Frammenti, 24 marzo 2010
Tags : Fausto Bertinotti
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BERTINOTTI, FAUSTO"
"Se l’accusa di trotzkismo nel ’98 è infamante vuol dire che nel ’98 lo stalinismo c’è ancora". (Fausto Bertinotti)
Fonte: Corriere della Sera, 13 ottobre 1998
Fausto Bertinotti: «Al congresso di Rimini della Cgil dissi a Cofferati: ”Sergio, quanto sei di destra... Ma se devo essere sincero, non immaginavo che lo fosse fino a questo punto (...) Ma come si fa a pensare, oggi, che il vero nemico del sindacato sia lo sciopero perché produce disordine? (...) Lui propone lo sciopero virtuale. Perché quello che importa è non arrecare danno non tanto all’utenza, ma soprattutto all’impresa, che è sempre fuori discussione e va assolta in radice, perché evidentemente ci si considera ideologicamente parte di essa».
Fonte: (Massimo Giannini, ”la Repubblica” 11/11/98; ”il manifesto” 12/11/98; ”la Repubblica” 12/11/98; Gianni Giovannetti, ”Il Messaggero” 12/11/98).
"Siamo vivi e vegeti, abbiamo contratto una polizza per il futuro" (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa martedì 1 dicembre 1998.
’Chi poteva pensare che Prodi si mettesse in proprio?" (Fausto Bertinotti)
Fonte: Repubblica sabato 16 gennaio 1999
"In Italia siamo di fronte a una democrazia autoritaria". (Fausto Bertinotti)
Fonte: Il Giornale lunedì 11 gennaio 1999
"In confronto a quello che ha scritto D’Alema in questi giorni, la legge truffa del ’53 era un pranzo di gala" (Fausto Bertinotti)
Fonte: Il Giornale domenica 14 febbraio 1999.
"L’antinomia tra guerra e pace divide più di ogni altra cosa". (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa martedì 30 marzo 1999
"Tra la fedeltà alla Costituzione e quella all’alleanza io non ho dubbi: scelgo la prima" (Fausto Bertinotti)
Fonte: Repubblica domenica 4 aprile 1999
"Il centrosinistra e il centrodestra hanno le stesse idee" (Fausto Bertinotti)
Fonte: Corriere della Sera giovedì 15 aprile 1999
"Non siamo disposti a votare Mancino". (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa giovedì 6 maggio 1999
"Si sente, sta partendo un’ignobile campagna contro Rifondazione comunista" (Fausto Bertinotti)
Fonte: Repubblica venerdì 21 maggio 1999
"Dei voti non mi interessa niente". (Fausto Bertinotti)
Fonte: Messaggero mercoledì 2 giugno 1999
"Che senso ha che D’Alema metta il suo cappello sulla Bonino, mentre le due sinistre che ci sono in Italia non si parlano da prima delle elezioni?" (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa sabato 19 giugno 1999
"Può esser vero che lo spot ti frega, ma ti frega di più quello spot quotidiano rappresentato dalla produzione culturale che alimenta televisioni e quotidiani. Su questi mezzi c’è un unico spot permanente". (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa lunedì 9 agosto 1999
"La sinistra moderata non si è accorta di aver lavorato per il Re di Prussia. Bologna docet, insomma. Se uno fa una politica liberista, ci sarà sempre un Guazzaloca che si alza e dice: sono più organico di te a quella politica, sono più affidabile". (Fausto Bertinotti)
Fonte: L’Unità lunedì 23 agosto 1999
"Mi limito a seguire un famoso motto rivoluzionario: meglio meno, ma meglio" (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa venerdì 27 agosto 1999
"Bertinotti sembra che si voglia incamminare sulla via del pentimento. So che non lo ammetterà mai, che si arrabbia se glielo dicono, che al massimo arriverà al punto di affermare ”non sono stato capito”. Non dirà mai ”ho sbagliato”, ma di fatto è sulla via del pentimento". (Armando Cossutta)
Fonte: Repubblica lunedì 6 settembre 1999
"La disoccupazione è al 12 per cento. In alcune regioni del Sud è al 30 per cento. Quella giovanile supera il 50 per cento. D’Alema pensa di prosciugare il mare con un cucchiaino". (Fausto Bertinotti)
Fonte: Repubblica venerdì 3 settembre 1999
"Gli italiani tornano dalle vacanze e che cosa trovano nella buca della posta? Tutte le bollette in aumento, gas, luce, acqua. La classica stangata tipica dei governi democristiani dei Rumor, dei Colombo". (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa sabato 11 settembre 1999
"La sinistra di governo, facendo una politica economica che non si distingue da quella del centro-destra, si scava la fossa da sola". (Fausto Bertinotti)
Fonte: La Stampa lunedì 20 settembre 1999.
Sul compleanno del papa. Regali ricevuti da Giovanni Paolo II per i suoi ottant’anni: un catalogo delle società di mutuo soccorso risalente all’anno 1884 da Fausto Bertinotti.
Fonte: B.B., Corriere della Sera 18/5/2000; Marco Tosatti, La Stampa 19/5/2000
«Agnelli da una parte, noi dall’altra» (Fausto Bertinotti).
Fonte: Guido Fontanelli - Paolo Madron, Panorama n. 48, 1996; Tutti i giornali di venerdÏ 13 dicembre 1996
Spuntarono infatti affitti a equo canone di un esercito di sindacalisti: dal leggendario superattico ai Parioli, con tanto di idromassaggio Jacuzzi, del segretario della Cisl Sergio D’Antoni, fino agli eleganti appartamenti del suo predecessore Franco Marini o dell’ex capo dei metalmeccanici Cgil Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione comunista (Prc).
