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 2010  marzo 24 Mercoledì calendario

I RUGGERI MERITANO RICONOSCENZA

Pochi giorni fa un gruppo di ultrà dell’Atalanta ha inoltrato una lettera diretta alla proprietà, invitandone i vertici a vendere e farsi da parte. Per non dimenticare, la famiglia Ruggeri da due anni convive con una situazione drammatica, dal giorno in cui Ivan, presidente per 14 anni, fu colpito da un’emorragia cerebrale che da allora lo tiene, e la sua famiglia con lui, sospeso tra vita e morte. Il seguito fu uno sforzo ulteriore dei suoi cari per non lasciare cadere all’inferno la dea Atalanta, con il figlio Alessandro diventato il presidente più giovane della serie A e la figlia Francesca a cercare di far quadrare i conti tra azienda e calcio, in mezzo a una quotidianità fatta di incertezza e paura per un padre da curare con pazienza. Ivan ha affrontato la sua presidenza con un coraggio che pochi presidenti hanno avuto, soprattutto nei confronti di una parte di tifoseria che non ha mai perso l’occasione per contestarlo: quattro promozioni e tre retrocessioni è parte del suo raccolto da presidente, con lo sforzo di chi ha guidato una provinciale in un calcio cannibale, con il rischio di mandare a gambe all’aria l’azienda pur di salvare la squadra della sua città. Oggi, con la corsa per non retrocedere ancora aperta, i «tifosi» invece di sostenere la squadra scrivono un accorato invito a farsi da parte alla famiglia Ruggeri, come se ci fosse la fila di persone disposte a rischiare di rimetterci di tasca propria per amore del pallone. In questo calcio dai conti in rosso, l’Atalanta è un miracolo, per l’oculata gestione e quanto raggiunto sino a pochi mesi fa. L’isterismo pallonaro doveva regalarci anche questa pagina e viene da chiedersi: cosa deve fare più di così il presidente dell’Atalanta per meritarsi rispetto e gratitudine dai suoi tifosi e dalla sua città? Non è la curva dell’Atalanta a meritarsi un’altra società, è la famiglia Ruggeri a meritarsi un’altra tifoseria.
Gianfelice Facchetti