frammenti vari, 24 marzo 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "MAZZINI, MINA"
•1996
Massimiliano Pani, il figlio di Mina, dice che la madre «vorrebbe tornare sul palcoscenico, ma teme di ritrovarsi tutti addosso, la sua vita sarebbe distrutta». La cantante non avrebbe nulla a che fare con la biografia "Mina, mito e mistero" di Nino Romano e neanche con lo special dedicatole il 22 settembre da Retequattro: «Non ha potuto controllare né la trasmissione, né il libro. Ma c’è abituata. La Rai ha pubblicato cinque videocassette senza neanche consultarla, senza concederle royalties. E, non contenta, ne ha ricavato anche quattro cd. Questo è Far West. Mina ha commentato così: "Almeno un mazzo di fiori potevano spedirmelo. Oggi siamo in causa con la Rai"». Sempre secondo il figlio, a Mina non piacciono «il potere, i soldi, i gioielli. Vive in affitto. Non frequenta i vip: i suoi amici sono gente comune, il salumiere, il professore universitario. Persone intelligenti e di talento, non economicamente dotate». Ed ha un grande fiuto musicale: «Più di dieci anni fa sentì un cantante di colore e mi disse: "Oggi ho ascoltato uno fortissimo, sfonderà": Era Prince». Mina e Battisti «da anni si cercano, si parlano, si fanno promesse. Hanno da tanto tempo l’idea di collaborare di nuovo, ma lei non fa dischi con le canzoni che scrive oggi Battisti. E lui non vuole più fare le cose di un tempo». La cantante non appare in pubblico dal 1978, ma continua a incidere nuovi album (l’ultimo, uscito pochi giorni fa, è Cremona). Nella sua carriera ha venduto 50 milioni di dischi. Secondo una recente statistica che mette a confronto le hit parade dal 1953 a oggi, risulta l’artista con più presenze in classifica.
Alfredo D’Agnese, Epoca, 04/10/1996
•2003
Il primo titolo depositato alla Siae da Cristiano Malgioglio, per una canzone poi cantata da Mina, era «L’importante è venire»: fu costretto a cambiarlo in «L’importante è finire».
Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera 1/12/2003.
Fra i creatori di parole più originali, Mina su ”La Stampa” con: destarizzarsi ("abbandonare gli atteggiamenti propri di un divo"); italianese ("l’italiano diventato mezzo inglese"); gossipovoro ("che si nutre di pettegolezzi").
Giorgio Calcagno, La Stampa 30/12/2003
•2004
Sabato 25/7/1964. L’estate è dominata da L’esercito del surf di Catherine Spaak e Datemi un martello di Rita Pavone. In ginocchio da te di Morandi resta in testa alle classifiche per 13 settimane. Ma è Bobby Solo a vendere più di tutti con Una lacrima sul viso (1,5 milioni di dischi). Le cifre dei cachet sono già molto alte: Mina e Celentano, i più cari, prendono un milione e mezzo a serata.
L’Indipendente 25/07/2004
«Pulcherrima diva, il soffritto no! Non ti abbiamo forse amato abbastanza? Perché vuoi avvicinarti così tanto a noi poveri cessetti quotidiani? Perché tu, lontana, altera, trascendente, spaziale, enorme, con le tue splendenti tettone gonfie di autocompiacimento, con le tue pazzesche gambe arroganti e vittoriose vuoi mostrarci le tue tenere inadeguatezze?» (la lettera aperta di Mina sulla pubblicità di Sophia al suo libro Ricette e memorie).
«Parole, parole, parole» (la risposta della Loren a Mina)
Ansa 26/8/2004.
ENZA SAMPO’: «Io sono stata segnalata in Rai da Maurizio Corgnati, ex di Mina che stava nel mio palazzo».
Francesco Specchia Libero, 31/10/2004
Secondo un’indagine realizzata su 1.200 studenti di Bologna e Messina, il cantante preferito (44 i nomi in elenco) è di gran lunga Vasco Rossi. Seguono Ligabue, Blink 182, Robbie Willimas e Jovanotti. Il più detestato è Marilyn Manson, poi Mario Merola, Giuseppe Verdi, Antonio Vivaldi e Mina.