Fonte: Ivo Caizzi, Corriere della Sera, 24/02/1997
«I giudizi di Bruxelles non vengono dall’Europa, ma da una parte d’Europa, quella tecnocratica guidata dalla Bundesbank, che muove un attacco a fondo allo Stato sociale» (Fausto Bertinotti).
Fonte: Federico Rampini, La Repubblica, 25/04/1997
Redditi mensili netti di alcuni deputati: Fausto Bertinotti: 10.224.000
Fonte: MF, 21/10/1997
Sulle pareti dell’ufficio di Fausto Bertinotti nella sede di Rifondazione comunista a Roma, un ritratto di Antonio Gramsci, tre litografie di Picasso e un ferro ritorto (opera d’arte contemporanea che il segretario definisce «un pezzo di camion»).
Fonte: L’Espresso 24/09/1998.
Il 740 della sinistra si chiude con Gabriella Fanio, la moglie del leader di Rifondazione Fausto Bertinotti, che ha una modesta pensione come ex dipendente della Regione Lazio: «Sono esattamente 1.240.000 lire al mese», documenta lei. E aggiunge: «Con trent’anni di contributi».
Fonte: Luca Telese, Sette 13/05/1999
Abitudini dei politici in fatto di regali: Silvio Berlusconi ha da sempre la mania degli orologi e solo Fausto Bertinotti, vedendosi consegnare un modello sovietico, gli disse di no.
Fonte: Filippo Ceccarelli, La Stampa del 22/11/01 a pagina 15.
In Italia, dove Prodi è caduto, e gli è subentrato D’Alema, Fausto Bertinotti è rimasto quasi solo, dopo la guerra del Kossovo, a denunciare ”un nuovo ordine mondiale, dominato dagli Usa e fondato sulla guerra”.
Fonte: SCH, 15178 (BLAIR Tony)
Lucio COLLETTI. ”Però il rapporto più simpatetico ce l’ho, almeno apparentemente, poi va’ a capire, con Fausto Bertinotti. Qualche tempo fa ero a cena con Marcello Pera, da Fortunato al Pantheon. A un certo punto entrano Armando Cossutta e Fausto Bertinotti, che ancora non si erano scissi. Io mi alzo per salutare e Cossutta mi presenta: ’Il professor Colletti’, dice. A quel punto Bertinotti mi salta al collo, abbracciandomi e dicendomi che si era formato sui miei scritti”.
Fonte: SCH. 14266 (COLLETTI Lucio) Antonello Capurso, ’Il Foglio’ 7/11/2001
Enrico Micheli. «[...] il vero ufficiale di collegamento tra Prodi e Bertinotti. L’uomo della mediazione e della ricomposizione. Nell’ottobre del 1997 - durante il primo governo dell’Ulivo - quando Rifondazione stava per rompere sulle 35 ore, ha invitato l’allora segretario di Prc a casa sua, nella elegante Via Massimi. Dopo due ore di discussione e una dose massiccia di pasticcini umbri, Bertinotti accettò il compromesso. E lo stesso fece qualche mese dopo nell’abitazione che Micheli conserva nella sua città natale, Terni. [...]» (Claudio Tito, ”la Repubblica 6/12/2007). Nel dicembre 2007 fu lui a replicare al presidente della Camera Fausto Bertinotti, che aveva detto a proposito di Prodi: «Con tutto il rispetto, di lui mi viene da dire quello che Flaiano disse di Cardarelli: è il più grande poeta morente» (per poi ”correggersi” sottolineando che il premier non era un poeta).
Fonte: SCH. 1549 (MICHELI Enrico)
Quello di Fausto Bertinotti, coi suoi 65 dipendenti, è un vero partito-azienda. Che, come An, crede negli immobili: a bilancio ne ha per 14,7 milioni di euro e ha impegnato tutti gli 1,5 milioni di avanzo 2002 nell’acquisto di negozi e appartamenti. "Le federazioni locali contribuiscono tra il 30 e il 50% all’acquisto di sedi " spiega il tesoriere Franco Bonato "ma abbiamo deciso di intestarle tutte al partito. Meglio cautelarsi dalle scissioni. La nostra vecchia società immobiliare, la Prorico, ormai è una scatola vuota tenuta in vita solo per il credito fiscale, più di 150 mila euro". Continua, invece, a funzionare, chiudendo il 2002 in stile di quasi 16 mila euro, la società editrice di Rifondazione, la Mrc. E i debiti? Erano a quota 3,2 milioni di euro a inizio 2003. "Ad agosto abbiamo puntualmente saldato i conti con Bnl" continua Bonato "poi abbiamo chiesto un altro prestito, da 4 milioni, Unipol. Ne spenderemo un quarto per le europee e pagheremo la banca con i contributi elettorali". Anche per il 2003 Rifondazione presenterà un bilancio in attivo. "Come partito abbiamo una particolare predisposizione aziendalistica" ironizza Bonato, che i compagni chiamano "sanguisuga". "Chiedo ai nostri eletti più della metà delle loro indennità, rimborsi vari compresi, e raccolgo quasi 2 milioni l’anno: mai qualcuno che mi dica di no". Quanto ai costi, far marciare "l’azienda " porta via poco più di 5,7 milioni: metà per gli stipendi, l’altra metà per bollette, manifesti e servizi vari.
Fonte: Marina Martinetti, "Economy" 19/3/2004
Tra gli appassionati del sigaro toscano.
