Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 23 Martedì calendario

YU-NA QUEEN LA REGINA STANCA ACCENDE I MONDIALI

Sotto il podio c’era la noia e Yu-Na Kim non lo aveva previsto. L’oro di Vancouver è rientrata in Corea e ha smesso di allenarsi: «Per un po’ non voglio vedere il ghiaccio» e la nausea se la deve far passare in fretta perché oggi iniziano i Mondiali e la sua gara è venerdì.
Non poteva scegliere di saltare questo appuntamento, ci ha provato con blande dichiarazioni di stanchezza, ma per la Corea lei non è nemmeno più solo un idolo, è un affare di stato. Smuove l’economia, viene citata nei discorsi ufficiali è persino il simbolo di «una nazione dinamica» come recitano i cartelloni sparsi per le strade e come ha detto il ministro delle finanze Hur Kyung-wook in un recente meeting con gli investitori americani. Kim è la faccia del paese che ospiterà il G-20 in novembre e che usa la sua stella per trovare sponsor: «Lei ci ha insegnato che non siamo più outsider ma protagonisti».
 un totem e va portato a spasso per il mondo come dimostrazione di forza: la sua specialità è stritolare la concorrenza. Un’atleta fuori dal comune per il governo non per il suo allenatore, il canadese Brian Orser, nel disperato tentativo di riportarla sulla terra, prima del viaggio per Torino, le ha detto: «Non sei speciale». Una brutalità per ridare calma a Yu-Na: «I Giochi l’hanno prosciugata proprio come succede a tutti i campioni. Quando la tensione è scivolata via, lei si è ritrovata stremata e annoiata. Non ha più stimoli ed è normale. L’ho lasciata tranquilla. Era troppo preparata per aver perso la forma in pochi giorni e in questi Mondiali non può far altro che vincere». Non può fare altro che esserci, non può fare altro che vincere, a 19 anni la vita è un obbligo per questa ragazza che secondo gli esperti è «la migliore pattinatrice di sempre».
Potrebbe competere con gli uomini, se si aggiusta il punteggio di Vancouver, record del mondo, con i coefficienti della gara maschile si scopre che anche lì sarebbe andata a medaglia, bronzo. Non ha rivali anche se ha trainato a Torino tutte quelle che la vogliono battere. Solo la canadese Joannie Rochette, terza ai Giochi, ha rinunciato ai Mondiali, le altre ci sono: giapponesi in massa, americane in rampa di lancio, finniche in cerca di conferme e Carolina Kostner che prepara il riscatto nel palazzetto di Torre Pellice.
Kim deve difendere il titolo ed è dai tempi di Michelle Kwan (2000 e 2001) che nessuna riesce a ripetersi e a vincere questa competizione due volte di fila ed è da Kristi Yamaguchi (1992) che non esce la doppietta di ori Mondiali-Olimpiadi incassati nella stessa stagione. Di solito chi sbanca ai Giochi cede. Come Lysacek che ha preferito lustrare l’immagine a «Ballando con le stelle» piuttosto che la faticata di un’altra gara o come la coppia cinese Shen Xue e Zhao Hongbao che ha scelto il ritiro in gloria dopo Vancouver. Plushenko ha annunciato ieri una nuova operazione al ginocchio destro per motivare il forfeit: «Credo che abbia fatto crac mente mi allenavo, ho cercato di forzare per aggiungere subito un altro salto quadruplo e ho esagerato». Insomma i mostri lasciano mentre Yu-Na Queen, ormai per tutti la regina Yu-Na, si è accreditata ieri alle 12,42 e si è chiusa in albergo alla ricerca della concentrazione perduta.
Stasera assaggerà la pista, non quella ufficiale del Palavela, ma quella destinata agli allenamenti, un primo approccio dopo la pausa per sfinimento. Orser è tranquillo: «Negli ultimi giorni abbiamo giusto abbozzato il programma, si tratta solo di riprovarlo per intero e appena Kim ritroverà i salti si sentirà tranquilla e pronta. A motivarla ci penserà il pubblico». Il consolato coreano ha chiesto all’organizzazione 200 biglietti, si faranno sentire: scende in pista l’icona della patria.