Giordano Montecchi, l’Unità 22/12/2004
•2005
Nell’estate del ’65 per pagarsi gli studi all’Accademia d’arte drammatica, Branko collaborava a un giornale di Trieste in lingua slovena, sul quale un giorno pubblicò l’intervista in cui Mina gli confidò di mangiarsi le unghie, di avere paura di notte, e di telefonare facendo un numero a caso per il gusto di dire allo sconosciuto che rispondeva: «Sono Mina».
Marina Valensise, Panorama 13/1/2005
«[…] All’inizio degli anni Sessanta, quando a fare il reportage per ”L’Europeo” ci andava Oriana Fallaci, Sanremo ha lanciato gli «urlatori», e soprattutto Mina e Celentano, che rappresentavano l’immagine anche fisica di una clamorosa innovazione di voci e di gesti, che importava un’America teppista. Può darsi che allora, quando i Sixties erano ancora ben lontani dall’essere «fab», l’ex Baby Gate e l’insolente Adriano fossero effettivamente gli emblemi di un paese giovane, che si liberava a strattoni dai codici. Una generazione cresciuta fra l’hulahoop, lo scubidù, il twist, e il fantasma del sesso. Difatti, quando Mina canta Tua, una canzone del repertorio di Tonina Torrielli e di Jula De Palma, vengono fuori inclinazioni erotiche esplicite. Ha spiegato Gianfranco Manfredi, cantautore e scrittore, che per la Torrielli era la dichiarazione d’amore coniugale di una donna onesta, modesta, virtuosa, fedele; la De Palma ne fece una cosa spaventosamente sexy, terrorizzando la tv democristiana e giocandosi la carriera; Mina, la «teddy girl» irridente di «bllll... le mille bolle blu», ne ricava una cosa tutta superficiale, niente di importante, una scopatina da considerare con un’alzata di spalle».
Edmondo Berselli L’espresso, 03/03/2005
«Ma fattelo tu l’intervento. Al cervello però. Sono avvelenata contro quel medico, che per soldi o per andare sui media si è inventato questa nuova stolidezza. Ma ancora di più nei confronti dei padroni che azzerano le orecchie ai dobermann, che non sopportano la vista di rughe o eccessi di pelle sui loro cani, che fanno tagliare definitivamente unghie e denti dei gatti per salvare l’integrità dei loro stramaledetti divanetti domestici. Siamo ben oltre la frutta. Non c’è più confine tra estetica e violenza» (Così nella lettera che scrisse sulla Stampa al chirurgo plastico brasiliano che operava i cani per far vincere loro i concorsi di bellezza)
MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2005
BIBI BALLANDI: Qual è la grande scommessa del mondo dello spettacolo? «Far tornare a cantare in pubblico Mina. Il Signore dovrebbe illuminarla». Uno spettacolo di Mina in tv... «...18 milioni di spettatori, più di Sanremo, della finale dei Mondiali di calcio». Dimmi la verità: ci hai provato. «Sì, sì...». Che cos’hai promesso per convincerla? « una missione impossibile. Non le interessano neanche i miliardi».
Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della Sera Magazine 09/06/2005
In Italia nel ’74 fu Mina a sdoganare nello show «Milleluci» il riccio fitto fitto, una specie di afro, ma biondissimo. [ROBERTO D’ANTONIO, PARRUCCHIERE, NDR]: «Lei era una grande creatrice di immagine », ricorda, ma quei capelli così gialli e cotonati non erano proprio il massimo, neanche per lei.
Claudia Voltattorni, Corriere della Sera 17/08/2005
Rita Pavone ha smentito a Stella Pende di aver soffiato ”Studio uno” a Mina: ”Macché soffiato! Con lei ho fatto duetti meravigliosi. Io vestita da bambina a quadrettoni, lei travolta dai volant, Una volta abbiamo cantato all’impronta con le sole percussioni: io ”le mille bolle blu”, lei ”Sul cocuzzolo della montagna”. Poi lei rimase incinta di Massimiliano. Nell’Italia dei democristi più bigotti fu una bomba che la tagliò fuori dalla Rai. Così un giorno mi telefona Sacerdoti, autore con Antonello Falqui di Studio Uno. Per poco non svengo: ”Vuoi fare Studio Uno?” Accetto al volo. Come contorno mi mettono una tribù di collettoni. Ragazzini ballerini col colletto a punta di gran moda all’epoca.