Fonte: Giorgio Levi, La Stampa, 20/7/2004, pagina 17.
Secondo Fausto Bertinotti (Rifondazione comunista), che ha conosciuto il reggae tramite il figlio Duccio (che ha un negozio a Roma e uno in Giamaica completamente dedicato al cantante) «Marley ha accompagnato l’ingresso di una generazione nel mondo. La musica di una terra e di un popolo che ha saputo parlare il linguaggio universale della liberazione, esplorando radici profonde e costruendo miti. Per questo il cantante profetico continua a vivere nel nostro tempo».
Fonte: Michela Tamburrino, La Stampa 2/2/2005, pag. 13.
Secondo le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari relative al 2003, Fausto Bertinotti (155 mila) supera Piero Fassino (147 mila euro) che Francesco Rutelli (123 mila euro).
Fonte: "Il Sole - 24 Ore" 13/4/2005; M.S., "Corriere della Sera" 13/4/2005; g.c., "la Repubblica" 13/4/2005; Giacomo Galeazzi, "La Stampa" 13/4/2005.
I politici secondo Silvio Muccino. Fausto Bertinotti del Prc «è proprio un fumetto. Me lo vedo bene come Tex Willer, anche se politicamente opposto».
Fonte: Stefania Berbenni, Panorama, 28/4/2005. pag.218
Un sindacalista (Cofferati) che al contrario di Fausto Bertinotti sapeva chiudere un contratto.
Fonte: Il Giornale 26/10/2005, Lodovico Festa
Partecipando, proprio nella sede del "Sole-24 Ore", a un dibattito organizzato da Vitale & Associati, Fausto Bertinotti, reduce lunedì dalla sua lite con Rutelli, ha difeso a spada tratta il sistema imprenditoriale italiano, rifiutandosi di considerarlo al capolinea e riconoscendolo tra gli artefici più importanti della trasformazione del Paese. Bene. Peccato però che per difendere il sistema produttivo del Paese e la sua carica innovativa, egli abbia poi indicato quale strategia possibile un rinnovato interventismo statale e un non meglio identificato (ma già sentito) "nuovo modo di produrre".
Fonte: Il Sole 24 Ore 08/02/2006, Salvatore Carrubba
Fausto Bertinotti possiede decine di cravatte firmate da Luca Roda, lo stilista bresciano con cui spesso parla di eleganza, tagli, stoffe e novità. Roda firma anche le cravatte di Bush, de Villepin e Koizumi, Fini.
Fonte: Corrado Ruggeri, Corriere della Sera 9/3/2006, pagina 15.
Il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, è meno metodico di D’Alema: «Sarà per la mia vocazione anarchica... Certo, faccio comizi da quando ho 20 anni, ho una certa esperienza di piazze. Di solito faccio il calcolo basandomi sulla formula 3 persone a metro quadro. Poi, quando sono sul palco, all’inizio, divido la piazza in settori. Non so, cinque. Per ognuno conto la prima fila orizzontale e quella verticale, e calcolo la densità. E se pian piano cresce il numero di persone aggiorno. Ma ricorderò sempre un comizio di Pietro Nenni in piazza del Duomo, negli anni ’50: il palco era sotto la gradinata del Duomo, il che vuol dire che la folla prendeva tutta la piazza».
Fonte: Angela Frenda, Corriere della Sera, 07/04/2006
Berselli: «Fausto Bertinotti, pur citando di continuo l’età postfordista e la precarizzazione della vita, ossia i temi classici dell’ideologia della nuova sinistra, si è dato il profilo dell’uomo di governo e delle istituzioni. [2]
Fonte: [2] Edmondo Berselli, L’espresso 13/4 2006
«’Sei come un fratello”, disse Fausto Bertinotti a Franco Giordano cedendogli la guida di Rifondazione comunista. Bertinotti era ”traslocato a Montecitorio a fare il guardiano della Camera e delle istituzioni borghesi”, come hanno scritto quelli del Partito marxista-leninista. Passando il testimone, Bertinotti versò una lacrima. Forse pensava un po’ all’intruppamento, segnale definitivo dell’addio alla giovinezza e alla politica dell’innocenza.
Fonte: SCH. 121092 (GIORDANO Franco)
Fausto Bertinotti dedicava la sua elezione a presidente della Camera a "operaie e operai.
Fonte: La Repubblica 03/05/2006, pag.22 Stefano Bartezzaghi
Marchionne, il ”capitalista” che affascina quell’affabulatore di Fausto Bertinotti.
Fonte: Il Foglio 08/07/2006, pag.II Ugo Bertone
Molto soddisfatto (della finanziaria) Fausto Bertinotti, il presidente della Camera, che da ex sindacalista e da leader di Rifondazione concilia in sé le due figure vincitrici indicate da Ferrero. E domenica, alla festa milanese per i cento anni della Cgil, ha elogiato volentieri il lavoro di Epifani.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 5/10/2006, pagina 3
Sigari toscani. Fausto Bertinotti tiene il sigaro toscano spento in bocca per ore.
Fonte: Mario Luzzatto Fegiz, Style, Ottobre 2006
Qualche anno fa Fausto Bertinotti propose una disciplina degli stipendi pubblici che stabilisse un tetto in percentuale. Per esempio che non fosse permesso a nessun pubblico dipendente (deputati e giudici compresi) di guadagnare più di 10 volte lo stipendio del pubblico dipendente meno ricco.
