Elena Lisa, La Stampa 23/3/2010, pagina 88, 23 marzo 2010
DOMANDE E RISPOSTE: LA GIORNATA DELL’ACQUA
Cos’è la giornata mondiale dell’acqua?
Il «World Water Day» è una ricorrenza istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite che cade ogni 22 marzo. In questa giornata gli Stati membri dell’Onu sono invitati a promuovere convegni, attività e dibattiti politici per aumentare la consapevolezza della necessità di mantenere in buono stato gli ecosistemi, preservare le riserve d’acqua e diminuire gli sprechi. Il tema di questa edizione è la «qualità dell’oro blu».
Perché l’acqua
è paragonata all’oro?
Perché proprio come il metallo giallo le riserve idriche sono molto preziose e in esaurimento.
Dov’è contenuta?
La superficie terrestre ne è coperta per il 71 per cento. Il 97,5 è costituita da acqua salata. Quella dolce è contenuta nei ghiacciai e nelle nevi perenni (68,9 per cento), nel sottosuolo (29,9 per cento) e nei fiumi e nei laghi (0,3 per cento).
In quali termini
va salvaguardata?
Principalmente in termini di vite umane e poi economici. Secondo le Nazioni Unite un bambino sotto i cinque anni muore ogni 20 secondi per malattie collegate alla qualità dell’acqua. Più di 8 miliardi di persone muoiono ogni anno per siccità e inquinamento. Oltre la metà dei letti d’ospedale nel mondo sono occupati da ammalati con patologie dovute ad acque sporche e contaminate. Investire nella fornitura sicura e nella costruzione di fognature e servizi igienici, per di più, porterebbe guadagni. Le stime dicono che per ogni dollaro investito in pulizia e sviluppo, il beneficio oscillerebbe tra i 3 e i 34 dollari.
Qual è la fotografia
della situazione globale?
Le persone che non hanno accesso a fonti protette da contaminazioni sono 884 milioni. Non hanno servizi igienici sanitari 2,6 miliardi. Hanno acqua potabile 5,9 miliardi e 3,8 possono contare su una rete idrica che arriva dentro casa.
In quali parti del mondo
le condizioni
sono più critiche?
Nei Paesi dell’Africa sub-sahariana, in Oceania e in molte regioni asiatiche. Il 5 per cento dei Paesi arabi è al limite delle risorse e in Europa il 16 per cento della popolazione è senza acqua potabile. Un’emergenza in crescita: nel 2030, secondo i dati dell’Onu, saranno oltre 3 miliardi le persone che patiranno per la mancanza di fonti d’acqua.
In cosa consiste l’inquinamento?
In milioni di tonnellate di liquami e di scarichi di ogni genere che si traducono in oltre due miliardi di tonnellate di acqua inquinata che, a loro volta, contaminano le fonti e soffocano l’ecosistema marino. Si tratta di rifiuti che arrivano dalle acque reflue e dall’inquinamento industriale, da pesticidi, dalla plastica e da scarti d’origine animale.
Chi sono i responsabili?
La contaminazione dell’«oro blu», negli ultimi venti anni, ha avuto un picco senza precedenti: unico responsabile è l’uomo che potrebbe porre rimedio all’inquinamento adoperandosi per la costruzione di fognature nei paesi in via di sviluppo e con azioni di tutela e risparmio idrico in quelli sviluppati.
Cosa s’intende per sprechi?
Lo sperpero diretto di acqua e quello indiretto legato al cibo. Per produrre mangiare, infatti, occorrono massicce quantità di acqua: dalla produzione al marketing dell’alimento messo in vendita. Per un chilo di riso si calcola siano necessari complessivamente 3.400 litri di acqua, per un chilo di manzo si arriva a 16 mila. Per ciò che riguarda lo spreco diretto i consigli sono diversi e vanno dal chiudere i rubinetti al controllo periodico delle tubature, dal ridurre la quantità d’acqua contenuta nello scarico al preferire, per il lavaggio in lavatrice, i cicli economici.
L’impoverimento
delle riserve idriche coinvolge l’Italia?
Il nostro Paese è tra i pochi al mondo che gode di maggiore disponibilità di acqua, ma è anche il primo, per consumo, in Europa. addirittura il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. Il nodo da risolvere, oltre a quello degli sprechi, riguarda la rete idrica nazionale, vecchia e usurata, che perde circa il 30 per cento dell’acqua trasportata. La siccità non risparmia il Meridione mentre chi abita al nord dispone di acqua pari al doppio delle reali necessità.
Qual è la dose giornaliera
necessaria per vivere
in condizioni accettabili?
La stima è dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: occorrono non meno di cinquanta litri al giorno per ogni essere umano. E la disparità tra aree del mondo è macroscopica: negli Stati Uniti ogni abitante dispone di 425 litri, in Italia oltre 343, in Tunisia scarsi quaranta, nel Madagascar meno di dieci. L’88 per cento dell’acqua del pianeta è consumata dall’11 per cento privilegiato della popolazione mondiale.