Frammenti, 26 marzo 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BETORI, GIUSEPPE"
Gli uomini forti della Cei sono: monsignor Renato Corti, 70 anni, vescovo di Novvara; monsignor Giuseppe Betori, 59 anni, segretario generale della Cei.
Fonte: La Stampa 18/10/2006, pagina 11.
Il segretario generale della Conferenza episcopale, Giuseppe Betori, che nel 2002 definiva il fenomeno (la pedofilia) "talmente minoritario da non meritare attenzione specifica", oggi promuove in ogni diocesi la costituzione di un centro Meter, l’associazione fondata dal sacerdote Fortunato Di Noto per combattere la pedofilia.
Fonte: L’Espresso 23/11/2006, Sandro Magister
Bagnasco resterà a Genova («Andrò a Roma una volta alla settimana», ha detto ieri) e dunque sarà meno presente – rispetto a Ruini – nelle attività della Cei nelle celebrazioni vaticane, ma anche sulla scena pubblica nazionale e nelle dirette televisive. Ne verrà un abbassamento di immagine che riporterà la figura del presidente dei vescovi al modello già impersonato dai presidenti «periferici» Urbani, Poma e Ballestrero. Lo spazio lasciato disponibile sarà occupato dal «segretario generale», il vescovo Giuseppe Betori, che risiede a Roma ed è a tempo pieno. Sarà lui a rappresentare la Cei in tutte le occasioni che sfuggiranno – per ragioni geografiche – al presidente genovese. Avremo dunque un segretario più «presente» e più autonomo sia ad intra sia ad extra: forse il secondo quinquennio della segreteria Betori darà alla sua figura il ruolo che in altri tempi fu di un segretario forte come Bartoletti.
Fonte: M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera 8/3/2007; Erika Dellacasa, ibidem
Una novità c’era stata, nei giorni scorsi: la lettera con la quale il segretario di Stato Tarcisio Bertone aveva scritto alla Cei che la Santa Sede avrebbe esercitato il ruolo di «guida rispettosa» dei vescovi. A molti era parso un modo per rivendicare una sorta di primato nella gestione dei rapporti con l’Italia. Ma quanto è successo in seguito sembra smentire o comunque attenuare questa lettura: al punto che ieri il segretario della Cei, Giuseppe Betori, ha potuto negare diplomaticamente la «discontinuità» rappresentata dalla lettera. «La presenza della voce pubblica del cattolicesimo italiano», ha detto Betori, «non è riservata alla Santa Sede ma è anche della Cei».
Non solo. Ha precisato che la «Nota» sulle coppie di fatto è stata approvata con una sola astensione e il «placet» vaticano: come per smentire divisioni e per confermare una regia di Benedetto XVI.
Fonte: Massimo Franco Corriere della Sera, 4/4/2007
Il segretario della Cei, arcivescovo Giuseppe Betori, difende la prerogativa delle imprese no profit di avere agevolazioni. La questione «non riguarda la Santa Sede in quanto è materia esterna al Concordato» è il lapidario commento della sala stampa vaticana. E in ultimo, «Famiglia Cristiana», che parla di «confusione» che viene fatta immaginando che «le mense della Caritas facciano concorrenza ai ristoranti».
Fonte: Marco Zatterin, La Stampa 29/8/2007
Il caso del medico dell’ospedale Gaslini che praticava aborti clandestini in studio e nella clinica gestita dalle suore Immacolatine ha aperto la polemica all’interno della Chiesa. «Cio’ che e’ accaduto e’ la conseguenza di una mentalita’ abortista senza confini, che non accetta nemmeno i limiti della legge» dice da Roma monsignor Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana di cui e’ presidente proprio l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco. «Mi fa molto male - prosegue Betori - leggere editoriali che attribuiscono le responsabilita’ alle posizioni anti-abortiste e all’obiezione di coscienza». E mentre il segretario dei vescovi suggerisce il ritorno alle «ruote degli esposti» fuori dai conventi («hanno espresso e possono esprimere ancora oggi un modo per venire incontro alle esigenze delle donne»).
