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 2010  marzo 24 Mercoledì calendario

QUEL FONDO PERDUTO DI MARRAZZO

Di quanto soldi disponeva l’ex governatore del Lazio, Piero Marrazzo? Tanti, tantissimi, se venissero confermate tutte le rivelazioni delle trans di cui sarebbe stato cliente. Da ultimo è stata una ex trans brasiliana anomina (perché temerebbe per la sua incolumità), oggi parrucchiera nel quartiere della Magliana a Roma, a raccontare di aver potuto affrontare l’operazione in Brasile e diventare finalmente donna grazie ai soldi di Marrazzo. Allora, la sua preferita, Natalie, come emerge da vari articoli pubblicati, diceva di ricevere 5 mila euro a prestazione o giù di lì. E questa era la somma che Marrazzo si sarebbe portato con sé la sera del video divenuto oggetto di ricatto. La trans Paloma, sentita dall’Unità, ha detto che una volta Marrazzo le ha dato 17 mila euro. Il Corriere della sera ricorda che a Porta a Porta su Rai1, China, altra trans, aveva raccolto una confidenza secondo la quale Brenda (trovata poi morta carbonizzata) avrebbe ricevuto da Marrazzo ben 30 mila euro. Ricapitolando: 5 mila euro a Brenda (anche se Marazzo negli interogatori dice che gliene aveva dati solo mille); 17 mila euro a Paloma (a sentire quest’ultima); 30 mila euro a Brenda (secondo la testimonanza di China). Gli interventi in Brasile. Sono cifre, che se ripetute nel tempo, nessuno stipendio, nemmeno da governatore, sarebbe in grado di onorare, considerato che c’è anche una gestione della vita normale. Ecco, allora, che resta in piedi l’interrogativo che è tornato a circolare nei giorni scorsi alla Camera dove si sta per discutere ufficialmente della decadenza del deputato Udc, Giuseppe Drago, ex presidente della regione Sicilia. La domanda è questa: Marrazzo aveva un fondo a disposizione per le sue spese, in qualità di presidente della Regione di cui forniva regolare rendicontazione? Sì, perché, l’ex presidente della Sicilia, Drago, ha subito la condanna a tre anni, confermata (la sentenza diventa definitiva) in Cassazione, per cui oggi la Camera sta per esaminare alla Giunta per le elezioni la sua possibile decadenza dall’incarico di parlamentare. La pena è condonata, ma scattano comunque le pene accessorie tra cui l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. C’è soltanto un altro precedente in Italia fra i governatori, per il quale la Cassazione ha ritenuto fondate le responsabilità. Si tratta di Giuseppe Provenzano, anche lui ex presidente della regione Sicilia accusato anche lui di peculato. Entrambi gli imputati si sono appropriati, senza stendere alcun rendiconto, dei soldi del fondo riservato alla presidenza della regione. L’accusa ha dimostrato che nessuna spesa può essere affrontata con denaro pubblico se non c’è un rendiconto. La questione venne fuori tra la fine del 1998 e l’inizio del 1999 e fu sollevata dal presidente diessino Angelo Capodicasa. Ora, secondo quanto risulta a Italia Oggi, tutti i presidenti di regione sono dotati di un fondo riservato da cui attingono per le proprie spese. per definizione riservato. Tutti forniscono regolare rendicontazione? Lo stesso vale per i ministri e addirittura per i sottosegretari. Forse varrebbe la pena stabilire regole che valgano per tutti o decisamente dichiarare fuorilegge questi fondi.