Frammenti, 27 marzo 2010
Tags : Dante Oscar Benini
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BENINI, DANTE OSCAR"
Otto secoli di storia e cinque chilometri di distanza. Sono i numeri che separeranno la Torre pendente di Pisa, capolavoro dell’arte romanica, dalla gemella futuristica in vetro, cemento e acciaio progettata dall’architetto milanese Dante Oscar Benini. Nella Pisa di Piazza dei Miracoli, il campanile che Giorgio Vasari attribuisce a Bonanno Pisano pende maestoso dal 1372. Nel quartiere periferico di Ospedaletto, la nuova Torre, che ospiterà case e uffici, penderà - ma solo per un effetto ottico - dalla fine del 2009: alta 56,18 metri come la più blasonata sorella, avrà strutture d’acciaio per imitarne il marmo e un gioco di vetro, luci e ombre, per simularne la pendenza. Per ricreare l’intera piazza dei Miracoli ci saranno altre due strutture più basse, di 37 e 38 metri, metafore del Duomo e del Battistero. […] Dante Oscar Benini, 57 anni, architetto di fama mondiale, pluripremiato allievo di Carlo Scarpa, uffici a Londra e New York, ci racconta come è nata l’idea di quella che, probabilmente, sarà battezzata ”piazza del Terzo Millennio”: «La gente, per una misteriosa alchimia, non vuole sentirsi isolata. Ha bisogno di ritrovarsi, di stare insieme. Ogni mio progetto vuole facilitare questi contatti migliorando la qualità della vita. La nuova piazza diventerà un punto d’incontro per i giovani e un luogo dove potranno circolare idee e valori. Questo progetto, nella storia di Pisa, sarà una pagina moderna e piena di vita». […] Alcuni ambientalisti hanno parlato di «bruttura paesaggistica» e Fabio Roggiolani, capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale, ha detto: «Invece di corteggiare cattedrali nel deserto, irriverenti e ridicole, il Comune dovrebbe pensare alla Torre, quella vera, che si vuol chiudere con cancellate inutili e dannose». […] «La nuova torre di Pisa», replica Dante Benini, «non copre nulla e nulla deturpa. Semmai arricchisce. Non stiamo parlando di un sito archeologico o artistico e nemmeno di fascinoso campo agricolo. Stiamo parlando di Ospedaletto, un’area industriale di periferia dove ogni giorno lavorano ottomila persone. La mia Torre non è un affronto alla Pisa antica e alla sua piazza dei Miracoli: è un omaggio. E il principe di questa operazione è la pubblica amministrazione, dove oggi esistono uomini favorevoli a progetti importanti e capaci di investire in un sogno. Fino a cinque anni fa il clientelismo lo avrebbe impedito. Ma oggi, per fortuna, non ci sono più i passaporti di una volta». […]
MACCHINA DEL TEMPO giugno 2005
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[…] La «Torre pendente 2» è stata firmata da Dante Oscar Benini, 60 anni, allievo di Carlo Scarpa, tra i più importanti architetti al mondo. Sorgerà a cinque chilometri a sud est da Piazza dei Miracoli e sarà il fulcro di Piazza del terzo Millennio.
«I primi due piani della torre saranno raggiungibili con una grande rampa a piani inclinati – spiega Benini – dove cittadini e turisti potranno passeggiare. Poi un ascensore porterà chiunque lo vuole sulla terrazza panoramica. E da qui sarà possibile vedere Piazza dei Miracoli e il campanile del Bonanno. Allegoria e realtà unite in un solo sguardo».
Secondo il progetto da 70 milioni di euro la nuova piazza dovrà assumere una connotazione commerciale. Nel nome dell’ecologia, però. «Per i due edifici da otto piani che saranno costruiti insieme alla torre, abbiamo scelto cementi fotocatalitici capaci di assorbire l’ossido di carbonio degli scarichi delle auto per trasformarlo in ossigeno – continua Benini ”. Le facciate ottimizzeranno l’energia e in qualche modo produrranno caldo d’inverno e freddo d’estate. In tutti gli edifici saranno installate pompe di calore ecologiche che non emetteranno emissioni nocive».
Il tutto sarà coperto da una sorta di tendone di cristallo di cinquemila metri quadrati dalla doppia funzione: riparare le persone dalla pioggia e raccogliere l’acqua piovana in appositi pozzi per poi essere riutilizzata per gli scarichi sanitarie l’irrigazione del giardino.
Eppure, nonostante gli accorgimenti ecologici, c’è chi lancia accuse di scempio e di presunzione urbanistica. «Forse qualcuno ha avuto qualche colpo di sole e invece di Pisa ha creduto di trovarsi a San Gimignano o a Bologna dove le torri abbondano – ironizza Gioacchino Chiarini, preside di facoltà all’università di Siena e direttore del Laboratorio sul paesaggio del Centro Warburg Italia ”. Progetti di questo tipo servono solo a distruggere l’identità di una città. Pisa e il campanile pendente vivono da secoli in osmosi, sono l’essenza della città. Sarebbe come costruire a Siena un’altra Piazza del Campo, oppure un altro Ponte Vecchio a Firenze. Se non fosse vero sembrerebbe una barzelletta». [...].
Marco Gasperetti, Corriere della Sera 17/4/2007