Stella Pende, Panorama 8/9/2005
•2006
Tra i ricordi di Pippo Baudo, un invito di Mina: «Fu lei a incoronarmi chiamandomi a Teatro 10 con Bongiorno, Corrado e Tortora. Enzo, terribile, mi sussurrò: ”Sei alto, mettiti in punta di piedi dietro a Mike, così lo fai sembrare ancora più basso...”. Quella fu forse la giornata più bella della mia vita. Arrivare a via Teulada da divo invitato da Mina». Era la fine degli anni Sessanta.
ONDA TV n.14 dal 1 al 7 aprile 2006
Solo una curiosità. Com’è Mina nella vita di tutti i giorni?
Elisa
Oh Signur, Elisa. Come vuoi che sia? Come te, come Maria, come Giovanna, come Roberta. Al mattino mi infilo la mia coppa di ermellino tempestata di diamanti e passo mollemente dalla camera da letto alla piscina caldissima, dove quattro ragazzotti seminudi hanno messo sali e schiume e mi attendono per lavarmi e massaggiarmi. Poi, dopo una breve colazione servita su una terrazza di mille metri quadri che vede il mare di Sardegna, ricevo le segretarie, sei, tutte in tailleur rigorosamente nero e camicetta di seta color panna, con le quali sbrigo la corrispondenza. Una portantina mi aspetto nella corte dei mio palazzo dei Cinquecento nel cuore di Firenze. Vado a fare un giretto e torno a passare la giornata tra pietre preziose, bignè e lampi di genio.
Mina nella sua rubrica su Vanity Fair, 2005/2006
Nella trasmissione Milleluci (1974) Raffaella Carrà e Mina non hanno mai litigato, a parte affrontarsi sull’altezza dei tacchi: "Mina, più alta di Raffaella, metteva i tacchi alti, e allora Raffaella rialzava i suoi. Mina allora metteva i tacchi ancora più alti e Rafaella rilanciava… fino a che furono fermate per non rischiare che sparissero dall’inquadratura" (Gino Landi, coreografo storico di Raffaella Carrà).
Fabio Canino con Roberto Mancinelli, Raffa, Sperling & Kupfer Editori, 2006, 20 euro.
Nel 1974 Mina e Raffaella Carrà dovevano condurre in coppia il varietà Milleluci. Problema: la Carrà era più bassa di Mina di quindici centimetri (un metro e 60 contro un metro e 75). Il costumista Corrado Colabucci pensò di far calzare alla Carrà un paio di zatteroni. Mina allora si impuntò: "Sono di moda, li voglio anch’io". Il regista Antonello Falqui assecondò la cantante facendole comprare due paia di zatteroni: uno più alto, per le prove, uno più basso, per le riprese (Falqui contava sul fatto che Mina, di solito agitatissima prima di entrare in scena, non avrebbe notato la differenza. E infatti non la notò).
Dora Giannetti, "Divina Mina", Zelig
•2007
MOGOL: «Doveva interprctare Il mio canto libero, ma chiedeva che fosse riscritto il testo. L’ha cantata Lucio ed è stato un successo. E pensare che alla Ricordi non volevano farlo cantare".
Cesare Fiumi, Magazine 1/11/2007
LUCIO PRESTA: «Dobbiamo tutto a Mediaset. Finché c’era solo la Rai, gli agenti manco potevano entrare a viale Mazzini. La mediazione fra persone è vietata in Italia. C’era solo un uomo che veniva ricevuto in Rai: Elio Gigante, l’impresario di Mina».
Stefano Lorenzetto, Il Giornale 2/11/2007
PANI CORRADO Roma 4 marzo 1936, 2 marzo 2005. Attore. Esordio alla Radio Vaticana nella parte di Gesù Bambino, ebbe grande popolarità grazie alla tv, protagonista di sceneggiati diretti da Sandro Bolchi quali I fratelli Karamazov, Bel Ami, Il mulino del Po. Ebbe una discussa storia d’amore con Mina, dalla quale nacque Massimiliano.
Catalogo dei morti
PATTI PRAVO: «Uno spreco di talento, il suo. Se fai un disco l’anno fallo bene, cerca qualcosa di nuovo, altrimenti fanne uno ogni cinque anni».
