Omar Favaro, Panorama 13 25/3/2010 (lettera scritta di suo pugno nell’articolo è allegata la foto), 25 marzo 2010
«HO UCCISO PER COLPA DI ERIKA»
Ancora oggi posso confermare che è stato un grosso errore quello di essermi isolato dal mondo solo per stare con Erika; inoltre io e lei insieme facevamo uso di droghe. Inoltre non ero più me stesso e non ragionavo più liberamente con la mia testa perché mi ero allontanato dalle mie amicizie, dalle mie abitudini e passioni, solo per accontentare Erika.
Tengo a precisare che non ho mai rinnegato la mia famiglia, nemmeno nel periodo che sono stato insieme a Erika, mi sono un pochino allontanato da loro, nel senso che i problemi che avevo me li tenevo per me, purtroppo parlavo e mi confrontavo solo con Erika.
Fin dall’inizio mi sono sempre assunto le mie responsabilità, da subito ho confessato cosa avevamo fatto e ho sempre ammesso di avere avuto una parte attiva nel reato commesso.
Non ho mai avuto rapporti con la famiglia di Erika, li conoscevo di vista, sapevo chi erano, ma purtroppo non ho mai avuto l’occasione di conoscerli, o meglio mi avrebbe fatto piacere conoscerli, però Erika non ha mai voluto.
L’idea di uccidere la madre e il fratello di Erika è nata ed è maturata solo ed esclusivamente da parte sua, io non avevo nessun tipo di motivo e nessun odio nei loro confronti.
Porterò sempre con me quello che ho fatto, non dimenticherò mai, ma riesco a convivere col passato e con quello che ho fatto proprio perché ho elaborato a fondo come ero e i miei errori, ho sofferto e mi sono confrontato con me stesso guardandomi dentro, inoltre certi dolori e certe sofferenze sono riuscito a superarle non solo con il lavoro che ho fatto su di me, anche con l’aiuto e l’amore della mia famiglia, che non mi ha mai abbandonato e mi è sempre stata vicino in tutti questi anni.
Non ho paura di uccidere ancora, so benissimo che non porrei mai più fare del male a nessuno e nemmeno mi farò mai più condizionare da qualcuno nella mia vita. Sono convinto che nessuno potrà mai comprendere quello che io ho passato in questi anni e quello che mi porro dentro.
Giudicare è troppo facile, sforzarsi di capire e perdonare è troppo difficile. Con queste parole non mi sto giustificando, non ci sono giustificazioni; so però quello che la maggior parte della gente pensa e credo che bisogna trovarsi in certe situazioni per capire.
La mia detenzione è iniziata nel carcere minorile di Torino, nel 2004 sono passato nella Casa circondariale di Asti, che è un carcere per maggiorenni, e ci sono rimasto fino a marzo 2010.
In questi anni di detenzione ho cercato sempre di comportarmi bene, nel modo più corretto, e in questo percorso ho trovato persone che mi hanno aiutato e capito, a volte anche solo con una pacca sulla spalla e una semplice parola di conforto.
Il mio vero cambiamento è avvenuto presso il carcere di Asti, anche perché ho conosciuto una realtà di vita più dura. Il carcere in se stesso non aiuta il recupero e il reinserimento di una persona, non si recupera una persona tenendola chiusa in una cella, è solo una punizione, in questo modo si rischia di incattivire e peggiorare la persona che ha commesso il reato o comunque che nella sua vita ha sbagliato.
Il vero recupero può solo venire se il soggetto vuole cambiare e capire i propri sbagli pentendosi, naturalmente bisogna trovare intorno delle persone che capiscono la tua voglia di cambiare e di essere aiutato. Favaro Omar
Io non provo vergogna nel farmi vedere in giro, ma non accetto di essere ripreso e fotografato dai giornalisti in mezzo alla strada solo per dare degli scoop televisivi e far vendere più giornali, danneggiando solo la mia persona e il mio futuro da ricostruire.
Faccio presente che solo questa che state leggendo è una mia dichiarazione vera, tutte le altre, scritte in questi lunghi anni in diverse testate di giornali o televisive, sono falsità e invenzioni pure.
La cosa ancora più grave è che la foro che è stara messa poco tempo fa su un noto giornale non è la mia, non sono io.
Inoltre tengo a precisare che ho deciso di non rispondere a tutte le domande che mi sono state chieste, perché per ora ritengo che sia prematuro rispondere su alcuni argomenti, tutti gli argomenti li sto affrontando e spiegando in un mio libro che è in preparazione.