Varie, 23 marzo 2010
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Leto Jared
• Bossier City (Stati Uniti) 26 dicembre 1971. Attore. Cantautore. Chitarrista • «Attore e musicista. In genere la doppia carriera è figlia di strategie di marketing che mirano alla costruzione del divo a 360 gradi (vedi i casi di Beyoncé e Gwen Stefani) oppure sono ripieghi per chi ha visto uno dei binari professionali spegnersi (vedi Juliette Lewis) o, ancora, un semplice hobby (vedi Russell Crowe e Keanu Reeves). Pochi i casi di chi ci prova veramente. Sul versante patinato c’è una come Jennifer Lopez, su quello cult c’è Jared Leto. Occhi di ghiaccio [...] è il leader dei 30 Seconds to Mars, rockband sorpresa del 2007, e attore di film come Fight Club e Requiem for a Dream. Un punto di contatto fra i due mestieri è Chapter 27 [...] in cui interpreta Mark Chapman, l’uomo che uccise John Lennon. [...]» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 24/12/2007) • «[...] Fratello tossico di Nicolas Cage in Lord of war, assassino di John Lennon in Chapter 27, uomo immortale in Mr Nobody, Jared Leto avrebbe potuto stare in cima ai nomi della locandina di Flags of our fathers, ma non è andata così. ”Ho detto no a Clint Eastwood assumendomene tutti i rischi. Rifiutare l’offerta di un mio eroe mi ha dilaniato, ma ero in tour e fare il cantante rock ruba molte energie [...] Il successo l’ho strappato con le unghie [...] Io sono un self-made man, uno dei pochi che ci sono in giro. Mia madre, dopo il divorzio in Louisiana, ha costretto me e mio fratello, ancora adolescenti, a vagare per l’America: dal Colorado al Wyoming, ad Haiti. Ho l’orgoglio di dire: io vengo dal nulla. Sono sceso nell’arena dello show business a mani nude e ho vinto” [...] Più che un rocker-attore, ha l’aria del politico navigato. ”Non escludo un impegno diretto. Ho il senso dell’integrità e il desiderio di mettermi al servizio degli altri” [...] Recitare sul set è un fatto solitario. Il lavoro più noioso del mondo: stai seduto per ore su una roulotte in attesa che ti chiamino. Poi giri 20 volte una scena di 15 secondi e torni nella roulotte come un soprammobile. Per avere un feedback reale bisogna poi attendere l’uscita del film nelle sale. Sul palco è una questione di secondi: se suoni da schifo o sei stonato, ti arriva un pomodoro in faccia ed è tutto chiaro. Se invece suoni alla grande, eviti i vegetali, ma non gli sputi. In ogni città del pianeta c’è uno sputacchiatore folle che regolarmente ti rovina lo show. Ormai lo individuo già a metà della prima canzone: sta lì fermo mentre tutti gli altri ballano. Ti fissa con uno sguardo da killer, prende la mira come un cecchino e, purtroppo, non sbaglia mai un colpo”» (Gianni Poglio, ”Panorama” 7/1/2010).