Fonte: Piero Sansonetti, Liberazione 17/10/2006, pagina 1
Il rifondazionista Paolo Ferrero, detto il «Bertinotti valdese». Ferrero usa il sublime linguaggio che fu di Fausto Bertinotti quando era ancora Bertinotti. Un misto di opere giovanili di Marx e dei più recenti ritrovati del sindacalese. Questo terno al lotto segna, in certo modo, il suo primo incontro con Fausto Bertinotti. Fu infatti il leggendario Subcomandante a mettere in ginocchio la Fiat occupandola nel 1980 alla testa della Cgil e bloccandone l’attività. Intanto, si (Paolo Ferrero) bertinottizza sempre più. Fuma il sigaro come Fausto; perde i capelli al giusto ritmo per eguagliarne la lucida pelata quando avrà la sua età tra 20 anni; si esprime come lui. Non stupisce perciò che ne sia il pupillo.
Fonte: Il Giornale 23/10/2006, pag.4 Giancarlo Perna
Tanto che Fausto Bertinotti, passato da leader di Rifondazione comunista a presidente della Camera, ha parlato dell’ad della Fiat come del «buon borghese», proponendo addirittura al quotidiano del suo partito, la scorsa estate, di pubblicarne un discorso. Epifani si rende conto del significato del giudizio di Bertinotti, ma dice che la categoria del buon borghese ”non si adatta a Marchionne. Quella è una definizione di un’altra stagione”.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 30/11/2006, Enrico Marro
L’ex giudice istruttore, dunque, adesso accoglie con stupore le dichiarazioni del presidente della Camera Fausto Bertinotti («Pinelli è la diciassettesima vittima di piazza Fontana»).
Fonte: Corriere della Sera 18/12/2006, pag.22 Dino Martirano
Il presidente della Camera è la tua vecchia conoscenza Fausto Bertinotti, che, da rivoluzionario qual era, s’è fatto uomo istituzionale. Però nei nuovi abiti ci sta a disagio: ha pronunciato il primo discorso esaltando gli operai (che ormai in Italia sono sempre di meno), è andato alla festa del 2 giugno mettendosi sul bavero della giacca il distintivo pacifista, ha preteso che non si facesse più la commemorazione ufficiale dei poveri soldati morti a Nassiriya perché la nostra missione in Iraq è, dal suo punto di vista, una specie di capitolo vergognoso della nostra storia.
Fonte: SCH. 130197 Anno III, Centoquarantottesima settimana Dall’11 al 18 dicembre 2006
Conflittuali. Fausto Bertinotti. E’ sicuramente più filoisraeliano del suo partito e dei suoi elettori. Il giornale «Liberazione» gli ha provocato delle noie pubblicando vignette coi soldati di Gerusalemme vestiti da «SS». A un congresso di Rifondazione, le immagini di un soldato israeliano che spara a un bambino palestinese seguirono quelle di «Roma città aperta». Bertinotti ammette di avere un «rapporto complesso» che si evince da un’altra affermazione: «Si può essere con o contro Israele, ma non senza».
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 27/1/2007
Secondo Fausto Bertinotti «in Italia fra i rivoluzionari e i riformisti non c´è nessuna differenza perché gli uni non fanno la rivoluzione e gli altri non fanno le riforme».
Fonte: La Stampa 25/02/2007
E che qui chiamerò la Grande Alleanza Rossa. Qualcuno ci sta già pensando. E non è gente di poco conto. Il primo è proprio il politico che può sembrare il più lontano da quel progetto: Fausto Bertinotti. Questa volta il Parolaio ha pesato le parole. Ma la sua sentenza è chiara: "Stiamo entrando in una fase di grandi cambiamenti, che ci costringe tutti a un’accelerazione. Ci vuole quella che ho chiamato una massa critica, che sia dunque la più grande e la più efficace possibile". Il leader di Rifondazione ha persino usato un termine proibito: revisionismo. Ha detto: "Una sinistra alternativa oggi si costruisce solo su un impianto revisionistico. Andando oltre il Novecento. Mettendo al centro nuovi valori: la non violenza, la critica del potere, l’ambientalismo, il femminismo, il modello di sviluppo".
Fonte: L’Espresso 15/03/2007, pag.71 Giampaolo Pansa
Con Bertinotti che arriva, e con loro, con quelli dell’«Esc» che, spiccato senso mediatico, tempismo nell’azione, attaccano con gli sberleffi.
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 28/3/2007
«In Aula non si possono consentire interventi in una lingua diversa dall’italiano. Spero che lo comprendiate, anche se va riconosciuto il valore delle forme linguistiche locali che hanno lasciato manifestazioni culturali ed artistiche di altissimo rilievo». Lo ha detto alla Camera il presidente Fausto Bertinotti.
Fonte: Corriere della Sera 29/3/2007
Eugenio Montale, per descrivere se stesso, trovò sufficienti due righe: « nato a Genova il 12 ottobre 1906 e risiede a Milano. Dottore in lettere, giornalista, scrittore, poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1975». Franca Bimbi e Angelo Sanza, per riassumere le loro vite, non son proprio riusciti a star dentro le 115, Fausto Bertinotti e Valdo Spini dentro le 140, Armando Cossutta dentro le 160. Questione di stile.
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 6/5/2007
Vacilla Walter Veltroni: da fonti bene informate siamo venuti a sapere che il sindaco di Roma stia pensando di abbandonare i temi terzomondisti per darsi al porno. Mentre Fausto Bertinotti, il verde Paolo Cento, i ministri Pecoraro Scanio e Paolo Ferrero pare accarezzino l’idea di scrivere romanzi hard e commedie sexy. Contatti sono già in corso con le principali case editrici. La rivoluzione erotica bussa alla porta (della camera da letto).
