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 2010  marzo 27 Sabato calendario

MORGAN, BENIGNI E I DUBBI SU SANTORO

Sorpreso dalla qualità tecnica delle riprese di «Raiperunanotte» (di solito queste manifestazioni sono raccontate con scrittura amatoriale) e ammirato per il traffico sul web (sembrava di vivere in un Paese a banda larga), mi sono lasciato per il giorno dopo alcune cose che non ho capito. Non ho capito, ad esempio, la presenza del filosofo Morgan e del politologo Antonello Venditti, la tensione fra i due, la loro penosa esibizione, le loro opinioni (persino Santoro ha sentito il bisogno di dire a Morgan: «Concludi il tuo pensiero»). Ma in certe occasioni l’ego non potrebbe starsene tranquillamente a casa? Ma una volta i due non cantavano? Non ho capito perché la serata mi ha ricordato quella famosa del Parioli del «Vietato vietare» (7 aprile 1993). Allora a officiare c’era Maurizio Costanzo e il gotha della tv italiana difendeva le telepromozioni ma il tono era lo stesso.
Non ho capito l’assenza di Adriano Celentano, specie dopo le spiegazioni della moglie: «A me pare che se c’è una cosa che manca in questo Paese è l’informazione. E il fatto che questa sera Santoro si sia dovuto organizzare da solo è la prova che il problema esiste. Per questo Adriano non è venuto». Ecco, per questo.
Non ho capito la sceneggiata di Loris Mazzetti con il filo spinato: se uno non è d’accordo con la propria azienda esiste anche l’istituto delle dimissioni. E, per favore, lasciamo perdere il filo spinato.
Non ho capito se Roberto Benigni testimoniava la sua solidarietà e più semplicemente prendeva per i fondelli Sandro Ruotolo.
Non ho capito come fa Norma Rangeri del Manifesto (siamo quasi coetanei) ad aver un viso così liscio come un’adolescente. Che invidia! Non ho capito cosa vuol dire «la faremo sempre fuori dal vaso». Ok, ma da quale vaso? Quello di Pandora, quello di coccio, quello da notte, quello d’elezione, quello comunicante, quello cui basta una goccia?
Aldo Grasso