Giancarlo Dotto, Panorama 12/10/2007
Anche Bongiorno è in forma: mentre le Goggi imita Mina, lui commenta: «Sarebbe Mina questa?» (durante le prove per Miss Italia 2007 che Bongiorno presentava con Loretta Goggi, ndr)
Anna Chiara Sacchi, Corriere della Sera 25/9/2007
Mina dimagrì tornando meravigliosa a suon di cappuccini.
Laura Laurenzi, la Repubblica 21/1/2007
Nella trasmissione tv Giardini d’inverno volle abiti Fausto Sarli
Paola Pisa, ”Il Messaggero” 8/5/2007.
Gianni Morandi dice che nella sua carriera ha ricevuto «tante» proposte di matrimonio, «tranne quella della donna di cui ero innamorato: Mina. Quando le stavo accanto tremavo tutto. Mi faceva impazzire. Ma era un amore platonico, sia chiaro».
Emilio Marrese, Il Venerdì 23/3/2007
RECENSIONI TV.
Achille Campanile.
Ha un dono per tutti. La telebefana del 1962. L’Europeo, 7 gennaio 1962. «Gentile Signorina Mina, voglio sperare che al ricevere della presente, ella non s’abbandoni a qualche gesto inconsulto. Oh, non alludo al suicidio, si tranquillizzi. Alludo semplicemente ai gesti che ella fa cantando. Di solito esordisce con alcuni cenni cabalistici. Intona, per esempio, Giuramelo, facendo schioccare le dita. Attacca Besame mucho, e si tocca la fronte, come per dire «Mi viene un’idea». Indi passa all’ ormai consueto suo gesto corrispondente al napoletano «pachioco», per mettersi in posizione di riposo, con la palma sinistra sotto il gomito destro. Poi scuote le mani, come se le avesse bagnate. Canta: «Penso che un giorno lontano ... » (e muove le dita, come se svolgesse un rocchetto) «... un caro ricordo di te resterà» (e fa il gesto dell’auriga che guida la biga nel Circo Agonale). Indi esegue senza apparente ragione il saluto degli orientali. Le mando pertanto due regali per l’anno nuovo. Primo: uno specchio, perché ci si guardi, mentre canta, e cerchi d’intonare vagamente l’atto alla parola. Secondo, un fazzoletto. Non badi se sia più o meno adatto a soffiarcisi il naso, perché deve servirle unicamente a farci un nodo, per rammentarsi che esiste la massa dei telespettatori e non regolarsi come in Studio Uno, dove, del tutto dimentica del resto del Paese, che la vede sul video, e convinta che il mondo si limiti ai cento o duecento spettatori in sala, i quali, a comando di scritte luminose, tributano applausi, continua per parecchio tempo a fare smorfiette e risatine, come per dire: «Che cari pazzerelloni! Come mi festeggiano! Basta, adesso, via!» e ogni tanto, poi, viene presa da una sfrenata, quanto ingiustificata ilarità folle. Non le dico quando c’è stata la Valente, e nessuna delle due voleva esser da meno dell’altra. Le risate da parte di entrambe si sprecavano, come ci fosse qualcosa di straordinariamente divertente, mentre non c’era proprio niente da ridere. Del resto, se si divertono tanto, ridano pure.Ma tenga presente che, nelle esibizioni di tipo brillante in fondo sarebbe più opportuno che a ridere fosse il pubblico. Auguri!».