Fonte: Il Giornale 15/05/2007, pagg.28-29 Caterina Soffici
No Bush, No war. Al momento non è dato sapere se Fausto Bertinotti intenda salutare Bush. Se lo farà, si verrà a creare la seguente situazione: il presidente comunista che dentro al Palazzo stringe la mano al detestato Bush, e suoi carissimi compagni come Dario Fo, Rossana Rossanda, Alex Zanotelli, l’ex comandante partigiano Giovanni Pesce, che urlano per le strade di Roma ”No Bush No war”, ”Bush go home”, eccetera (la visita a Roma di Bush è stata a lungo rimandata proprio per la certezza di manifestazioni antiamericane).
Fonte: la Stampa 23/5/07
Caro Francese, finché il maggior esponente del Partito dei comunisti italiani fu Armando Cossutta, la distinzione fra i due comunismi mi era abbastanza chiara. Cossutta apparteneva alla scuola del Pcus (il partito comunista dell’Unione Sovietica) e del Pci: una combinazione di rigore ideologico, disciplina, realismo politico, pragmatismo. Fausto Bertinotti, invece, apparteneva a una tradizione socialista impregnata di attese massimaliste e velleità rivoluzionarie. Nell’albero genealogico di Cossutta vi erano Lenin e Togliatti, mentre in quello di Bertinotti vi erano i socialisti rivoluzionari (gli «esseri») che Lenin aveva eliminato dalla scena politica russa nell’estate del 1918. Quando un gruppo di Rifondazione comunista lasciò il partito l’11 ottobre 1998 per costituire il Pdci, vi furono certamente all’origine della scissione la crisi del governo Prodi (colpito nei giorni precedenti da un voto di sfiducia) e le divergenze sulla strategia da adottare nella fase successiva. Ma è probabile che le diverse ascendenze ideologiche di Cossutta e Bertinotti abbiano avuto nella vicenda una parte importante. Oggi, tuttavia, le divergenze fra i due partiti mi appaiono meno evidenti.
Fonte: Sergio Romano, Corriere della Sera 9/7/2007
Ora che lo conosciamo meglio, torniamo al parricidio. Marco (Rizzo) è stato un fedelissimo di Armando Cossutta. Si conobbero lasciando il Pci, diventato Pds, per fondare, con Fausto Bertinotti, Rifondazione comunista nel ”91. Marco, che - come avrete capito - è un duro, faceva per Cossutta il lavoro sporco della politica: trucchi, sgambetti, defenestrazioni. Tra loro si stabilì un affetto filiale, cementato dalla comune ottusità: nostalgia per l’Urss, devozione a Lenin, fiducia nell’eternità del comunismo. All’unisono, ruppero nel ”98 col ”traditore” Bertinotti che aveva tolto l’appoggio al governo Prodi I. Uscirono da Rc e fondarono, con Oliviero Diliberto, il Pdci. Liquidato il vecchio, restava Bertinotti, che Marco aborriva perché «non è comunista» pur guidando un partito, Rc, che porta il nome di comunista. Un’intollerabile usurpazione, ai suoi occhi di inguaribile leninista. Rizzo non ha tralasciato occasione per denunciare l’inganno. «Bertinotti ha rinunciato a Marx, per stare dentro il recinto del capitalismo», « un conformista del pensiero unico», e così via. Quando Fausto all’inizio di quest’anno ha scelto «la non violenza integrale», Marco è sbottato: «Adesso, a 70 anni (nella foga gli ha affibbiato tre anni di più, ndr), scopre Gandhi? Ma siamo davvero sicuri che sia più attuale di Marx? Più di Lenin? Ma vaaaa!». Da qualche tempo, Marco si è però calmato. Incerti sul futuro - in vista anche di uno sbarramento elettorale - sia lui che Diliberto si sono riavvicinati a Bertinotti mostrando interesse per la sua ”Sinistra europea”. Se son rose.
Fonte: Giancarlo Perna, Il Giornale 29/7/2007 (Dagospia 30/7/2007)
«Dubito sempre quando la severità interviene sugli ultimi invece che sui primi colpevoli, in questo caso il racket», ha detto Fausto Bertinotti, presidente della Camera. [17]
Fonte: [17] Michele Bocci, Massimo Vanni, la Repubblica 30/8 2007
Anche l’attuale presidente della camera, Fausto Bertinotti, ha lasciato il segno. Non lui direttamente, ma la moglie Lella, che nel 1999 ha stipulato un contratto di mutuo anche in questo caso con il Banco di Napoli. Il valore dell’operazione era di 60 milioni di lire (30.987 euro) e venne spalmata su cinque anni a un tasso di interesse effettivo semestrale dell’1,90%. L’immobile in questione, 4 vani, è situato a un passo dalla centralissima stazione Termini. I Bertinotti si impegnarono a pagare il tutto attraverso 10 semestralità, ciascuna costituita dalla quota di rimborso del capitale e dalla quota di interesse per un totale di 6 milioni e 644 mila lire.
Fonte: Franco Bechis, ItaliaOggi 4/9/2007
Uno spiacevole contrattempo, occorso una volta a quanto pare anche al presidente della Camera Fausto Bertinotti, considerato un frequent flyer della flotta di Stato. Non si è trovato un aereo che lo potesse portare da Roma a Firenze, destinazione che ha raggiunto quindi in treno.
