27 marzo 2010
Luciano Testori, 72 anni. Pensionato, di Bologna, celibe, «un po’ schivo, mite, gentile», da quando gli erano morti la madre e il fratello disabile viveva da solo in un palazzone popolare di periferia
Luciano Testori, 72 anni. Pensionato, di Bologna, celibe, «un po’ schivo, mite, gentile», da quando gli erano morti la madre e il fratello disabile viveva da solo in un palazzone popolare di periferia. L’altro giorno era in mutande e canottiera nella cucina di casa sua, lo stereo acceso a tutto volume, quando qualcuno che probabilmente conosceva gli fracassò il cranio colpendolo tre volte con un pesante soprammobile, poi gli infilò la testa in un sacchetto di plastica, quindi coprì il tutto con un asciugamano e dopo aver rovistato nei cassetti se ne andò via senza chiudere la porta. Nottata fra mercoledì 24 e giovedì 25 marzo in un appartamento in via del Porto, periferia nord di Bologna.