Maurizio Porro, Corriere della Sera 24/03/2010, 24 marzo 2010
LAURETTA MASIERO, REGINA DELLA COMMEDIA
morta ieri mattina in una clinica romana Lauretta Masiero, 82 anni, da 10 assente dalle scene e dal mondo, colpita dall’Alzheimer e curata dal figlio Gianluca. E’ stata una delle regine della passerella e non solo, attrice a 360 gradi goldoniana per nascita (era nata a Venezia il 25 ottobre 1927), apprezzata anche al cinema e in tv. Sorridente, vitale, con quelle gambe che non finivano mai e una sensualità in anticipo sui tempi, è stata una di quelle belle ragazze del dopoguerra che hanno fatto fortuna con la rivista ma poi hanno imparato a recitare davvero.
Sedotta dal teatro, incantata spettatrice al Malibran, scappò da casa: sembra un film. Da allora gavetta a caffelatte e paillettes: a 16 anni faceva la ballerina di fila con la Wanda Osiris, ma debuttò davvero nel – 47 con Macario, in Le educande di San Babila. Nel ”51 è già la seconda donna della compagnia, partecipando al successo di Votate per Venere e Galanteria; poi fu la volta di Baracca e burattini (con Dapporto): riviste che giravano l’Italia. Il primo vero successo, completo di un patetico scandalo, fu con Rascel: scritturata da Garinei e Giovannini per Attanasio cavallo vanesio, ma contrariata per l’assenza del suo nome sulla luminosa del Nuovo a Milano, la lascia la compagnia. La ditta G&G però la perdona e la scrittura in altri musical: Carlo non farlo con Dapporto, parodia delle nozze Ranieri-Grace Kelly, dove la bella attrice cantava coperta di reti sexy da pescatori «Luna sanremese» col giovane Giovanni Testori estasiato a guardarla che ci scrisse su un magnifico racconto; poi La padrona di Raggio di Luna su un campione di calcio, con Pagnani e Calindri.
Ma l’ambizione è la prosa, il riscatto con Goldoni le viene naturale: nel – 54 è nelle Baruffe chiozzotte all’Isola di San Giorgio, regia di Ludovici. Ogni tanto la rivista la chiama ancora, con Tognazzi in Uno scandalo per Lili, poi interpreta con Lionello e Tieri la fortunata edizione di «Canzonissima» (1960), quella con la paglietta. A teatro ha una bella affermazione come alter ego della Pagnani in La pappa reale di Marceau e poi in Mare e whisky di Rocca, mentre in seguito affronterà il più complicato Pirandello ( La signora Morli una e due, Ma non è una cosa seria). Da attrice simpatica e piena di verve, si allea con i commedianti di razza, da Calindri alla Zoppelli a Volpi, da Lionello alla Pagnani e Volonghi e nel ”62 Foà. Il passo è fatto, la Masiero ha imposto la sua natura di prima brillante.
Negli anni 70 un lungo intervallo, per motivi squisitamente privati: il
lavoro a tempo pieno di mamma del piccolo Gianluca, avuto da Dorelli, oggi affermato figlio d’arte. Tornata al teatro, spadroneggia nel genere
boulevardier, da Uscirò dalla tua vita in taxi al Neil Simon di California suite e A piedi nudi nel parco con Castellitto, ma rischia anche la riduzione di Eva contro Eva. Negli ultimi anni avrà partner Columbro ( Twist di Exton), interpreta il remake di un successo anni 30 di De Benedetti, Non ti conosco più, e infine recita nella divertente Bella figlia dell’amore su una casa di riposo per cantanti lirici, con la Proclemer, Maranzana e Bellei.
Questo spettacolo del 2000 sarebbe stato il suo addio alle scene: una forma di incombente Alzheimer le rendeva impossibile memorizzare i copioni e poi, secondo noto e tragico iter, riconoscere amici e parenti. Nel frattempo si era molto divertita anche con la tv grazie agli 8 episodi gialli di «Laura Storm» nel ”65; con Palcoscenico musicale, Qui ci vuole un uomo di Marchesi, l’operetta e le commedie brillanti, ( Addio giovinezza, Eva e la mela, Spirito allegro, classico di Coward). Al cinema è solo una bella presenza di contorno, allegramente inserita nei cast dei film rivista ( Bandolero stanco con Rascel, Gran varietà, episodio su Fregoli), una volta fu con Totò a Parigi, nelle commedie su mogli e mariti e sulle vacanze al mare degli anni 50 e 60, da Tipi da spiaggia a Ferragosto in bikini. Unico a valorizzarla fu Scola con Capitan Fracassa nel ”90.
Lasciata Milano, cui era rimasta fedele, visse in una casa di riposo sul lago di Como e poi fu portata a Roma dal figlio, che le è stato sempre vicino.
Maurizio Porro