Fonte: Sergio Rizzo, Corriere della Sera 15/9/2007
Sono le emissioni di CO2 (causate dalla ”politica di rapina e dominio della natura che un lungo ciclo economico ha perpetrato” ha detto Fausto Bertinotti aprendo i lavori) a far salire la temperatura,
Fonte: Il Foglio 13/09/2007, pag.2
Le primarie sono state introdotte in Italia dal centrosinistra. Il primo caso di rilievo nazionale si è avuto il 16 ottobre 2005, sempre di domenica, quando l’Unione chiamò a raccolta il suo popolo per indicare il candidato premier. Si votò dalle 8 alle 22, in circa 10 mila seggi. I votanti furono complessivamente 4.311.149. Vinse Prodi con 3.182.686 voti, pari al 74,1%. Prodi prevalse su quattro segretari di partito e due esponenti indipendenti. In corsa c’erano Fausto Bertinotti che conquistò il secondo posto con 631.592 preferenze pari al 14,7%, seguito da Clemente Mastella con 196.014 voti (4,6%).
Fonte: SECONDO GRUPPO DI ARTICOLI SULLA NASCITA DEL PARTITO DEMOCRATICO E L’ELEZIONE A SEGRETARIO DI WALTER VELTRONI (TUTTI DAI GIORNALI DEL 15/10/2007) LA STAMPA
SPENTE LE LUCI SALTANO I TAGLI. Fausto Bertinotti andrà al prossimo congresso della Sinistra Europea, dov’è invitato non nel ruolo di presidente della Camera ma di comunista, con un volo di linea. Direte: embè? Ve l’immaginate se Angela Merkel avesse dato alle agenzie la notizia che era andata a Ischia, come ha fatto, con la Lufthansa? I tedeschi sarebbero saltati su: ci mancherebbe altro! Eppure ciò che altrove è scontato, da noi è finito in un dispaccio Apcom. Titolo: «Costi politica / Bertinotti a Praga senza volo di Stato». Sia chiaro: applausi. Meglio tardi che mai. Il presidente della Camera, la cui scelta di andare con l’aereo istituzionale anche in visita ai monaci del monte Athos, in vacanza in Normandia e perfino a una festa privata a Parigi aveva sollevato un mucchio di polemiche, ha fatto bene a tagliare con queste abitudini che, scrisse al Corriere, gli erano state «imposte dai servizi di sicurezza della Camera ».
Fonte: Corriere della Sera 02/11/2007, pag.10 Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
Politici e intellettuali, climatologi e sociologi, rappresentanti delle istituzioni. Tutti d’accordo: «Il Toscano va salvato, è un monumento della miglior tradizione italiana ». Fausto Bertinotti non lo fuma, lo pasteggia e lo coccola. Anzi è il sigaro toscano a coccolare il presidente della Camera e lui ammette che quella foglia arrotolata di kentucky è come la coperta di Linus. Così in doppia o tripla copia lo tiene nel taschino per metterlo in bocca quando deve rilassarsi o concentrarsi. «Il Toscano è anche una metafora – dice Bertinotti ”. Nasce da un incidente, una partita di tabacco che la pioggia rovina. Il tabacco marcisce e dall’utilizzo del tabacco marcito esce un tabacco superiore. Questo dimostra che la superiorità può nascere da un incidente, cioè dal caso. E da una perdita: il carattere puro del tabacco».
Fonte: Marco Gasperetti, Corriere della Sera 21/11/2007
La patata bollente è ora nelle mani di Fausto Bertinotti. Sarà lui in ultima istanza a decidere fra le tre alternative possibili. La prima: lasciare il disallineamento esponendosi a una molteplicità di ricorsi non solo da parte dei deputati ma anche degli ex deputati che si ritroveranno un vitalizio di entità inferiore rispetto agli ex senatori. La seconda e più probabile: aumentare lo stipendio da questo mese in modo da limitare possibili contenziosi solo al 2007. La terza: fare un generale dietrofront restituendo anche gli arretrati 2007. Una soluzione, quest’ultima, assai difficile da prendere soprattutto da un presidente come Bertinotti che ha orgogliosamente vantato per tutto il 2007 il gesto di rinuncia volontaria all’aumento automatico di stipendio.
Fonte: Il Sole 24 Ore 03/01/2008, pag.4 Mariolina Sesto
E ovviamente Pansa non risparmia nemmeno uno dei suoi bersagli prediletti, Fausto Bertinotti: «Lo chiamo il ”parolaio rosso” e ho con lui una causa aperta... ». Allora Piroso ci scherza su: «... beh, cerchiamo di non peggiorare la situazione». E Pansa: «Uhhm... Non mi piace il suo narcisismo, non mi piace! Io non sono un analista, sono un istintivo».
Fonte: Il Giornale, 16 gennaio 2008, Luca Telese
’Esponiamo al ludibrio della Nazione i grandi evasori – esplode Fausto Bertinotti – Loro hanno messo il paese in condizione di non avere soldi per fare un asilo per i bambini”.
Fonte: Ugo Bertone, Il Foglio 1/3/2008
Raccontano che il povero Fausto Bertinotti sia affranto per i sondaggi che riguardano il suo partito. Il timore del presidente della Camera è che alla fine la Sinistra l’Arcobaleno prenda meno di quanto prese alle scorse elezioni Rifondazione comunista. E questo decreterebbe la morte della Cosa rossa e la fine di tutti i progetti politici di Bertinotti.
Fonte: Il Foglio, 18 marzo 2008
L’Associazione Donne e Qualità della Vita ha chiesto alle universitarie italiane chi è il più sexy del Parlamento. In fondo alla classifica, «l’austero» Fausto Bertinotti.
Fonte: Tgcom 21/3/2008
Chi oggi, come Fausto Bertinotti, propone di tornare alla scala mobile farebbe bene a ricordare a tutti cosa è stata la scala mobile in Italia.
