Varie, 24 marzo 2010
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SHAH Timor (Afghanistan) 1979 (~). Bandito. Nel 2005 rapì la cooperante italiana Clementina Cantoni (16 maggio-9 giugno; arrestato il 27 settembre fu condannato a vent’anni di prigione insieme a due complici) • «[
SHAH Timor (Afghanistan) 1979 (~). Bandito. Nel 2005 rapì la cooperante italiana Clementina Cantoni (16 maggio-9 giugno; arrestato il 27 settembre fu condannato a vent’anni di prigione insieme a due complici) • «[...] è stato [...] riconosciuto colpevole da un tribunale di Kabul del sequestro e dell’uccisione di un uomo d’affari locale, Afizullah Zadran. Un episodio precedente al rapimento di Clementina e per il quale Shah si è dichiarato innocente: ”Confesso che ho sequestrato la Cantoni per ottenere la liberazione di mia madre e di altri membri della mia famiglia, ma non ho commesso altri crimini” [...] La madre del bandito era stata arrestata dopo l’omicidio dell’uomo d’affari per non aver denunciato la vicenda pur essendone a conoscenza. [...]» (’Corriere della Sera” 23/12/2005) • «Dalla gloria guerriera del periodo talebano alla solitudine dell’uomo braccato, disperato, pronto a tutto, persino a rapire e minacciare di morte una giovane operatrice umanitaria straniera. Il declino di Timor Shah si riassume nella desolazione della sua abitazione nel villaggio di Janan, una trentina di chilometri a sud di Kabul. [...] Qui [...] c’erano le basi di Al Qaeda e i sostenitori del Mullah Omar. E ancora prima, sulle creste rocciose che dominano la vallata di Janan, si sono combattute sanguinose battaglie fra i mujahidin di Ahmed Massoud e le milizie talebane. [...] Chi è dunque: un fanatico islamico oppure un criminale comune? Talebano o bandito? ”Un po’ entrambi” , risponde un suo vecchio compagno di scuola [...] ”[...] La sua famiglia è tra le più povere del paese. In classe era calmo, da giovane lo ricordo appena, posso dire un tipo insignificante. Quasi analfabeta. Parla a malapena il dialetto pashtun” . Ma tutti ricordano bene il periodo d’oro di Timor Shah. ”Fu dopo l’arrivo dei talebani a Kabul, nel settembre 1996. Lui si arruolò ben presto nelle loro milizie. E tre anni dopo arrivò a comandare una decina di uomini. Ottenne un pick up nuovo fiammante. Era il suo status symbol. Scorrazzava per la vallata con il suo drappello armato nel cassone, si sentiva padrone del mondo. Per un breve periodo venne inquadrato nel corpo di guardia all’aeroporto internazionale di Kabul. Poi la promozione. nominato commissario della polizia criminale del secondo distretto della capitale” [...] proprio in quel periodo si costruì le conoscenze che gli tornano utili per la sua nuova carriera di fuorilegge. [...] Di certo non rispose agli appelli di Osama e del mullah Omar di immolarsi per combattere gli americani nel 2001. Tutt’altro. Dopo la battaglia di Tora Bora, nel novembre, si dà alla macchia. C’è chi l’avrebbe visto cercare di arruolarsi nei ranghi dei nemici di ieri, i mujahedin del Nord. Voltagabbana, arrivista spregiudicato, sopravvissuto in cerca di successo? [...] la polizia inizia a segnalarlo a metà del 2004: comanda una quarantina di uomini armati, per lo più non originari della vallata d i Janan. Campo d’azione preferito: la zona della capitale. Un suo lontano parente sostiene che sarebbe stato tra i capi della banda che [...] venne accusata di aver assassinato una quindicina di taxisti a Kabul per rubare le loro vetture. Un altro vicino afferma invece che avrebbe personalmente ucciso il figlio di un ricco uomo d’affari locale che si era rifiutato di pagare il riscatto per la liberazione (versione ribadita dal ministero degli Interni). Un’altra versione ancora più inquietante riporta che il riscatto venne pagato, ma Timor Shah uccise ugualmente l’ostaggio ”in segno di disprezzo” [...] la polizia arrivò in forze al villaggio per catturarlo. Non lo trovò. Per costringerlo a consegnarsi portarono via allora la madre cinquantenne assieme a un paio di cugini. [...]» (Lorenzo Cremonesi, ”Corriere della Sera” 23/5/2005).