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 2010  marzo 26 Venerdì calendario

VOCI, SOSPETTI E DUE INCHIESTE. SOFFIA IL VENTO DEL PAREGGIO

Il sospetto è forte: nei campionati di serie AeB, sembrano aver trovato spazio anche i rappresentanti dell’Associazione italiana maestri pasticcieri. Per dire di una serie di risultati annunciati, che lasciano spazio ai cattivi pensieri, spesso collegati a un gioco anomalo di scommesse. Al momento, la Procura della Federcalcio ha aperto un’indagine su due partite: Gallipoli-Grosseto 2-2 (8 febbraio) e Chievo-Catania 1-1 (21 marzo). In entrambi i casi, a convincere gli uomini della Figc era stato un flusso anomalo di scommesse, non solo sul pareggio, ma proprio sui due risultati che poi si sono verificati. Nel caso di Chievo-Catania, con minacce di querele da parte dei dirigenti siciliani, si era creata una situazione strana: le principali agenzie italiane avevano bloccato le puntate sulla partita già da mercoledì 17 marzo e nel frattempo la massa delle giocate si era spostata all’estero. Con Betfair si era arrivati a 2 milioni di sterline e per questo, lunedì scorso, il Sun si era occupato del caso, definendo la partita come un «italian job». Uno scherzetto all’italiana.
In queste ore, i bookmaker italiani ed esteri stanno registrando un flusso anomalo di giocate sul pareggio in Chievo-Parma di domenica: in Italia, il 95% ha puntato sulla X, mentre sul sito Betfair.com, dei 47.276 euro, ne sono stati giocati sul pareggio 46.238. Hanno scelto il pari anche il 95% di chi ha scelto tre partite di B, in programma domani e domenica: Modena-Piacenza, Triestina-Padova e Reggina-Torino. Sia nel caso di Chievo-Parma, sia in quello delle tre gare di B, il fenomeno non è stato ritenuto così importante da arrivare a sospendere le puntate.
Questi, al momento, sono i fatti, in una valanga di dubbi, sospetti, voci, frasi sussurrate, pesanti allusioni su alcune partite di questa fase dei campionati. Lunedì scorso, dopo Chievo-Catania, chiamato in causa da Gr Parlamento («La politica nel pallone»), Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, aveva riassunto: «In generale, bisogna distinguere tra una partita il cui risultato fa comodo a entrambe le squadre e un’altra in cui ci sia una situazione fraudolenta verso qualcuno. Ci sono gli organi di giustizia sportiva che devono garantire la regolarità dei campionati, però non è la prima volta che giocate particolari determinano un blocco delle scommesse». A proposito di voci (infondate), dopo le dimissioni del d.s. Foschi, il 6 gennaio alcuni siti granata avevano diffuso la notizia che tre giocatori del Torino avessero favorito la vittoria del Crotone (2-1), sulla quale avevano scommesso.
La storia del calcio (non solo italiano) è ricca di risultati strani, ma quasi sempre nelle ultime giornate di campionato e a fronte di pareggi non proprio combattuti o persino di sconfitte sorprendenti. L’anomalia è che quest’anno le voci si sono fatte insistenti già a partire da febbraio. Non si capisce se le scommesse legalizzate (dal gennaio 2000, 8mila punti di vendita in Italia), che hanno soppiantato la rete del vecchio Totocalcio, aiutino a mettere in evidenza le anomalie delle gare o ne alimentino le tentazioni, perché il divieto imposto ai tesserati di effettuare qualsiasi puntata è teorico, visto che c’è sempre un amico o un amico degli amici disposto a coprire un calciatore. Lo scandalo delle scommesse dell’80, del quale è stato appena celebrato il trentennale, era accaduto quando la serie A era a 16 squadre. Tuttavia in campionati di 38 giornate (serie A a 20 squadre) e di 42 giornate (serie B a 22), si creano situazioni nelle quali alcune squadre si muovono in una specie di «terra di nessuno», non avendo più un obiettivo concreto da centrare: hanno raggiunto in anticipo la salvezza e vedono la qualificazione all’Europa League come un aumento delle spese più che come un fatto prestigioso. Anche per questo la Lega sta studiando alcuni incentivi (stanziamento di 7,5 milioni), proprio per le squadre che conquistano un posto in Europa, anche se non in Champions League. Mai come quest’anno, in serie B anche le squadre più forti hanno brillato per discontinuità di risultati. Del resto, nell’arco di 42 giornate, c’è spazio anche per i recuperi più complicati, in un succedersi di partite con esito anomalo.
 altrettanto vero, però, che, prima di lanciare insinuazioni, bisogna conoscere bene la realtà, senza dimenticare che il calcio è anche una questione di motivazioni. Aveva fatto molto discutere la sconfitta del Cagliari in casa con la Lazio, domenica scorsa, salvo scoprire che i rapporti fra i due presidenti (Cellino e Lotito) sono pessimi dall’estate 2008 e i giocatori del Cagliari hanno perso molti soldi, perché il premio-vittoria è servito invece a rimborsare gli spettatori paganti, secondo la promessa fatta da Cellino.
Resta il fatto che il calcio italiano ha bisogno di tutto, tranne che dello scoppio di un nuovo scandalo. La difesa della credibilità nei campionati dovrebbe essere nell’interesse di tutti. Soprattutto dei dirigenti di società e dei giocatori.
Fabio Monti