Aldo Grasso, Corriere della Sera Magazine 18/01/2007
•2008
[...] Nel 1978, alla Bussoladomani di Lido di Camaiore, Wanda [FISHER, SUA CORISTA A LUNGO, NDR] era sul palco accanto a Mina durante l’ultima esibizione live della Tigre di Cremona. [...] . Come prima corista aveva preteso proprio Wanda Fisher, che racconta: «La tourneé sarebbe dovuta durare quindici serate; invece, si interruppe dopo undici esibizioni». Di quei giorni del 1978, la Fisher ha ricordi nitidi: «Mi accorsi che Mina, prima di andare in scena, passeggiava nervosa come una vera tigre in gabbia. Prima dell’entrata, si faceva addirittura il segno della croce. Una volta sul palco colpiva al cuore il pubblico con quella voce unica. Una sera le chiesi: cara, non pensavo fossi così nervosa prima di un concerto, tu, la migliore di tutte... E lei: Wanda, ti confesso che ho sempre avuto una paura matta prima di cantare, mi sento morire! Dopo lo show riacquistava sicurezza e andava a giocare a poker fino all’alba». Durante quelle esibizioni che fruttarono a Mina venti milioni di lire a sera (55.000 euro di oggi), la star di Cremona rispolverò canzoni di Battisti (’Emozioni”, ”Ancora tu”, ”Sì, viaggiare”), Fossati (’Non può morire un’idea”) e Cocciante (’Margherita”), oltre a classici dei Queen ( ”We’re the champions”) e di Ray Charles (’Georgia on my mind”). [...] Il 23 agosto 1978, davanti a 6.000 fan emozionati che avevano pagato 15.000 lire dell’epoca per assicurarsi un biglietto dell’undicesima replica, Mina cantò venti brani e chiuse il bis con ”Grande, grande, grande”. Poi uscì di scena con il suo vestitino nero incollato alla pelle sudata. Molti ricordano che la cantante non portava il reggiseno. Il sipario calò, le luci si spensero per sempre sulla sua immagine pubblica. Di quella serata resta un documento: il 33 giri ”Mina. Live ”78”. Racconta la Fisher: «Nessuno, soprattutto lei, immaginava che quel concerto fosse quello dell’addio. Dopo pochi giorni si ammalò, si parlò di uno strano virus, forse una brutta influenza... Le ultime serate alla Bussoladomani furono cancellate. E così, in modo malinconico, si chiuse la carriera live di Mina. La più grande».
Leonardo Iannacci, Libero, 28/11/2008
BARZELLETTA DI ORNELLA VANONI: «In Paradiso chiedo a San Pietro di stare su una nuvoletta lontana da Mina, quando sento le note Brava! Brava! Sono tanto brava! Il santo mi dice che non è Mina, ma il Padreterno che la imita».
Ivan Rota, Vippissime, Chi, 29/10/2008
TONI RENIS: «Mina è la mia sorellina. Le devo molto. Fu lei a impormi a Sanremo nel ’62: "Vengo solo se portate anche Tronis", così mi chiamava».
Giancarlo Dotto, La Stampa 21 maggio 2008
GERRY BRUNO: Qualche sua conquista famosa? «Sono stato 4 anni con Bruna Lelli. Mi hanno attribuito flirt con Dionne Warrick e Mina: non ammetterò e non negherò». […] La donna più bella conosciuta? «Mina, splendida e affascinante».
Alessandro Dell’Orto, Libero 13 aprile 2008
LA CANTANTE SILVIA CORTELLA: "Oggi sono Mina" è il titolo del suo spettacolo [...] un tributo «alla più intensa interprete italiana di sempre».
Catalogo dei viventi
Mina, che per prima le aveva cancellate [LE SOPRACCIGLIA, NDR] dal viso diventando indimenticabile.
Roselina Salemi, La Stampa 6 marzo 2008
GIORGIA: Altro duetto dell’ultimo disco: con Mina. «Grossa... Nel senso, fantastica. Quando ha accettato per poco non svenivo». Un duetto fatto a distanza. Non vi siete mai incontrate. «Né sentite. Lei mi ha lasciato gli auguri di Natale sulla segreteria del cellulare e quel cavolo di telefonino ha cancellato il messaggio. Che voce... anche in segreteria».
Vittorio Zincone, Corriere della Sera Magazine 24/01/2008
DONATELLA RETTORE In un blog ha definito Mina, la Carrà e Patty Pravo icone per gay attempati. «Beh è vero. Anch’io sono un’icona, ma per quelli giovani. Su Mina poi aggiungerei un consiglio: nei momenti di stanchezza artistica meglio stare fermi. Troppo spesso lei usa la voce in modo poco educato».
Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera 17/9/2008.
•2009
Mina ha accettato, a titolo gratuito, di prestare di nuovo, dopo tanti anni, la sua voce per uno spot, su invito dell’amico Guido Barilla
Ivan Rota, Chi, 3 giugno 2009.
Utilizzano l’aereo solo se costretti Adriano Celentano, Mina ecc.
