MASSIMO GIANNINI, la Repubblica Affari & Finanza 22/3/201, 23 marzo 2010
COLANINNO E LA DOTTRINA DI MAO
Nel volo radente di Alitalia, e nella cordata di «patrioti» che pilotano la compagnia di bandiera, ci dev’essere qualcosa che non va. Durante il peggior biennio dell’economia mondiale dal dopoguerra, anche il trasporto aereo non poteva non subire un pesantissimo contraccolpo. Dunque non ci si può certo scandalizzare se anche la nostra aviolinea ha chiuso male i conti 2009. Era prevedibile, ed era previsto. Il fatto è che il passivo fa paura. Perdita netta 326 milioni, perdita operativa 274 milioni, indebitamento 799 milioni. Brutta botta. Anche se la cassa resta per ora sufficiente, intorno ai 330 milioni di euro, non si può adottare la nota massima maoista: «grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente».
E invece Roberto Colaninno sembra dire proprio questo. Il presidente di Alitalia, come recita la France Press rasentando la comicità involontaria, «si è felicitato per i risultati raggiunti in una fase in cui il trasporto aereo ha attraversato una crisi di portata storica». Facciamo i migliori auguri a Colaninno. Ma rallegrarsi per un rosso di 326 milioni ci sembra un po’ troppo. Soprattutto perché nel 2010 ci sarà ancora poco da sorridere. Difficile l’incremento dei passeggeri, probabile l’aumento del costo del carburante. Se in questo primo semestre non c’è un’inversione di rotta, i capitani coraggiosi della cordata Cai saranno con le spalle al muro: o si rassegnano ad aprire ancora una volta il portafoglio varando un bell’aumento di capitale, o si decidono a mollare vendendo tutto ad Air France.
La prima ipotesi sembra complicata: nonostante le prebende fornite dal governo per altra via (dall’aumento delle tariffe autostradali agli incentivi per i ciclomotori) tra i soci italiani non c’è grande voglia di scucire altri soldi. La seconda ipotesi sembra scontata: è ovvio che il socio francese, in prospettiva, resterà solo nella cabina di comando. L’unico problema è che, facendo tra qualche mese quello che si doveva fare nel 2008, l’operazione Alitalia sarà costata agli italiani la bellezza di 4,5 miliardi in più del dovuto. Felicitazioni a tutti.