Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera 26/03/2010, 26 marzo 2010
PARTE LA NUOVA RIVOLUZIONE RUSSA «MENO FUSI ORARI: SONO TROPPI»’ I
più infuriati sono gli abitanti della regione di Vladivostok, la finestra russa sull’Oriente. Secondo uno dei progetti più radicali, loro dovrebbero spostare gli orologi indietro di tre ore, passando così a soli quattro fusi orari da Mosca. Si sveglierebbero quando il sole è già alto da tempo sull’orizzonte e lavorerebbero nel cuore della notte. Come ogni tanto capita in questo Paese assai soggetto a entusiasmi estremi, i russi hanno deciso di mettere nuovamente le mani sui fenomeni naturali. Ecco allora che come in passato si riparla di invertire il corso dei fiumi siberiani per portare acqua verso il sud del Paese assetato e si gioca con il tempo. Fra due giorni, con l’entrata in vigore dell’ora legale, i fusi orari che dividono il Paese più grande del mondo in undici zone saranno ridotti a nove. Ma questo è solo un primo passo perché poi, ha annunciato il presidente Dmitrij Medvedev, si passerà a cinque fusi che dovranno comprendere regioni distanti tra loro più di novemila chilometri, il doppio della distanza tra Los Angeles e New York (divisi da 4 fusi).
Lo scopo di questa rivoluzione temporale dovrebbe essere quello di facilitare i contatti tra Mosca e la periferia e quindi di favorire lo sviluppo economico delle aree più remote. Oggi, quando al Cremlino ci si sveglia, nella penisola di Kamchatka che si trova a est del Giappone, ci si prepara ad andare a letto. I contatti tra gli uffici statali e tra le società private sono difficili. Per il Cremlino la situazione non è più tollerabile. E quindi si cambia. Per ora vengono toccate solo la regione più estrema e quella che si trova sul Volga, tra Mosca e gli Urali. Dunque la Kamchatka e la Chukotka (di fronte all’Alaska) scaleranno di un fuso e passeranno nella zona di Magadan, quella tristemente famosa per i lager staliniani, a +8 ore da Mosca (+12 da Greenwich). La regione di Samara e la repubblica di Udmurtia (dove si produce il Kalashnikov) andranno indietro di un’ora allineandosi con Mosca. Poi ci saranno alcuni accorpamenti che non influiscono sul numero totale dei fusi: Kemerovo, in Siberia, passerà da +4 a +3, nella stessa fascia dove si sono recentemente spostati Novosibirsk, Omsk e Tomsk.
Un grande rimescolamento, che piace poco agli abitanti. Se poi si adottassero le idee più estreme, la situazione si farebbe particolarmente pesante in alcune zone. Spostare indietro le lancette di tre ore, vorrebbe dire che a Yakutsk, nella Siberia settentrionale, d’inverno il sole sorgerebbe alle sette del mattino anziché alle dieci però poi tramonterebbe a mezzogiorno anziché alle tre del pomeriggio. Ma credere di poter forgiare il mondo a piacere e di piegare la natura all’esigenze dell’uomo è un vecchio vizio russo. «La dottrina marxista è onnipotente perché giusta», diceva Lenin. E i suoi discepoli negli anni si sono dati da fare per far concorrenza al creatore. Dall’idea fallimentare di Krusciov di far crescere il cotone nel deserto dell’Uzbekistan, ai piani per invertire a colpi di bombe atomiche il corso dei grandi fiumi siberiani. Piani che, come abbiamo visto, qualcuno oggi nella Russia di Putin caldeggia nuovamente.
Fabrizio Dragosei