GIAMPAOLO VISETTI, la Repubblica 27/3/2010, 27 marzo 2010
VENTI DI GUERRA TRA LE DUE COREE AFFONDATA UNA NAVE DI SEUL - PECHINO
Mentre anche in Cina si rincorrono le voci di un regime di Pyongyang prossimo al collasso, riesplode nel Mar Giallo la tensione tra Corea del Sud e Corea del Nord. La corvetta "Cheonan" della marina sudcoreana, 1500 tonnellate di stazza, è affondata poco lontano dal confine che divide le acque territoriali dei due Paesi. A bordo si trovavano 104 uomini d´equipaggio. Secondo l´agenzia di stampa Yonhap, 59 sarebbero stati tratti in salvo, mentre 45 risultano dispersi. Molti però sarebbero morti. A far salire la pressione nell´area più inquieta dell´Estremo Oriente sono le prime ipotesi fatte dalla televisione sudcoreana. Pochi minuti dopo la notizia del naufragio, fonti anonime di Seul hanno dichiarato che l´incidente sarebbe stato causato dallo sparo di un missile. Centrata da un siluro, la nave sudcoreana avrebbe esploso diversi colpi contro un´altra imbarcazione in fuga verso nord.
Più tardi la versione è cambiata: l´affondamento sarebbe stato causato da «un´esplosione interna che ha aperto un squarcio a poppa» e nella zona non c´erano navi del Nord. Gli spari sarebbero stati esplosi «contro uno stormo di uccelli». Il ministero della Difesa sudcoreano ha convocato una riunione d´urgenza del Comitato di sicurezza, che comprende i vertici di Interni e Forze armate. Al termine dell´incontro, i toni di massimo allarme si sono fatti ancora più cauti. Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, ha dichiarato che non è chiaro il coinvolgimento nordcoreano. «Fare chiarezza sull´incidente è importante - ha detto - ma ora tutti gli sforzi sono concentrati nel salvare la vita dei nostri soldati».
La paura dell´ennesimo scontro a fuoco, o dell´esplosione di una mina, non è rientrata. Diplomatici e analisti non hanno potuto però non rilevare l´anomalia dei fatti. In occasione dei precedenti conflitti, meno gravi di quello di ieri, da Pyongyang e Seul sono sempre state diffuse dichiarazioni dai toni estremi e promesse di vendetta. Il silenzio calato sul naufragio di ieri indica invece un´inedita incertezza. Potrebbe segnalare la possibilità di un´esplosione di armi nella stiva della nave sudcoreana, o l´impossibilità di accusare con certezza la marina del Nord, oppure la scelta di Seul di organizzare una rappresaglia concreta e non solo verbale. Il mistero deriva anche dall´ora e dal luogo dell´incidente. La nave sudcoreana ha iniziato a imbarcare acqua alle 21 locali (le 13 in Italia), quando era già buio. Pur essendo non lontana dal confine, l´imbarcazione di Seul non aveva sconfinato. Si trovava al largo delle proprie coste occidentali, non distante dall´isola Baengnyeong, già teatro di scontri in passato. Fino all´alba i soccorritori hanno tentato di recuperare i dispersi in acque ancora gelide e solo oggi i fatti saranno più chiari. Se l´attacco del Nord sarà confermato, tra le due Coree si aprirà una fase di altissima tensione e molto pericolosa.
Da mesi, sospesi gli incontri sul nucleare, Pyongyang minaccia attacchi atomici nella regione. Gli Stati Uniti ieri sono tornati a sottolineare il pericolo globale della proliferazione promossa da Corea del Nord e Iran. In risposta il regime, retto dal presidente Kim Jong-il, ha minacciato ieri Corea del Sud e Usa di «attacchi nucleari senza precedenti». A irritare il Nord sarebbe stata la notizia secondo la quale in aprile esperti di Cina. Corea del Sud e Usa si incontreranno a Pechino per «analizzare l´emergenza nordcoreana e prepararsi ad affrontare il collasso del regime comunista». «Chi cerca di abbattere il sistema del Nord - ha detto un generale - sarà vittima degli attacchi atomici di un esercito invincibile». I servizi segreti occidentali ritengono che Pyongyang disponga di sei ordigni nucleari e un quantitativo di plutonio sufficiente per venti bombe. I test nordcoreani, e i ripetuti lanci di missili nelle scorse settimane, sono in realtà andati male. L´intelligence cinese non esclude però che la capacità militare nordcoreana sia in realtà assai più pesante e sofisticata. Il vecchio e malato Kim Jong-il è poi sempre più nervoso. Le sanzioni hanno ridotto allo stremo la popolazione, la catastrofe monetaria ha appena portato alla fucilazione di un ministro e i generali, per la prima volta, manifestano insoddisfazione. La successione al terzogenito, Kim Jong-un, non è più scontata: un cambio di leadership al buio può demolire il regime, ma pure diffondere instabilità in tutto l´Estremo Oriente.