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 2010  marzo 28 Domenica calendario

SULLE TRACCE DI ERIS GEGA, L’ALBANESE DEL CASO CLAPS. PERCH NON SE NE PARLA PI?

 curioso come, raccontando la tragica vicenda di Elisa Claps, nessuno più parli di Eris Gega. Tutti i riflettori sono puntati su Danilo Restivo, anche perché il personaggio, di estrema complessità, i riflettori li attira non poco. Eppure il destino giudiziario di Danilo Restivo è stato fortemente legato, almeno fino a un certo momento, a quello del suo coetaneo Eris Gega, ragazzo albanese che all’epoca della scomparsa di Elisa – 12 settembre del 1993 – viveva a Potenza, essendovi giunto durante la prima ondata ”biblica” di emigrati albanesi del dopo Enver Hoxha.
Il nome di Eris Gega esce fuori grazie alle testimonianze degli amici di Elisa e della famiglia Claps. Alcuni affermano di averlo visto, quella domenica mattina di settembre, in piazza Prefettura. Lui però smentisce, dice di non essere stato a Potenza quel giorno. E invece alcuni suoi amici smentiscono la sua testimonianza, e confermano che intorno a mezzogiorno di quel 12 settembre Eris Gega si trova nelle vicinanze della chiesa dove Elisa Claps ha avuto il suo ultimo appuntamento con la vita.
Ma chi è Eris Gega? Il ragazzo albanese è un ragazzo in gamba, duro, dai nervi saldi; ai magistrati risponde con durezza, e con durezza è difeso dal bravo avvocato Bardi. Diciamo che, a differenza di Danilo Restivo, è poco suggestionabile, e riesce ad affrontare gli interrogatori senza scenate e senza suggestioni. Secondo la testimonianza della madre di Elisa, Filomena Claps, Eris Gega è innamorato di Elisa, ma Elisa non ne vuole sapere. Viene anche trovata nel diario di Elisa una pagina strappata di cui si salva solo un lembo, e in quel lembo di carta si leggono parole dell’alfabeto albanese. Parole innocue? Non lo sapremo mai, forse. Durante un interrogatorio, però, accade una cosa strana. Eris Gega s’incontra nel bagno del tribunale con Danilo Restivo, e i due si scambiano un cenno d’intesa. A testimoniarlo è un tecnico della Rai regionale. Ma di una ”intesa” tra i due nessuna traccia; anzi, riescono a rimanere in silenzio anche quando si trovano insieme nella stessa cella per falsa testimonianza (le intercettazioni ambientali registrano un totale silenzio tra i due). Solo che mentre Danilo Restivo viene condannato a due anni e otto mesi per falsa testimonianza – sentenza confermata in Cassazione – Eris Gega viene liberato perché «non punibile», in quanto potenzialmente indagato per altro reato ben più grave.
Anche l’amica del cuore di Elisa, Eliana De Cillis, viene assolta perché «non punibile», in quanto minorenne. Comunque non si è mai riusciti a ricostruire davvero il rapporto di Danilo Restivo con Eris Gega, ma quasi sicuramente frequentavano lo stesso gruppo di amici e la stessa parrocchia. Se davvero erano amici, sono riusciti bene a fingere di essere due estranei.
Qualche anno fa venne resa pubblica una lettera anonima. In questa lettera anonima qualcuno o qualcuna racconta di aver visto Eris Gega e Danilo Restivo costringere Elisa a salire su una macchina, una Fiat Uno bianca. La lettera continua dicendo che mentre Elisa viene fatta salire con la forza, Eliana De Cillis riesce a scappare. E’ la verità o si tratta di un depistaggio? In effetti Eris Gega possedeva all’epoca una Fiat Uno di quel tipo. Qualche lettore suggestionabile pensa addirittura alla banda della Uno bianca; altri, invece, colpiti dalla nazionalità albanese di Gega, di tratta delle schiave in Albania. Intanto il tempo passa, ma il corpo di Elisa non si trova; e, senza corpo, tutto diventa più difficile. Danilo Restivo va a Rimini, poi in Inghilterra. Eris Gega si trasferisce a Cesenatico. Ma anche Eliana De Cillis va a vivere in Emilia-Romagna. Solo una coincidenza?
Il caso vuole che proprio da quelle parti, a Ronta, in provincia di Cesena, nel settembre del 1992 era scomparsa una ragazza. Si chiama Cristina Golinucci. Quando scompare nel nulla ha ventuno anni, e ha una vaga somiglianza con Elisa Claps. Anche lei ha il suo ultimo appuntamento con la vita in un convento di frati cappuccini. Nessun legame effettivo e comprovato c’è tra il caso Claps e il caso Golinucci, ma qualche anno fa Il Resto del Carlino ha intitolato un suo articolo «Un filo lega il caso Claps al caso di Cristina Golinucci». Quale filo? Non lo sappiamo, ma i due casi sembrano tremendamente simili.
Ora la madre di Cristina, Marisa Golinucci, chiede che si setacci in profondità il convento, con la speranza che almeno le ossa della sua povera figlia possano avere degna sepoltura. Tante domande ci si pone ancora a pochi giorni dal ritrovamento del corpo di Elisa. Per esempio, perché nessuno parla di Eris Gega? Perché la magistratura non fa nessuna dichiarazione? Perché nessuno dice che un corpo lasciato putrefare all’aria aperta avrebbe fatto sentire i suoi miasmi nell’arco di decine di metri? possibile che un cadavere a contatto con l’aria si sarebbe polverizzato? E cos’è questo attrito tra la chiesa di Potenza e la questura? Potrebbe essere che i resti di Elisa siano stati messi lì per dichiarare la fine di un accordo segreto, cioè l’inizio di una ”guerra”?
Domande, solo domande, prima delle risposte, si spera definitive e chiare, della Polizia scientifica, che ieri è ritornata nel sottotetto della Ss. Trinità per fare ulteriori rilievi. Il medico legale Francesco Introna ha solo detto «lasciateci lavorare in pace», molto più loquace, invece, l’avvocato di Danilo Restivo, Mario Marinelli. Ai cronisti ha detto: «Sugli abiti indossati da Danilo Restivo il 12 settembre 1993 non c’era sangue: era un’altra cosa. Chi dice che fosse sangue, dice una grandissima falsità. Restivo è sereno e tranquillo e conferma di essere innocente e di non sapere più nulla di Elisa Claps da quando l’aveva vista uscire dalla chiesa quella mattina del 12 settembre 1993».