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 2010  marzo 29 Lunedì calendario

VATICANO: LO SCANDALO PEDOFILIA (2

articoli) -
«Ripensare il celibato dei preti». Prima l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, ora il cardinale Carlo Maria Martini riportano nell’agenda della Chiesa mondiale un tema che sembrava definitivamente accantonato. Da settimane, in risposta alla bufera mondiale degli abusi sessuali del clero, nel Sacro Collegio e nelle comunità nazionali (soprattutto nella Chiesa nord-europea e nel Terzo Mondo) si discute se non sia il caso di permettere ai sacerdoti di sposarsi. «Che cosa può fare la Chiesa per evitare in futuro nuovi casi di violenza e abusi a sfondo sessuale?». Se lo chiede il cardinale Martini. «Il giudizio del Santo Padre è assolutamente chiaro - aggiunge - oggi, nel momento in cui il nostro compito nei confronti dei giovani e gli abusi contro di loro così scandalosamente si contraddicono, non possiamo tirarci indietro, ma dobbiamo cercare nuove strade».
Insomma, «devono essere poste delle questioni fondamentali», e tra queste «deve essere sottoposto a ripensamento l’obbligo di celibato dei sacerdoti come forma di vita». Vanno «riproposte le questioni centrali della sessualità con la generazione odierna, con le scienze umane e con gli insegnamenti della Bibbia», perché «solo una aperta discussione può ridare autorevolezza alla Chiesa, portare alla correzione dei fallimenti e rafforzare il servizio della Chiesa nei confronti dell’uomo». «L’obbligo del celibato per i preti dovrebbe essere ripensato», ribadisce Martini al quotidiano austriaco «Die Presse». «Le questioni di fondo della sessualità vanno ripensate alla base del dialogo con le nuove generazioni», aggiunge il cardinal Martini spiegando che «dovremmo porci delle questioni di base per riconquistare la fiducia perduta».
Secondo un sondaggio in Svizzera il 92% dei cittadini è contrario al divieto di sposarsi. «Voglia Dio che questo scandalo possa riaprire quanto prima il dibattito sul celibato obbligatorio per il clero diocesano - dice il domenicano Frei Betto, uno dei padri della teologia della liberazione -.Per la Chiesa il matrimonio è un sacramento, come lo è l’ordine sacerdotale. Non c’è nessuna incompatibilità tra matrimonio e sacerdozio. il tabù sessuale dentro la Chiesa a contribuire a creare il retroterra culturale favorevole alla nascita di aberrazioni come la pedofilia». Frei Betto spera «che la Chiesa cambi quanto prima la norma sul celibato obbligatorio dei sacerdoti».
Anche gli scandali, sostiene, possono «rivelarsi utili» per fare passi in avanti nel miglioramento della vita ecclesiale. «Il celibato dei sacerdoti non è un dogma ma una norma ecclesiastica che può essere modificata in base alle condizioni storiche, sociali e culturali - evidenzia Frei Betto -.Nel Vangelo di Marco ad esempio si racconta che Gesù guarì la suocera di Pietro segno che l’apostolo era sposato. E Pietro non è solo uno dei dodici apostoli ma quello che fu scelto da Gesù come primo Papa».
Esponenti dell’ala progressista della Chiesa sudamericana hanno invocato più volte in queste settimane la convocazione da parte di Benedetto XVI di un nuovo Concilio, anche per abolire il celibato. E anche il valdese Paolo Ferrero, leader della Federazione di sinistra, chiede al Vaticano di abolire il celibato che «da questione ecclesiologica interna alla Chiesa cattolica è diventata una pratica pericolosa socialmente».

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CARDINALE KASPER: COME SE GLI ABUSI NON AVVENISSERO ANCHE IN FAMIGLIA -
Cardinale Walter Kasper (ministro vaticano per l’Unità dei cristiani), abolire il celibato ridurrebbe gli abusi sessuali del clero?
«Assolutamente no. Di sicuro il celibato non ha nulla a che vedere con gli abusi sessuali del clero sui minori. Il Pontefice definisce il celibato un segno della consacrazione con cuore indiviso, l’espressione del dono di sé a Dio e agli altri. Tutti gli esperti documentano che la stragrande maggioranza dei casi avviene nelle famiglie e non in ambiti ecclesiastici. Il Papa ci insegna che il sacerdote non appartiene più a se stesso, ma, attraverso il sigillo sacramentale ricevuto, diventa proprietà di Dio. E’ una dedizione totale che va resa riconoscibile al mondo attraverso una limpida testimonianza. E poi è dimostrato che la pedofilia non ha alcuna attinenza con la tradizione antichissima che impedisce ai sacerdoti di sposarsi. Anzi le statistiche sugli abusi ci dicono l’esatto contrario».
Perché allora si torna a parlarne?
«E’ una strumentalizzazione dei casi di pedofilia nel clero. Chiamare in causa il celibato è un vero e proprio abuso degli abusi. La norma che impedisce ai preti di sposarsi è preceduta dalla consueta continenza richiesta ai sacerdoti fin dalle origini del cristianesimo. Benedetto XVI ha più volte richiamato i sacerdoti alla capacità di vivere autenticamente quella libertà che solo la certezza dell’appartenenza a Dio è in grado di donare. Significativamente nella Chiesa il celibato era praticato da molto prima che nell’XI secolo diventasse legge canonica».
Una legge può sempre cambiare...
«Certo il celibato non è un dogma, bensì una tradizione molto antica che conserva intatto il proprio senso, quindi non c’è motivo per rivedere la legislazione e modificare lo stato delle cose. Né tanto meno è saggio discuterne sull’onda dei casi di pedofilia nel clero. Il celibato racchiude un alto valore spirituale di testimonianza. C’è da tanti secoli ed è attualissimo ancora oggi. Soprattutto, inoltre, è decisamente inopportuno risollevare la questione nel clima attuale, avvelenato da polemiche e scandali riferiti agli abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi. Ogni prete ha accolto la missione di vivere il proprio sacerdozio nella totale adesione a Cristo e alla Chiesa».
La Santa Sede è disponibile ad aprire un confronto?
«Benedetto XVI ha recentemente ribadito che il celibato dei sacerdoti di rito latino rimane un valore sacro. Il Santo Padre ci insegna ad avere sempre ben chiara la peculiarità teologica del ministero ordinato per non cedere alla tentazione di ridurlo alle categorie culturali dominanti. Ai sacerdoti il Papa ribadisce continuamente la centralità dell’impegno nel carisma della profezia. A cominciare proprio dal celibato, autentica profezia del Regno».
Su quali basi la Chiesa nega ancora il matrimonio ai preti?
«Il celibato nella Chiesa latina, come ribadito dal Santo Padre, è un carisma richiesto per l’ordine sacro ed è tenuto in grandissima considerazione nelle Chiese orientali. Quella del prete è un’altissima vocazione e richiede totale, assoluta dedizione alle cose di Dio. Il Papa ha giustamente ricondotto l’appartenenza del sacerdote a Dio alla giusta cornice che serve a comprendere e riaffermare, anche ai nostri giorni, il valore del sacro celibato».