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 2010  marzo 27 Sabato calendario

CON GERONZI TRIESTE DIVENTERA’ PIU’ INDIPENDENTE

Si segua, solo per qualche riga, il giro di danza che sta interessando i salotti di Mediobanca e delle Generali. Tra meno di una settimana Cesare Geronzi lascerà le sue cariche in Mediobanca per diventare presidente delle Assicurazioni Generali. A Piazzetta Cuccia salirà di un gradino, anzi due, l`attuale direttore generale, Renato Pagliaro, che prenderà il posto del banchiere romano. Gli azionisti francesi della banca di investimento milanese perderanno il loro storico presidente di Generali, Bernheim (che farà posto a Geronzi) ma in compenso il loro leader Vincent Bollorè, si accomoderà a fare il vicepresidente delle assicurazioni triestine. Ancora non è chiaro invece se Geronzi cederà il passo nel consiglio di Rcs quotidiani, dove è appena entrato con tutti i principali azionisti (Ligresti escluso) del gruppo editoriale. Il presidente del patto di sindacato di Mediobanca, insomma il club dei soci forti, sarà lo storico professionista del gruppo, Angelo Casò.
Chi vince e chi perde. Geronzi ottiene il massimo risultato sperato, lo fa con diplomazia. E grazie alla tenuta di un buon accordo con due pedine importanti del nostro capitalismo: Bazoli e Caltagirone. L`autonomia di Mediobanca, a cui i suoi manager storici tengono molto, è assicurata dalle nomine di Pagliaro e Casò. I francesi perdono la presidenza e un punto di riferimento storico in Generali, ma ottengono una vicepresidenza.
Fa invece un passo indietro, nelle sue ambizioni, l`attuale amministratore delegato della banca, Alberto Nagel. Aveva sperato fino all`ultimo che a Geronzi non riuscisse il colpaccio. Ora si trova sulla testa un presidente, Pagliaro, che conosce la banca quanto lui.
Perché un banchiere navigato come Geronzi accetta, anzi desidera, andare a presiedere un`assicurazione che per di più ha come azionista di riferimento proprio la Mediobanca da cui proveniva? Insomma perché passare da controllore a controllato? Generali è un colosso finanziario, globale e molto ricco. Mediobanca resta una boutique finanziaria che, nonostante i recenti sforzi di internazionalizzazione, è ancora molto italiana. Generali ha inoltre partecipazioni che pesano, oltre che contare, in tutte le più delicate aziende italiane. E ha una potenza di fuoco finanziaria unica nel nostro paese.
Mediobanca, con il suo 14% di Generali, resta però il suo azionista di riferimento, è il padrone delle assicurazioni. In effetti si è sempre pensato, ma non detto, che le decisioni di Trieste in realtà venissero prese a Milano. difficile pensare che ciò possa continuare con la presidenza Geronzi. «La maggioranza del consiglio triestino - dice al Giornale uno dei grandi attori di tutta la partita -, sarà equilibrata e prevederà un contrappeso a Geronzi». Insomma avrà un consiglio che lo terrà a bada, diciamo così. Vedremo. Ma si fanno scommesse contrarie. Il modello delle Generali ricalca quello appena adottato da Rcs quotidiani: avvicinare i padroni alla polpa. Così come gli azionisti forti sono entrati in massa nel consiglio della quotidiani, non accontentandosi più della holding a monte, si può dire che il processo si è ripetuto per il rapporto Mediobanca-Generali. Chi vuole contare è andato direttamente alla fonte del potere (le Generali) e non al suo dante causa (Mediobanca).
Nel tempo si capirà inoltre quanto il diffuso azionariato delle Generali si sarà coagulato in mani amiche. Del nuovo presidente. Si è sempre detto, solo per dirne una, che i francesi di Bollorè abbiamo dei rotondi pacchetti di azioni Generali parcheggiati da qualche parte. Fabrizio Palenzona, uno dei grandi mediatori di tutta questa partita, si è appena messo vicino casa la quota dismessa dall’Unicredit. Non è detto che nel tempo, anche dal punto di vista strettamente azionario, le Generali non riescano a liberarsi dello storico abbraccio milanese.
La sintesi del balletto è presto fatta. Geronzi dalla prossima settimana salirà sulla poltrona più ambita del capitalismo italiano. Mediobanca vedrà garantita la sua autonomia, con forse qualche piccolo problema di convivenza interna. Le Generali, grazie all`impulso di Geronzi e di questa operazione fatta in condominio con i francesi, cercheranno di sganciarsi sempre più dal controllo milanese. E questo sarà comunque un elemento di chiarezza per il nostro capitalismo.