Luigi La Spina, La Stampa 30/3/2010, pagina 1, 30 marzo 2010
TORINO LA SINISTRA AL MINIMO
Un testa a testa appassionante. Poi, la vittoria dello sfidante leghista Roberto Cota contro il governatore pd in cerca di una riconferma, Mercedes Bresso, imprime sul risultato del Piemonte il segno politico più importante di questa elezione. Con il passaggio al centrodestra anche del Nord-Ovest, finora l’unica regione della pianura padana che si era sottratta all’egemonia dell’asse Berlusconi-Bossi.
Per conoscere il verdetto sul nome di chi, per i prossimi cinque anni, siederà sulla poltrona di presidente, in piazza Castello, si è dovuto aspettare fino a tarda sera, dopo un drammatico e convulso fotofinish.
Un altro vincitore, però, anche nelle terre subalpine, è spuntato subito, appena le prime schede sono state scrutinate: il partito della Lega, in Piemonte, ha raddoppiato, rispetto alle ultime consultazioni regionali, i suoi voti. In alcune zone, come in provincia di Cuneo, è arrivato a superare il Pdl nel primato dei suffragi, anche se in tutta la Regione il distacco dal partito di Berlusconi è ancora netto.
Per valutare, però, il peso di questa generale avanzata del Carroccio in Piemonte bisogna ricordare che il punto di partenza delle elezioni regionali del 2005 vedeva il partito di Bossi su percentuali assai ridotte nel Nord Ovest. E’ vero che il sorprendente successo della leghista Gianna Gancia nelle provinciali di Cuneo, l’anno scorso, aveva fatto presagire uno sfondamento anche ad occidente del Ticino. Con la significativa sconfitta, in quell’occasione, proprio dell’assessore all’Agricoltura della giunta Bresso, Mino Taricco. Ma il successo leghista, soprattutto nelle zone di campagna della regione, è stato certamente superiore alle previsioni.
La protesta o, almeno, il distacco che si è abbattuto sulla partecipazione al voto in tutt’Italia ha contagiato anche il Piemonte. Ma con un effetto, molto probabilmente, abbastanza peculiare. L’astensione, infatti, al contrario della regola generale per cui il fenomeno colpisce quasi esclusivamente il centrodestra, sembra aver toccato anche il partito al governo nella Regione, cioè il centrosinistra. Con un risultato rafforzato dal notevole successo della lista dei «grillini» che, con il quasi 4 per cento dei consensi, ha probabilmente molto indebolito le sorti elettorali della Bresso.
L’incertezza sul verdetto della sfida in Piemonte ha impedito, naturalmente, di compiere, ieri sera, analisi men che provvisorie e affrettate sull’andamento del voto. Ma qualche osservazione si può già azzardare. In Valsusa, per esempio, il risultato era molto atteso, perché la lunga battaglia sulla linea dell’Alta velocità ha sicuramente trovato nelle urne l’occasione di un chiarimento degli orientamenti generali della popolazione locale. Nella valle l’esito pare significativo. I favorevoli al progetto si sono riversati, in grande maggioranza, sui partiti di centrodestra in appoggio a Cota. I «No Tav», invece, hanno concentrato i loro consensi sulla lista di Grillo e sul suo candidato, Davide Bono. Così la Bresso, in molte zone, è stata penalizzata da questa radicalizzazione degli orientamenti su questo problema.
Solo oggi si potranno valutare gli effetti della dura sconfitta sul futuro del centrosinistra piemontese, anche alla luce della più importante prossima scadenza elettorale in Piemonte, l’elezione, il prossimo anno, del nuovo sindaco di Torino. E’ probabile che la riflessione porti a un definitivo chiarimento della sotterranea ambiguità di posizioni nel pd locale. Quella di chi sollecita un maggior radicamento della sua presenza fra i ceti popolari particolarmente colpiti dalla crisi. Con una sfida al leghismo, sullo stesso terreno, che cerchi di assorbire la dispersione dei voti avvenuti a vantaggio dei «grillini» e, in parte, confluiti nella astensione. E quella di chi vorrebbe lanciare, invece, la sfida di un vero partito riformista che, senza ammiccamenti al fronte radicale e movimentista della sinistra, provi a cercare l’ascolto anche tra quei ceti moderati, disillusi dai risultati governativi. Ieri notte il dopo-Chiamparino, insomma, è già cominciato.