Camilla Conti, Libero 24/3/20210, 24 marzo 2010
I CLANDESTINI AGGIRANO LE LEGGI E SI SPOSANO A SAN MARINO
Altro che paradiso fiscale, la Repubblica di San Marino è diventato il paradiso dell’amore. Clandestino. Gli stranieri senza permesso di soggiorno non possono più sposarsi in Italia e allora decidono di prendere gli anelli e salire sulla Rocca dove la legge è molto più elastica di quella italiana. Il decreto sulla sicurezza entrato da poco in vigore nel nostro Paese impedisce in infatti alle coppie miste di convolare a giuste nozze se lo straniero non è in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ecco allora che la piccola Repubblica diventa la soluzione: lo straniero non deve produrre né documentazione attestante la regolarità del soggiorno, né nulla osta al matrimonio: una semplice comunicazione consolare porta alla vidimazione automatica delle nozze. LO STATO SI FA RICCO In caso di cittadino straniero, viene richiesto un nulla osta all’autorità consolare o diplomatica del paese di origine, quindi, i partner stranieri potranno avviare l’iter per ottenere la nazionalità esattamente come accadeva prima i matrimoni celebrati all’estero non subiscono infatti variazioni normative. Almeno quattro coppie miste, stando a quanto riporta la stampa locale, hanno già trasferito la loro pratica da Rimini a San Marino. E il tam tam su Internet sta aumentando il numero dei promessi sposi con tanto di consigli sul giorno giusto per dire sì in base al tariffario degli uffici dello Stato Civile del Titano. Paradiso dell’amore ma anche business. Perché chi governa la piccola Repubblica del Titano ha capito che il matrimonio civile può gonfiare le casse dello Stato. Lo scorso 30 dicembre il Congresso sanmarinese ha licenziato un decreto delegato che regola la tassa sulle nozze in Comune. Un vero e proprio tariffario: sposarsi all’ufficio di stato civile per un cittadino sammarinese non costerà niente ma costerà invece 300 euro per gli ”stranieri”. Un po’ più cara la Sala del Castello: nella categoria autoctoni si spendono 50 euro, nei giorni feriali, 100 euro il sabato e 150 euro alla domenica. Prezzi maggiorati per i forestieri: 300 euro nel giorni feriali e l’aggravante dell’orario di ufficio, 500 euro il sabato e la domenica. Poi c’è il capitolo Palazzo Pubblico, la cassaforte del buon matrimonio. Se un sanmarinese decide di celebrare il rito in un giorno feriale se la cava con 100 euro, il sabato con 200 e la domenica con 300 euro. Ma per chi arriva da oltre confine deve tirar fuori 500 euro per un semplice giorno feriale e 800 euro per il sabato. Scambiarsi gli anelli di domenica costerà un salasso: fino a mille euro. VIA LIBERA AI DICO Il Titano diventa zona franca anche per i Dico. Davanti al Tribunale della Repubblica, con una storica sentenza del giudice Gilberto Felici sono stati infatti riconosciuti pieni diritti anche alle coppie di fatto. La vicenda era iniziata sette anni fa e ha come protagonista una signora, oggi 93enne, che dopo aver perso il compagno per malattia aveva presentato domanda poter ottenere l’assegno di reversibilità per il proprio sostentamento. L’Istituto per la sicurezza sociale, però, aveva respinto l’istanza. La donna ha dunque deciso di rivolgersi al tribunale di San Marino per fare valere quello che ha sempre ritenuto essere un proprio diritto, avendo convissuto per anni con il compagno come sua moglie, seppure non fossero mai stati formalizzati gli atti coniugati con un matrimonio civile o religioso con effetti civili. La sentenza depositata la scorsa settimana riconosce invece alla convivenza ”more uxorio”, così viene definita legalmente, la titolarità degli stessi diritti di un matrimonio ufficialmente celebrato. Almeno per quanto riguarda la possibilità di uno dei due conviventi di ottenere l’assegno di reversibilità dell’altro. Secondo la stessa sentenza a San Marino la convivenza che ha avuto durata, attestata nei modi di legge, di almeno quindici anni, diviene ” la fonte diretta di obbligazione, connettendo al comportamento stabile tenuto doveri ed obblighi”. Quindi diritti e doveri anche per i conviventi.