Novella 2000, n. 49, 03/12/2009
Benedetta Mazzini a proposito della madre Mina: « la persona più importante della mia vita, la mia migliore amica, fratello e sorella. una delle persone migliori che ho conosciuto, le presento sempre i miei amici, sono innamorata di lei».
Andrea Laffranchi, Corriere della Sera 4/12/2009.
Il direttore d’orchestra Claudio Abbado rivela che il compositore Luigi Nono avrebbe voluto scrivere qualcosa per Mina: «’Mi basterebbe anche un solo suono, una sola nota”, mi disse».
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 9/11/2009.
Ornella Vanoni: «Noi sosteniamo con ostinazione Mina, a tutti i costi, peccato che Mina non c’è. Non essendoci... è troppo facile. Finalmente hanno smesso di imitarla e imitano la Pausini. Almeno qualcuno si è accorto che è la cantante italiana più popolare in patria e nel mondo».
Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della sera 12/11/2009.
«Domenica 23 aprile 1972, Secondo canale (superfluo dire: della Rai. C’era solo lei). Dal Teatro delle Vittorie in Roma sta andando in onda Teatro 10. La trasmissione è in bianco e nero, anzi soprattutto nel bianco che più bianco non si può tipico delle piccole scenografie dei grandi show di Antonello Falqui. Alle 21,47, scatta l’ora di un evento eccezionale nella storia della televisione italiana, quindi della società italiana: per la prima, unica e ultima volta cantano insieme Mina e Lucio Battisti. I due giganti del pop italiano, i due artisti più geniali e irregolari della patria canzone, i due colossi che scelsero di sparire dalla scena dopo averla occupata fino alla massima capienza grazie a una combinazione irripetibile di genio, carisma e mistero, insieme sullo stesso palcoscenico. Il grande cantautore e una delle sue interpreti preferite. storia forse minima, ma è certamente storia.
L’evento dura otto minuti e 20 secondi. Per ricostruirlo nei minimi dettagli, fra antefatti, retroscena, aneddoti e testimonianze, il giornalista Enrico Casarini ha impegnato diversi anni di lavoro e le 368 pagine di un libro godibile e profondo, Insieme Mina Battisti (sottotitolo: «1972: Il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano», Coniglio editore, 14,50 euro)»
Maurizio Mattioli, La stampa 9/7/2009.
«Eviterei il 1946 e il 1968 per focalizzare l’attenzione sul 1958. Quell´anno segna l´incontro del nostro Paese con la modernità. Per la prima volta, gli impiegati nell´industria superano per numero i contadini; Giovanni XXIII inaugura un pontificato durante il quale la Chiesa dimostrerà di non temere il nuovo; entrano in vigore i trattati di Roma, che sanciscono la nascita della Comunità economica europea. E, sul versante dello spettacolo, non dimentichiamo il debutto di Adriano Celentano, Mina e Fabrizio De Andrè» (Guido Crainz, ordinario di Storia contemporanea all´Università di Teramo, sull’anno che ha cambiato l’Italia)
Dario Pappalardo, la Repubblica 17/06/2009
«Mina, vogliamo che ci sia anche tu». Laura Pausini lancia un appello al mito della canzone italiana. A tre settimane dal megaconcerto benefico «Amiche per l’Abruzzo», la Pausini non molla. Sono arrivate 111 adesioni di colleghe cantanti, ma non ancora quella di Mina.
Andrea Laffranchi, Corriere della Sera, 29/5/2009
Mina non può intaccare il proprio mito mostrandosi in pubblico, ma, almeno, secondo quello che dice il figlio Massimiliano Pani, ha sempre voglia di lavorare. Per questo la cantante ha accettato, a titolo gratuito, di prestare di nuovo, dopo tanti anni, la sua voce per uno spot, su invito dell’amico Guido Barilla.
Ivan Rota, Chi, 3 giugno 2009
Franco Battiato: «La Vanoni l’ho capita in ritardo, però, quando l’ho capita, l’ho capita davvero. Mina l’ho capita in anticipo. Dopo, da cantante nazionalpopolare l’ho capita meno. Di Milva apprezzo il percorso intellettuale».