Fonte: La Stampa 1 aprile 2008, Tito Boeri
I nostalgici del Pci non resteranno delusi: anche in queste elezioni troveranno l’emblema comunista. Ma attenzione: tracciando la croce sulla falce e martello non si darà il proprio voto né a Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti, né ai Comunisti italiani di Oliviero Diliberto – confluiti con Verdi e Sinistra democratica nell’"arcobaleno" – ma alla Sinistra critica dell’ex senatore Prc Franco Turigliatto o al Partito comunista dei lavoratori guidato dal trotzkista Marco Ferrando.
Fonte: Riccardo Ferrazza, Il Sole-24 Ore 3/4/2008, pagina 15
Pizzi, obiettivo ma non troppo. Fausto Bertinotti. «M’è piaciuto. Ma negli ultimi tempi no. Non perché si va a divertire: tutti hanno diritto a divertirsi oppure perché indossa il maglioncino di cashemire; pure io ce l’ho, chissenefrega. Ma è la frequentazione di alcuni posti che mi ha lasciato un po’ perplesso. Non li voglio dire, i lettori capiranno».
Fonte: Franco Adriano, ItaliaOggi 3/4/2008, pagina 7
Neppure tra i suoi, Prodi chiama per nome Fausto Bertinotti ma è a lui che pensa. Il Professore non ha dimenticato di essere stato paragonato ad un «poeta morente» e ad un fruitore di «brodini caldi» da colui che era - e ancora è - la terza carica dello Stato.
Fonte: La Stampa 8 aprile 2008, Fabio Martini
Due anni fa il primo maggio veniva celebrato subito dopo la vittoria, seppur di misura, del centrosinistra alle elezioni politiche. Due ex sindacalisti, Franco Marini e Fausto Bertinotti, erano appena stati chiamati a ricoprire, rispettivamente, la seconda e la terza carica dello Stato. Oggi quel Primo Maggio sembra lontano anni luce. Il centrosinistra è reduce da una cocente sconfitta elettorale. Fausto Bertinotti non è stato neanche rieletto, mentre il sindacato attraversa una profonda crisi di consenso, di leadership e di identità.
Fonte: Repubblica 1 maggio 2008, TITO BOERI
18 novembre 2007. Forte del successo ottenuto con la raccolta di firme contro il governo Prodi che l’ha fatto riprendere dalla mancata spallata sulla finanziaria, in punta di piedi sul predellino dell’auto (Silvio Berlusconi) annuncia in piazza San Babila a Milano la nascita del Popolo delle Libertà. [17] Fausto Bertinotti: «Stavo guardando la televisione con mia moglie e quando l’ho visto sulla macchina abbiamo detto: fantastico, mediaticamente non posso che togliermi il cappello». [18]
Fonte: [17] Francesco Verderami, Corriere della Sera 20/11/2007;
Fausto Bertinotti invece è virtualmente senza partito dopo l’elezione di Ferrero. Di più. Senza neanche una stanza in viale del Policlinico, sede di Rifondazione, al pari di Giordano, e dei suoi fedelissimi Gennaro Migliore, Alfonso Gianni. Per carità, una fondazione ce l’ha pure lui, almeno fino alla fine della legislatura. Quella della Camera che gli spetta come ex presidente. Quasi una beffa della sorte per l’ex sindacalista, l’amico del sub comandante Marcos e di Chávez, seduto ora su una poltrona da Bucciarelli Ducci.
Fonte: Marco Damilano Denise Pardo, L’espresso 7/8/2008, pagina 40
Una crisi aggravata a partire da dicembre, quando Fausto Bertinotti, in una intervista molto irrituale per un presidente della Camera, aveva paragonato Prodi ad «un poeta morente» e bollato l’Unione come «un progetto fallito». Il Professore si era infuriato, Bertinotti gli aveva confidato «Romano, l’ho fatto per il tuo bene», Prodi non ci aveva creduto.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 15/8/2008, pagina 6
Tra i fanatici della talassoterapia. David Beckham e Alessandro Del Piero vanno sul Mar Morto, Fausto Bertinotti a Quiberon, nella Bretagna meridionale.
Fonte: Mirella Serri, La Stampa 29/8/2008, pagina 25.
Lella e Fausto Bertinotti hanno assistito al trionfo di Vladimir Luxuria, già deputato-deputata di Rifondazione comunista, in una trasmissione fondamentalissima come L´isola dei famosi. Marito e moglie si sono commossi e hanno pianto, lasciando una piccola pozza salata di lacrime sul tappeto persiano. "Luxuria? ha detto Lella Bertinotti al marito? è una personalità di grande spessore. Si è messa alla prova ed ha vinto. Non ha sbagliato una risposta. Se l´è meritata, una affermazione così. Potrebbe essere il nostro Obama".
Fonte: Pietro Citati, la Repubblica 3/12/2008
Piero Sansonetti. Comunque dirigi un giornale di partito, certe regole le conoscevi. «Anche loro conoscevano me. Mi chiamarono e furono chiari: sappiamo che non hai la tessera e che sei un tipo libero. Ma per noi l’importante è che fai un giornale di sinistra». Chi ti fece questo discorso? «Fausto Bertinotti». Discussioni con lui? «Tante, e alcune anche forti. Dopo un anno che Rifondazione stava al governo, cominciammo a scrivere: andate via da Palazzo Chigi. Dove, per altro, c’era anche un certo Paolo Ferrero che faceva il ministro... secondo te è lo stesso che ora guida Rifondazione?». Secondo me, sì. Sei un po’ Bertinottiano. «Sono un giornalista libero. Che considera Bertinotti un maestro».
