Marco Belpoliti, La Stampa 29/3/2010, pagina 37, 29 marzo 2010
L’OSTENTAZIONE DELL’IGIENE
All’ingresso dell’Ikea c’è il distributore dell’Amuchina. Basta mettere sotto le mani e premere. Scende, sotto forma di gel, un disinfettante. La gente si ferma, si accalca e aspetta il proprio turno; poi si sfrega le mani soddisfatta: è gratis.
Il medesimo apparecchio è stato posizionato all’ingresso della Triennale di Milano. Una forma pubblicitaria molto efficace, un marketing semplice. Ci stiamo abituando all’odore del cloro che inonda i locali pubblici e i bar della movida: ragazzi e ragazze, estraggono dallo zainetto, o dalla borsetta, una piccola boccettina di plastica con l’etichetta dell’Amuchina, e se la versano sulle mani. Nessuno, o quasi, più va a lavarsi le mani nei bagni; probabilmente a ragione, perché è raro trovare nei locali pubblici, a Milano come a Roma, a Torino come a Napoli, la toilette pulita e profumata: a prova d’igiene.
Tutto è cominciato nello scorso settembre, con l’annunciato arrivo della influenza A, la pandemia, quando le vendite del disinfettante per le mani sono aumentate vertiginosamente, tanto che nelle farmacie non si trovava più il gel monodose. Il contagio non c’è stato, la febbre A non si è diffusa, tuttavia da quel momento, come hanno notato varie testate giornalistiche, la posizione sul mercato dell’Amuchina si è consolidata. Anzi, è cominciata una campagna abbastanza martellante su periodici e giornali, affiancata dalla distribuzione di diffusori in luoghi adatti - gli ipermercati e i musei -, che ha aumentato le vendite. L’igienismo è di moda e, dopo l’allarme dell’inverno appena trascorso, la fissa di lavarsi le mani con un prodotto disinfettante, alcool o cloro, non sembra recedere. In realtà, come sostengono informatori sanitari - ad esempio il «British Medical Journal» - non è necessario usare alcun detergente speciale per evitare possibili contagi: basta lavarsi bene le mani con il sapone; oppure ricorre, se non ci sono acqua e sapone a disposizione, all’alcol, più economico. In realtà, la medicalizzazione della nostra vita avanza sempre più, e siamo tutti convinti che quello che si vende in farmacia abbia di per sé lo statuto di «farmaco», ovvero sia più efficace. Forse dovremmo solo ricordarci che la parola greca phármakon ha un doppio significato: medicina, e insieme veleno. Ciò che ci guarisce può anche farci ammalare. Come l’eccesso d’igiene.