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 2010  marzo 29 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BARRA, MASSIMO"


2009
«I governi di qualsiasi colore considerano quest´ente una loro proprietà, un paraministero», sbottò l´anno scorso il presidente Massimo Barra dopo aver saputo via fax di essere stato licenziato (Emanuele Lauria, La Stampa 10/12/2009).

2008
L’arrivo di Massimo Barra, non più commissario ma presidente eletto, sembra segnare il ritorno della speranza. Barra parla apertamente di indipendenza e sembra deciso a evitare nuovi commissariamenti e a riscrivere lo statuto come si deve. Ripiana in parte il buco di bilancio. Ma alla fine anche lui viene messo all’angolo. [...]Massimo Barra viene «congedato» senza tante smancerie. Il 12 novembre, dopo che il commissariamento è diventato ufficiale, si sfoga con l’Adnkronos: « indicativo che ci siano stati nella Croce rossa per sette anni un presidente e per 18 anni dei commissari di governo. Ciò significa che i vari governi, di qualsiasi colore fossero, non erano tanto interessati al fatto che l’ente rappresentasse un organismo indipendente e sovranazionale, ma quasi una loro proprietà, un paraministero». Eppure l’ex presidente della Croce rossa italiana, pre-pensionato con un anno di anticipo, aveva fatto bene: «II 28 dicembre 2005, data del mio insediamento», dice, «ho ereditato un buco di cassa con la Bnl di 57.553.623,90 euro. Lascio al mio successore un buco di 18.888.705,57 euro. Questi numeri dimostrano ampiamente che sono stato artefice di un risanamento clamoroso». Ma al governo del risanamento importa poco. Il vero punto sono la dannata «indipendenza» e il dannato «statuto» sotto scrutinio. Inutile dire che la nota del ministero del Lavoro dell’11 novembre che licenzia Barra e insedia l’ennesimo commissario straordinario, del risanamento non fa parola. Forse per rispetto della neutralità della Croce rossa (Emanuele Giordana, Diario, 11 dicembre).

1999
Massimo Barra, fondatore e direttore della comunità di recupero Villa Maraini: «Questo modo di vedere i tossicomani come pazzi criminali, incapaci di far crescere un figlio è rivoltante e tipicamente americano. [...] Andando avanti di questo passo si offriranno soldi a genitori diabetici perché non mettano al mondo figli malati. la sindrome da Rupe Tarpea» (Giancarlo Loquenzi, liberal 22/07/1999).