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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

DUE MILIONI IN FUGA DAL PD, UN MILIONE DAL PDL - ROMA

La Lega che raddoppia i consensi, il Pdl che ne perde un milione. E il Pd lascia per strada 2 milioni di voti, mentre l´Italia dei valori moltiplica i suoi per quattro. Con un forte mutamento nei rapporti di forza all´interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Sono questi i dati shock usciti dalle urne delle regionali di domenica e lunedì rielaborati dall´Istituto Cattaneo di Bologna.
Partendo dalla maggioranza di governo, rispetto alle regionali del 2005 la Lega è passata da 1 milione 380 mila voti a 2 milioni e 750 mila. Dati da brivido: in Veneto i consensi leghisti sono schizzati del 134%, in Piemonte dell´83% e in Lombardia del 61%. E se si considera che il Pdl di voti ne ha persi un milione e 69 mila, si capisce la portata delle regionali all´interno del centrodestra: nel 2005 i consensi di Forza Italia e An erano 5,1 volte superiori rispetto a quelli dei leghisti. Oggi il rapporto con il Pdl è sceso a 2,2, con il partito di Umberto Bossi che porta il 31% dei voti della maggioranza di governo. L´unica attenuante per il partito del predellino arriva dal Lazio, dove ha perso 600 mila preferenze. Nel 2005 An e Fi solo a Roma e provincia ne avevano incassate 610 mila, risultato in questa tornata impossibile vista l´esclusione della lista pidiellina.
Un simile cambiamento di pesi si è verificato nel centrosinistra, dove il Pd ha perso 2 milioni di voti rispetto a quanto raccolto nel 2005 da Ds e Margherita, mentre l´Idv ha quadruplicato i consensi (+1 milione e 227 mila voti). E così il rapporto Pd-Idv muta radicalmente. Se cinque anni fa i voti di Di Pietro erano 23 volte inferiori a quelli del Pd, oggi lo sono solo 3,7 volte.
Sale, anzi decolla, il MoVimento 5 stelle di Beppe Grillo: ha raccolto 390 mila consensi nelle 5 regioni in cui si è presentato e se in Emilia Romagna è arrivato al 6%, in Piemonte il suo 3,7% è stato determinante per la sconfitta di Mercedes Bresso, battuta dal leghista Cota di 0,42 punti. Altro grande vincitore è l´astensionismo: con un italiano su tre assente dalle urne, ha fatto segnare il record nella storia della Repubblica. Tuttavia l´effetto punizione per il governo dato dall´astensionismo di massa, in questi giorni ribattezzato "effetto Sarkozy", non ha colpito. Tre i fattori dello scampato pericolo individuati nello studio dell´Istituto Cattaneo: l´assenza talk show ha evitato il dibattito sulla crisi; le amministrative sono arrivate nella prima metà della legislatura; la Lega è riuscita a mobilitare il suo popolo.