Pierluigi Battista, Sette del Corriere della Sera n. 12 25/3/2010, 25 marzo 2010
UNO SQUILLO IN REDAZIONE
Sì, però, qui bisogna rassicurare i lettori. E avvertirli che il direttore del Tgl è solo una mela marcia che ha rapporti telefonici addirittura con il capo del governo: gli altri giornalisti italiani mai e poi mai. E dunque bisogna finalmente dire che mai e poi mai i politici (di destra e di sinistra) chiamano al telefono i giornalisti per blandirli, minacciarli, o per procurarsene i favori(o il silenzio). Bisogna dirlo chiaro e forte: mai e poi mai i leader dei partiti (grossi e piccoli, di destra o di sinistra, B. o V., F. o F.) molestano i giornali per concordare i titoli delle interviste, o quanto meno per farseli riferire onde esprimere, beninteso senza prepotenza alcuna, il loro riverito parere preventivo. Occorre precisare che mai e poi mai politici di destra e di sinistra (B. e C., P. e R. e F.) telefonano nientemeno che per indicare il nome del giornalista gradito che dovrebbe fare un’intervista, per esigere, beninteso non imperiosamente e arrogantemente, un certo numero di righe del giornale da occupare, e addirittura la foto d’accompagnamento (con o senza cravatta, con o senza giacca, con o senza tailleur). Bisogna ribadirlo, di modo che il lettore non faccia cattivi pensieri sui giornalisti. Mai e poi mai un politico (di destra o di sinistra, G. o R.) telefona ai giornalisti, beninteso senza prepotenza alcuna, il loro riverito parere preventivo. Occorre precisare che mai e poi mai politici di destra e di sinistra (B. e C., P. e R. e F.) telefonano nientemeno che per indicare il nome del giornalista gradito che dovrebbe fare un’intervista, per esigere, beninteso non imperiosamente e arrogantemente, un certo numero di righe del giornale da occupare, e addirittura la foto d’accompagnamento (con o senza cravatta, con o senza giacca, con o senza tailleur). Bisogna ribadirlo, di modo che il lettore non faccia cattivi pensieri sui giornalisti. Mai e poi mai un politico (di destra o di sinistra, G. o R.) telefona ai giornalisti, beninteso senza alcuna protervia, per raccomandarsi che la propria intervista non venga affiancata a un politico di colore opposto con cui evidentemente non corre buon sangue. Bisogna specificarlo: mai e poi mai i ministri (di destra o di sinistra, B. o PD.) oserebbero lamentarsi la mattina con i giornalisti per un commento non propriamente allineato. Mai e poi mai telefonano per caldeggiare un libro. Mai e poi mai telefonano per sottolineare l’importanza epocale di una loro dichiarazione appena rilasciata in agenzia. Mai e poi mai telefonano per lamentarsi addirittura dell’intervista accordata non solo al nemico, ma anche all’amico-rivale. Sì, però. Bisogna chiarirlo una volta per tutte. I giornalisti che criticano il direttore del Tgl non sono sospettabili di ipocrisia e di doppiezza. Loro hanno un rapporto limpido e casto con la politica e i politici per questo li temono molto e non si azzarderebbero mai e poi mai a trattarli come zerbini, come complici, come militanti, come sodali di cordata. Mai e poi mai. Sì, però.