Giancarlo Dotto, La stampa 29/4/2009
Con De Gregori (Atlantide e Mimì sarà), De Andrè (Giugno ”73) e Fossati (Bella), Mina è tra i cantanti preferiti di Dario Franceschini
Jacopo Iacoboni, La Stampa 17/3/2009
Claudio Sabelli Fioretti: «Adoro Mina. Ma non si vuol fare intervistare. La butto»
Giovanni Audifreddi, Vanity Fair 18/3/2009
Lei [ORNELLA VANONI, NDR] e Mina avete duettato in ”Amiche mai”. A distanza però…
«Eh, e infatti non funziona. Da me e Mina la gente si aspetterebbe un capolavoro, e invece è venuta fuori una canzoncina».
Di chi è la colpa?
«Di chi è la colpa, di chi è la colpa…? Del lupo cattivo. Le basta come risposta?».
Dica almeno se il lupo cattivo sta più verso Milano o verso Lugano.
«Magari verso la Svizzera, così si salva».
Matteo Orsucci, Libero 12/3/2009
[FRANCA VALERI, NDR] Si è mai offeso nessuno per i suoi personaggi? «No mai, una volta Mina, ma fu un equivoco. Che sciocchezza questa della ferocia: io ho grande fiducia nell´umorismo e nell´intelligenza delle donne»
Carlotta Mismetti Capua la Repubblica 8/3/2009
Però, signora Zanicchi, lui [BONOLIS, NDR] è incorreggibile. A Sorrisi.com ha detto: ”Mina deve smettere di rompere le scatole”.
«Ma solo perché tutti hanno il desiderio di vederla dal vivo. Lei fa bene a fare la castellana ma è talmente grande che dovrebbe far vedere che ha le rughe come tutte noi, io sono donna e queste cose le conosco».
Laura Rio, il Giornale 19/2/2009
ORNELLA VANONI: «Un’occasione buttata [IL DUETTO CON MINA, NDR]. Avrei preferito un pezzo straordinario per un’occasione straordinaria. Ma è molto difficile trattare con Mina... Una sua scelta. Questo è un motivetto carino, spiritoso, con un titolo accattivante, niente di più. Mi dispiace».
Giancarlo Dotto, La Stampa 25/02/2009
Mina è un ectoplasma (parola di Patty Pravo)
Marianna Aprile e Enzo D’Antonio, Novella 2000, n. 9, 26/02/2009
«[...] il festival di Sanremo potrebbe tentare di recuperare una sana dimensione di promotore di musica popolare. Puccini lo eseguono già in tutti i teatri dell’opera del mondo, in continuazione, non c’è bisogno che un’artista straordinaria come Mina, nascosta dietro i riverberi dei mixer digitali, renda insapore una delle arie più note della lirica» (sull’apertura del Festival di San Remo 2009 con il video di Mina, che canta il Nessun dorma di Puccini col ”Vincerò” finale)
Marcello Filotei, L’Osservatore Romano, 19/2/2009
IVA ZANICCHI: «In Italia a una certa età bisogna mandarci al macero. Ma forse lei [Mina, ndr] fa bene così. Se si mostrasse come facciamo tutti scopriremmo che ha le rughe sotto il collo, il sedere grosso. Massì, stia là e non rompa le scatole».
Andrea Laffranchi, Corriere della sera 19/2/2009
I critici dal Festival di Sanremo sono rimasti stregati dalla prestazione di Mina che invece ha fatto pena: primo, perché non si fa cantare a una donna una romanza da tenore. Secondo, perché una cantante di musica leggera, per brava che essa sia, non ha l’impostazione per recitare l’opera lirica. Terzo, perché chi si fa pagare profumatamente per inaugurare un evento, non può disertare il palco e farsi rappresentare da fotografie, ritratti all’aerografo e ghirigori vari alla Odissea nello spazio. Mina non se la sente di salire in scena? Poco male. Resti a casa e continui a incidere i suoi cd. Ma non faccia la protagonista per corrispondenza. Solo una Rai sgangherata può accettarla così.
ItaliaOggi 19/2/2009
Cosa pensa della sua coetanea Mina che si è presentata qui a Sanremo in video? IVA ZANICCHI: «Le avrei dato di persona 20 milioni di euro se fosse venuta all’Ariston per interpretare sul palco Nessun Dorma. Che so cantare anch’io, eh... Sentite un po’: Nessuuun Dooormaaaa!».
