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 2010  marzo 25 Giovedì calendario

IL DEBITO DEL PRIMO MONDO


Non c’è solo la Grecia che affonda nei debiti e avrebbe bisogno dell’intervento cinese.
Secondo gli esperti Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico,
a fine 2010 il debito pubblico del Giappone sarà pari al 197 per cento del Prodotto interno lordo (ma il Giappone, si sa, è il peggior nemico della Cina e viceversa). Per l’Fmi, il Fondo monetario internazionale, la percentuale sarà addirittura del 228 per cento. Nonostante la poco onorevole leadership, nessuno pensa che il Giappone possa fallire, come è successo in passato a Stati di un certo rilievo, come l’Argentina. A fronte del massiccio indebitamento, Tokyo detiene un consistente stock di asset finanziari ed è una delle potenze economiche mondiali; inoltre, fa notare l’agenzia di rating Fitch, «il peso degli interessi al servizio del debito resta inferiore a quello dell’Italia e in linea con quello del Canada e degli Stati Uniti». Come dire: è importante il debito, certo, ma forse lo è di più il rendimento da riconoscere a chi ti presta i quattrini. Nelle prime posizioni dei debitori si collocano, alla spalle dell’inguaiata Islanda (142 per cento a fine anno), Italia e Grecia. Che, stando agli esperti della Bis, la Banca internazionale dei regolamenti, a fine 2011 andranno a braccetto a quota 130. Anche se può apparire paradossale, sono le nazioni più avanzate e con un ”rating” più elevato a far galoppare il debito. L’Ocse prevede che l’indebitamento pubblico del primo mondo supererà il 100 per cento del Pil al termine del 2011, situazione mai verificatasi in tempo di pace. Tra gli Stati con la tripla A, la pagella migliore delle agenzie di rating, è l’Inghilterra quella che he messo il turbo al debito, spiega Fitch. Mentre le proiezioni del team di economisti della Bis dicono che, con entrate stabili sui livelli del 2011, nel giro di un decennio il rapporto debito/Pil schizzerebbe sopra il 300 per cento in Giappone, arriverebbe al 200 in Gran Bretagna e un plotone composto da Usa, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda e Italia viaggerebbe intorno al 150. Sta calando il debito dei privati nei paesi industrializzati e cresce quello pubblico. Secondo alcuni osservatori, un travaso positivo: perché i fallimenti a catena di tanti piccoli privati possono creare panico, mentre gli Stati e i loro creditori hanno i nervi più saldi e possono monetizzare il debito.