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 2010  marzo 27 Sabato calendario

VITA DI CAVOUR - PUNTATA 9 - PRINCIPI E MACELLAI

Allora: Cavour va a scuola, e con risultati brillanti, mentre a Torino scoppia la rivoluzione…
Il moto del 1821, che forse abbiamo raccontato troppo in fretta.
Ci siamo dimenticati qualcosa?
Bisogna almeno aggiungere che il principe Carlo Alberto aveva parecchio civettato, nei mesi precedenti, con i ribelli, facendogli credere che li avrebbe appoggiati senza riserve. Invece, al momento decisivo, s’era tirato indietro, concedendo però la Costituzione, rimasta in vigore per i cinque giorni in cui era stato reggente, poi pigliando senza discutere la via di un primo esilio per Novara (un’uscita dalla città abbastanza ridicola, di notte e con la pistola in pugno), infine obbedendo a testa bassa, appena tre giorni dopo, all’intimazione di andarsene a Firenze e non farsi più vedere. Un uomo soggiogato dall’autorità, magari coraggioso in battaglia di fronte a un nemico indistinto, ma paralizzato da una qualunque figura minimamente paterna.
Perché proprio a Firenze?
Aveva sposato la figlia del Granduca di Toscana. I due avevano già un bambino.
Sa che non mi ha ancora detto che l’Italia a quel punto era fatta di molti stati?
Regno di Sardegna, Regno delle Due Sicilie cioè il Sud. Stato Pontificio cioè il centro-Italia, Granducato di Toscana, Lombardo-Veneto con Venezia, sotto gli austriaci. Ducato di Parma e Piacenza, ducato di Modena. Ci sarebbe anche Lucca, che però era destinata a essere inglobata nella Toscana.
Questi stati, tra di loro, erano amici o nemici?
Mah. Erano quasi tutti dei protettorati austriaci. Ha sentito parlare di come i sovietici tenevano sotto controllo la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria e gli altri satelliti ai tempi del comunismo? Allo stesso modo Metternich nell’Ottocento mandava truppe, in caso di rivolta, a rimettere le cose a posto. E teneva guarnigioni un po’ dappertutto, anche per scaricare sugli alleati il costo del mantenimento dei soldati. In Piemonte il contingente austriaco stava ad Alessandria ed era comandato dal generale Bubna, la cui moglie era capricciosissima. Feste, vestiti eccetera. Vittorio Emanuele I pagava tutto. Vittorio Emanuele I odiava gli austriaci e lo sentirono parecchie volte chiamarli «fottuti». Carlo Felice invece si fece aiutare da loro per reprimere i ribelli del ’21. E mandò Carlo Alberto in esilio a Firenze, come ho detto, perché il principe aveva sposato la figlia del Granduca di Toscana, che era infatti Ferdinando III d’Absburgo, un austriaco.
Il bambino di cui ha parlato prima era Vittorio Emanuele II?
Sì, Vittorio Emanuele II, il futuro re. Era nato nel ”20. Adesso c’è questa storia che Vittorio Emanuele II non sarebbe il vero figlio di Carlo Alberto...
Come sarebbe?
Il Granduca di Toscana aveva ospitato figlia e genero a palazzo Pitti. Una notte alla nutrice china sulla culla scivolò di mano la candela, andò tutto a fuoco e la stessa bambinaia restò carbonizzata. Il piccolino, invece, niente. Esiste il verbale di un caporale, tale Galluzzo, che io non ho letto ma che nei libri viene definito un guazzabuglio. Crispi, dicendo di averlo sentito da Massimo d’Azeglio, raccontava che anche il bambino in realtà era bruciato e che i familiari, allora, erano andati di corsa a prendere il neonato di un Tanaca macellaio, che abitava proprio di fronte a palazzo Pitti, e che da quel momento avrebbe fatto la bella vita. Il piccolo Tanaca fu messo in culla al posto del bambino morto e così fu garantita la dinastia. C’era il pericolo infatti che, senza un erede maschio, le manovre per impedire a Carlo Alberto di diventare re di Sardegna avrebbero avuto successo. Storia vera? Non inverosimile. Intanto è strano che la nutrice sia morta bruciata e il bambino sia rimasto illeso. Poi, Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II s’assomigliavano davvero poco. Carlo Alberto era alto più di due metri, Vittorio Emanuele II arrivava a stento al metro e sessanta, come Cavour e come Garibaldi. Di faccia poi erano diversissimi. Mentre Ferdinando, il fratello di Vittorio Emanuele II, era evidentemente figlio di suo padre. C’è anche il fatto che la figlia di questo fratello Ferdinando, cioè Margherita, sposò poi il figlio di Vittorio Emanuele II, cioè Umberto. Col che, in un certo senso, le cose si sarebbero rimesse a posto.
Si potrebbe fare l’analisi del dna?
Già, infatti. Oggi sì. Carlo Alberto è sepolto a Superga, Vittorio Emanuele II al Pantheon. Anche di carattere i due erano assai diversi. Vittorio Emanuele, benché gran complottista, era un uomo schietto, felice di vivere, assai simpatico. Carlo Alberto un ipocondriaco, sofferente effettivamente agli intestini, aveva contratto un avvelenamento ai visceri da bambino, poi pativa per le coliche di fegato, la renella, le emorroidi. I medici gli avevano imposto una dieta tremenda, a base di verdura e patate. Tutto il contrario di Cavour, gran mangiatore, specialmente di carne. Vuol sentire un pasto di Cavour, documentato, anno 1826, cioè quando aveva sedici anni?
Sentiamo.
Glielo racconto sabato prossimo.