Leonardo Iannacci, Libero, 19/2/2009
MARIO LAVEZZI: «Una volta Mina ha rifiutato di incidere vita, un pezzo scritto a quattro mani da me e Giulio Rapetti, in arte Mogol. L’avevo cercata al telefono pieno di entusiasmo e le avevo detto: "Guarda che ho un brano forte per te. Ascoltato e fammi sapere". Il suo assoluto silenzio è stato più esplicito di qualsiasi no. Mina è determinatissima e su quello che vuole cantare non ha mai dubbi. Per quanto riguarda gli autori, ha un approccio da talent scout. A lei piace lavorare con gente nuova che non ha mai scritto per nessun altro. La sua scelta di ritirarsi dalle scene? Non credo che abbia prodotto effetti positivi sulla musica. Per essere creativamente al top bisogna confrontarsi, vivere nel mondo. Mi viene da pensare che lei non si sentisse più a suo agio sul palco. Tornando a Vita, anche Fioretta Mannoia storse il naso e disse di non volerla registrare. Ma non gliel’ho mai rinfacciato perché agli artisti è difficile dire: io te l’avevo detto. Alla fine, la canzone piacque a Lucio Dalla e a Gianni Morandi che la registrarono. E fu un grande successo».
Gianni Poglio, Panorama 12/2/2009
SIMONA MOLINARI (Cantante): «Prima la sentivo come moderna. Oggi non più. Non discuto il suo talento, e come potrei? Ma diciamo che non mi arriva più quanto la sento cantare una questione di pelle. E la musica si deve sentire nell’anima»
Paolo Giordano, Il Giornale, 17/2/2009
Il Festival sarà aperto dal Nessun dorma dalla Turandot di Puccini cantato da Mina, che ha appena inciso un disco dedicato ai classici del melodramma internazionale. Marinella Venegoni: «The voice of Mina sarà accompagnata da un breve video di tre minuti curato da Mauro Balletti, il fotografo che abitualmente si occupa delle sue fotografie e delle copertine discografiche: ci scapperà magari qualche immagine recente, e sul finire del ”Vincerò” si accenderanno le luci all’Ariston». [8] Patty Pravo, in gara col brano E io verrò un giorno là: «Mina manca di coraggio. Al Festival o ci vai in carne e ossa o resti a casa. Che senso ha fare l’ectoplasma, apparire in un video o in una sigla?». [9] A. Laf, Corriere della Sera 11/2/2009;
•2010
Mina passò quattro serate a svelare i segreti del poker, in cui era molto abile, a Ornella Vanoni: «Fino a quando, per testare il mio livello di apprendimento, mi chiese: ”Tu quale carta lanceresti?”. Io gliela feci vedere. Rimase senza parole e, guardandomi sprezzante, disse: ”Ma va’ a cagare”».
Gianni Poglio, Panorama 25/3/2010
A Mina in tutto il Festival di Sanremo sono piaciuti solo Marco Mengoni (terzo classificato: «Gran figo con un gran futuro») e Nilla Pizzi («la regina»).
La Stampa 21/2/2010
Mina tiene all’Inter
La Stampa 24/1/10
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LIBRI:
BERSELLI Edmondo - Canzoni. Storia dell’Italia leggera. Indice dei nomi. il Mulino, Bologna 1999.
Venezia
Parla di […] Mina
CASARINI Enrico - Insieme Mina Battisti. 1972: Il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano.Prefazione di Massimiliano Pani. Postfazione di Franco Zanetti. Bibliografia. Coniglio, Roma 2009.
Venezia
Contiene: Documenti dell’epoca
Interviste a: Mina e Battisti ecc. […] Ai 5 musicisti che accompagnaro Mina e Lucio Battisti il 23 aprile del 72 a Treatro 10. L’unica volta che i due artisti hanno duettato.
VARI - Il Pianeta delle Illusioni. Il divismo negli anni Sessanta. Presentazione di Renato Minore, testi di Vittorio Martinelli e Enrico Lancia, introduzione Alberto Abruzzese. Belle Fotografie. Cosmopoli, Roma 1998.
Venezia
Contiene:Centinaia di fotografie in bianco e nero dei personaggi elencati qui sotto con data nascita/morte e con un brevissima biografica e didascalia (la maggior parte delle foto sono grandi e su carta lucida - tante foto di film) Tra i divi [...] Mina