Erica Arosio, Gioia 6/04/2010, 6 aprile 2010
Diego Abatantuono per dimagrire si è rinchiuso dieci giorni a Villa Paradiso, una spa vicino a Gardone Riviera: «La sera qui dopo le 8 e 6 secondi non c’è niente da fare
Diego Abatantuono per dimagrire si è rinchiuso dieci giorni a Villa Paradiso, una spa vicino a Gardone Riviera: «La sera qui dopo le 8 e 6 secondi non c’è niente da fare. Finita la cena, che dura 6 secondi e mezzo, ti lambicchi su quel che puoi fare. Mi vien voglia di andare in paese, dove c’è una trattoria coi banconi e si sta tutti insieme. Non per mangiare, che la dieta non mi costa fatica, quanto per vedere qualcuno. Ho sempre lavorato di notte e ho il fuso di Los Angeles. A nanna alle dieci è una tortura». Già a 18 anni frequentava i centri dimagranti: «A Uscio ci trovai Umberto Eco e Silvio Berlusconi. Pesavo 80 chili ed era magnifico andarci per perderne uno. Era una scelta ideologica: facevo una vita così divertente... Volevo impormi un po’ di rigore. C’era una struttura centrale e tante casettine, una lampadina fioca e le candele. Avevo i miei libri e aspettavo la pozione Arnaldi, uno strizzabudelle dal sapore orrendo che ti portavano la mattina alle 6. Riuscivi a ingurgitarla solo succhiando prima e dopo mezzo limone. Tornavi a letto e non potevi allontanarti più di 200 metri...». Abatantuono è contrario al matrimonio: «Anche se finirò per sposarmi: sono 25 anni che sto con la mia compagna. Non lo facciamo per noi, ma perché la burocrazia ci sta uccidendo. Quando hai dei figli e non sei convolato a giuste nozze, ti mettono i bastoni fra le ruote. Caratteristica tipicamente italiana. Che spesso dipende dal fatto di avere il Vaticano in casa. Se dovessi disegnare una vignetta delle olimpiadi europee, metterei tutti ai blocchi di partenza e la scritta: da cosa riconosci l’italiano? Risposta: è l’unico che fa la gara con un prete in spalla». «Il momento più difficile della giornata è quando appoggio la testa sul cuscino, spengo la luce e cerco di addormentarmi. Mi dà fastidio, provo un gran senso di solitudine e sento puzza di morte».