Edoardo Sassi, Corriere della Sera 29/03/2010, 29 marzo 2010
L’ALGORITMO DEL GOSSIP. IN POCHI SECONDI NEI PC DI TUTTO IL MONDO
Quel titolo che in apparenza può sembrare frivolo, e che invece nasconde una ricerca scientifica serissima. Tanto seria da aver ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale, a partire dalla prima presentazione nell’ambito del Soda 2010 ( Symposium on Discrete Algorithms) appuntamento clou sulla ricerca informatica mondiale che si è svolto ad Austin, Texas, a gennaio.
Ed eccolo, il curioso titolo dello studio: Rumours spreading and graph conductance, ovvero «Teorema della diffusione del gossip e conduttanza del grafo», complessa formula matematica grazie alla quale tre studiosi dell’università La Sapienza di Roma riescono ora a calcolare con esattezza la velocità di propagazione del pettegolezzo in ogni rete sociale tecnologica composta anche da milioni di «nodi». Una velocità, quella del gossip, che in pochissimi secondi, in una rete tipo internet, può raggiungere anche l’intero Web.
A firmare lo studio Alessandro Panconesi, professore ordinario e direttore del dipartimento di Informatica dell’ateneo romano, insieme con due suoi giovani dottorandi, Flavio Chierichetti e Silvio Lattanzi: «Quel che noi abbiamo fatto non è inventare l’algoritmo del gossip, noto da tempo e assai banale. Quanto piuttosto determinare velocità e modalità con cui il pettegolezzo si diffonde in una rete sociale di qualsiasi dimensione ».
La ricerca ha anche importanti applicazioni industriali nei servizi web. «Va spiegato’ precisa Panconesi’ che l’informazione di cui parliamo, il pettegolezzo, è così definita perché quella è la modalità di diffusione sul web, o altra rete, di un’informazione qualsiasi inizialmente distribuita in maniera informale. Gossip a parte insomma, la formula concerne anche informazioni d’altro tipo. Utili, ad esempio un segnale d’allarme. O dannose tipo un virus, non solo digitale».
Che la velocità di trasmissione del gossip interessi l’industria lo prova il fatto che lo studio è stato finanziato da privati: Yahoo Research e Ibm, che ha premiato Panconesi con il premio «Faculty Award Ibm».
Ma è anche un altro il motivo per cui la formula ha fatto il giro del mondo: si tratta degli inediti «s-ringraziamenti» (unacknowledgements) al Miur e pubblicati in calce al lavoro: «Questa ricerca in apparenza è finanziata dal ministero italiano per l’Università nell’ambito del programma Firb. Ma il ministero non ha pagato quanto dovuto né si sa se lo farà mai».
Edoardo Sassi