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 2010  marzo 23 Martedì calendario

LA GOMMAPIUMA CHE INGANNA

Con i suoi primi lavori in poliuretano espanso, che riproducevano barriere coralline, greti di fiume, spiagge, prati fioriti, porzioni di bosco, piante e frutti, Piero Gilardi divenne famoso poco più che ventenne. Le opere, create a metà degli anni Sessanta, si chiamavano «Tappeti natura» e nascevano come «sculture da pavimento». L’intento dell’artista era di togliere l’arte dal suo piedistallo, collocandola letteralmente a terra e trasformandola in superficie addirittura calpestabile, qualcosa da porre non più all’altezza degli occhi ma sotto i piedi.
Ora Gilardi espone una cinquantina di questi tappetini (le misure non superano il metro quadrato) contemporaneamente a Roma (33 opere) e a Milano (19 opere) nelle due sedi della Galleria Russo. Fino al 7 aprile, in via Alibert 20, nella mostra «Notizie dalla terra», si potranno vedere i lavori legati prevalentemente al trascorrere delle stagioni. L’artista accoppia cespugli di arancini che crescono nella vigna mescolati ai tronchi di vite, fiori di aloe e buganville accanto a grappoli di ribes, rami bianchi di eucaliptus sullo sfondo di edere rosso fuoco, pannocchie e mele sul tetto innevato di una baita, cachi splendenti e piume di ghiandaia, e poi una carrellata di fragole e frutti della passione, piselli e zucchine in fiore, foreste di bambù e piante tropicali, campanule e conchiglie, sassi e funghi che si contendono col muschio tronchi secchi.
Sono opere in cui il trionfo della natura è al tempo stesso vitale e mostruoso, perché gli oggetti sono troppo allegri, colorati, anche con tinte irreali, come i gusci delle cozze azzurri con righe bianche e blu. E si vede chiaramente che le forme sono plasmate in gommapiuma.
Ricostruendo fedelmente con materiali sintetici frammenti di ambienti naturali, Gilardi vuole mettere a fuoco una situazione paradossale per denunciare il predominio del mondo artificiale-virtuale su quello reale e la poca cura nella salvaguardia dell’ambiente.
L. Col.