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 16/12/2008
In Rifondazione, come nelle altre formazioni della lista, si prepara quasi subito la resa di conti. Il progetto di Bertinotti di dar vita dopo le elezioni a un partito unico della sinistra, un’idea condivisa dai Verdi e da Sinistra democratica, viene ora bocciata da diversi esponenti di spicco di Rifondazione (la fronda è guidata dall’ex ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero) e dei Comunisti italiani.
Fonte: Annuario Panorama 2008
Fausto Bertinotti fa le faccende domestiche. Dice la moglie Lella: «Sparecchia e sistema tutto nella lavatrice mentre stiamo ancora mangiando, non dà tregua». Rifà bene il letto, sa cucinare a perfezione le bistecche e le uova.
Fonte: Barbara Romano, Libero 22/2 2009
Lo shampoo e altre gemme. C’è Fausto Bertinotti, e non solo lui, che si commuove ascoltando Qualcuno era comunista e quel volo un tempo utopico e ormai rattrappito dei «gabbiani ipotetici» della sinistra.
Fonte: Andrea Scanzi, la Stampa 03/03/2009
Fausto Bertinotti partecipa alla campagna elettorale di Sinistra e Libertà con la presentazione del suo libro ’Devi augurarti che la strada sia lunga’: visto il successone di un anno fa, quando la sua candidatura alla guida della Sinistra Arcobaleno ha portato un’intera classe dirigente all’estinzione, molti compagni si augurano che Fausto non si faccia vedere troppo in giro.
Fonte: Marco Damilano, L’Espresso, 14 maggio 2009
Che la sinistra, incapace di capire l’insofferenza montante, meritasse la batosta, lo hanno ormai ammesso in tanti. Compreso Fausto Bertinotti, finito nel mirino proprio per i voli blu: «I nostri gruppi dirigenti? Sganciati e lontani dalla realtà dei lavoratori, autoreferenziali, così si è venuta formando anche a sinistra una vera e propria casta, un ceto politico interessato solo alla propria sopravvivenza».
Fonte: Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, Corriere della sera 2/6/2009
Pizzi. Chi gode? «Mah... Non so se Fausto Bertinotti e sua moglie Lella godano, però si fanno fotografare sempre, e senza problemi».
Fonte: Fabrizio Roncone, Corriere della sera 13/8/2009
Maria Angiolillo. A lei si deve il lancio di Fausto Bertinotti in società, appena arrivato a Roma come politico dopo gli anni nella trincea sindacale di Torino, lì intrecciò dialoghi con direttori di giornali e boiardi di Stato mentre spiegava candido che lui, di golf in cashmere, non ne possedeva.
Fonte: Michela Tamburrino, La Stampa 15/10/2009
Ma non ne beneficia il nuovo campione del comunismo italico, Fausto Bertinotti. Idolo del quotidiano da sindacalista dissidente in Cgil, ma sospetto figuro da segretario di Rifondazione, un partito che non è mai riuscito a conquistare il manifesto.
Fonte: Stefano Cappellini, il Riformista 24/11/2009
E forse ci aveva visto giusto Fausto Bertinotti quando nel gennaio del 2007, da presidente della Camera, si disse «contrario a trasformare le vie del paese in un pantheon». Si dibatteva della solita via Craxi, naturalmente.
Fonte: Mattia Feltri, la Stampa 31/12/2009
Armeni Ritanna. Tra gli amici che Lella Bertinotti raduna al tavolo ovale della sua sala da pranzo (cucina sempre Lella, specialità panna cotta e torta di semolino) o invita alla trattoria Pallotta per i bucatini all’amatriciana o la scamorza ai ferri.
Fonte: FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ARMENI, RITANNA"
2001. E mentre Prodi, i sindacati, la sinistra antagonista si prendevano a calci, proprio nello stesso momento (ore 21) il subcomandante Fausto Bertinotti con la compagna Sora Lella inghingherata oltrepassavano la soglia del catacombale villino Maria, sotto i flash del rifondarolo Umberto Pizzi. Essì, l’Angiolillo delle meraviglie ha osato l’inosabile ed ha vinto: ha alzato la cornetta, Lella ha risposto, l’invito è partito. La new entry del presidente della Camera nel salotto più trasversale dell’Urbe, ultima reliquia democristiana sopravvissuta allo sterminio di Milano, è stata degna di uno zar. Ecce Homo! Gli occhioni di Maria-saura sprizzavano adrenalina rossa; a fine serata era diventata per tutti Angiolillova, la pasionaria di Trinità dei Monti.[…] Attovagliati al tavolo Stelle Marine, Fassy e Berty hanno messo a sandwich la Sora Maria, felice come la nonnina del Cacao Talmone malgrado che i due maleducati passassero non-stop sotto il suo naso il telefonino in contatto con la sala delle pensioni di Prodi, per gli ultimi aggiornamenti. […] Quindi , tra un Vespa che prendeva nota per il suo prossimo libro, [Bertinotti] ha celebrato la nuova Angiolillova: ”E una donna che viene dal popolo che non ha mai dimenticato il popolo”. Cose da matti, da non ci posso credere, ma è successo di peggio quando il Subcomandate ha aggiunto: ”In questo salotto i contrari si trovano e si armonizzano”. (Incredibile: ma nessuno ha chiamato la Croce Verde).
Fonte: FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE ”ANGIOLILLO, MARIA” (Roberto D’Agostino, Dagospia 21/7/2007)