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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

FIERO DI ESSERE GAY NON HO PI PAURA"

In un hotel di Londra, giusto dieci anni fa, intervistando Ricky Martin - la popstar portoricana che ha venduto oltre 60 milioni di dischi e allora promuoveva l´album Sound loaded, dopo i trionfi di (Un, dos, tres) Maria, Livin´ la vida loca e La copa de la vida, inno dei mondiali di calcio del 1998 - il discorso cadde su una dichiarazione di Elton John riportata da un giornale britannico: «Appena la legge me lo consentirà sposerò il mio compagno David Furnish» (mantenne la parola, la cerimonia si celebrò nel dicembre 2005). «Il mondo dello spettacolo è pieno di gay, non c´è più motivo di nascondersi», commentò Martin con indifferenza. Poi frenò: «Lo dicono anche di me. Tutta colpa de La vida loca. Ma non c´è niente di vero, sono solo insinuazioni dei tabloid». Non ci ha mai creduto nessuno, ma l´artista già si mimetizzava dietro una presunta love story con Rebecca de Alba, star della tv messicana. L´anno dopo la fece grossa, partecipò al ballo inaugurale di George W. Bush; peggio, invitò il presidente sul palco a sculettare con lui. L´irrefrenabile attacco di machismo gli riuscì tanto bene quanto l´imitazione di John Wayne che Michel Serrault fa nel Vizietto.
Il tardivo coming out di Ricky Martin, è arrivato alla soglia dei quaranta, con una dichiarazione postata lunedì sul suo sito Internet: «Sono fiero di dire che sono un fortunato omosessuale». Il che non vuol dire, naturalmente, che il sexydivo da cinque Grammy Awards ha iniziato il suo noviziato gay, giacché è stato ripetutamente paparazzato su spiagge deserte con fustacchioni degni del suo lignaggio, ma che è stato costretto a dichiararsi prima che fosse qualcun altro a farlo (come accadde a Steven Gately dei Boyzone, morto a Maiorca lo scorso ottobre: quando un fan minacciò di rivelare la tresca, lui lo anticipò con una pubblica ammissione). Se così non fosse, Martin, che dall´agosto 2008 è padre di due gemelli avuti da una madre surrogata, avrebbe già ammesso la sua omosessualità nel talk show di Barbara Walters, che proprio nel 2000 lo aveva incalzato sull´argomento con la subdola e materna abilità che la contraddistingue.
Ricky Martin, che iniziò la sua carriera di bambino prodigio nella boyband dei Menudo, spiega che l´idea del coming out è diventata inevitabile ora che ha cominciato a scrivere un´autobiografia. «Già dalle prime righe ho capito che quello sarebbe stato lo strumento che mi avrebbe liberato. In passato mi sono lasciato condizionare dalla paura. Mi dicevano che molti non avrebbero accettato la mia omosessualità e che la carriera ne sarebbe uscita distrutta. Che succederà da oggi in poi? Chi lo sa? Ho paura del sangue che scorre nelle strade dei paesi in guerra, dei bambini schiavi, del terrorismo, del cinismo di alcuni uomini di potere. Certamente non temo la mia natura e la verità. Ora che sono padre di due creature luminose, devo essere alla loro altezza, non posso offuscare con la menzogna tanta bellezza». Nel villaggio globale, dove neanche il feroce star system hollywoodiano riesce più a far scudo intorno agli artisti (se ne sono dette tante su Richard Gere, come ora su George Clooney), meglio fare come Elton John, Rufus Wainwright e kd lang. Essere gay di successo.