprendeva (ma all´Inter dicono che fosse un "vaffa"), prima dello scontro con Mourinho. Il tecnico che lo rincorre per parlargli, Mario che si divincola, Mou che lo afferra per le spalle o per il collo (lui a volte ha questo modo molto "tattile" di confrontarsi, era già accaduto con un giornalista dopo Atalanta-Inter) e gli spezza la catenina, Mario che gli dice: «Mister, è la seconda volta che mi metti le mani addosso: non farlo più», dopodiché cala il gelo, Balotelli esce di squadra e la squadra è tutta col tecnico. Compreso Eto´o che ieri, felicemente dimentico dei suoi tre mesi di latenza da Coppa d´Africa e successivi torpori (zero gol in campionato tra il 20 dicembre e il 23 marzo, infatti l´Inter è precipitata), è salito in cattedra.