Fonte: La Stampa 19 marzo 2008, ALESSANDRA PIERACCI
Lo stesso monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, nel commentare la ricerca mette in guardia dal «sopravvalutare l’aspetto quantitativo delle trasformazione del clero» e badare alle qualità richieste dalla nuova situazione, «serve una fede più pensata, il necessario rinnovamento richiederà maggiore attenzione al mondo che cambia...».
Fonte: Corriere della Sera 18 maggio 2008, G. G. V.
Chiude la serie dei segretari generali, prima della nomina di ieri, monsignor Giuseppe Betori, in carica dal 2001 e fino al 20 ottobre prossimo. Il Papa lo ha nominato arcivescovo di di Firenze.
Fonte: (M.Mu.) Avvenire 26/9/2008, pagina 8
Corriere della Sera, lunedì 6 ottobre
Il 1° ottobre monsignor Giuseppe Betori, segretario uscente della Cei, dichiara che sull’interruzione o meno delle cure «non spetta alla persona decidere». Il giorno dopo la filosofa Roberta De Monticelli scrive sul Foglio che «questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione dell’esistenza della possibilità stessa di ogni morale», e con ciò sancisce «l’addio a qualunque collaborazione diretta o indiretta con la Chiesa cattolica italiana». Il giorno dopo monsignor Betori replica su Avvenire, distinguendo la libertà di coscienza (che approva) dal principio di autodeterminazione (che deplora).
Fonte: Vito Mancuso, Corriere della Sera 6/10/2008
Sulla questione vi era stato un confronto aspro lo scorso ottobre tra l’arcivescovo Giuseppe Betori: «La vita non è nella disponibilità del soggetto», e la filosofa cattolica Roberta de Monticelli che negava la validità di quell’affermazione.
Fonte: Luigi Accattoli, Corriere della Sera 15/12/2008
Il testamento biologico, partita-chiave dei prossimi mesi che si gioca a diversi livelli (si segnala un attivismo dello stesso Betori, ora arcivescovo di Firenze, considerato su posizioni più dialoganti).
Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore, 27/2/2009
Milano. Processare, revisionare, ri-processare e ri-revisionare il processo a Galileo Galilei è una delle passioni intellettuali mai sopite della modernità. Al punto che si sono recentemente cimentati nella sua ennesima messa in scena, all’Auditorium di Roma, persino illustri dilettanti della scena e della scienza – ma autentici professionisti della cronaca giudiziaria – come Giancarlo Caselli e Gaetano Pecorella. Aprendo il convegno in corso a Firenze sul ”Caso Galileo”, l’arcivescovo della città Giuseppe Betori ha detto che quel processo fu un ”doloroso malinteso” su cui fare chiarezza, e ha auspicato la ”ripresa e riproposizione creativa del fondamentale dialogo tra ragione e fede”.
Fonte: Il Foglio 29/05/2009
«Articolo 660 del Codice penale, molestia alle persone. Condanna originata da più comportamenti posti in essere dal dottor Dino Boffo dall’ottobre del 2001 al gennaio 2002, mese quest’ultimo nel quale, a seguito di intercettazioni telefoniche disposte dall’autorità giudiziaria, si è constatato il reato». Comincia così la nota informativa che accompagna e spiega il rinvio a giudizio del grande moralizzatore, alias il direttore del quotidiano Avvenire, disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto del 2004. Nell’informativa, si legge ancora che della vicenda, o meglio del reato che ha commesso e delle debolezze ricorrenti di cui soffre e ha sofferto il direttore Boffo, «sono indubbiamente a conoscenza il cardinale Camillo Ruini, il cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori». I primi due non hanno bisogno di presentazione, l’ultimo, per la cronaca, è l’arcivescovo di Firenze. Si dice che le voci corrono. Ma, alla fine, su qualche scrivania si fermano.
Fonte: Gabriele Villa, il Giornale 28/8/2009