Varie, 19 marzo 2010
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Warsi Sayeeda
• Dewsbury (Gran Bretagna) 28 marzo 1971. Politico. Conservatore. Già ministro ombra per la Coesione sociale, dal maggio 2010 presidente dei Tory, incarico che prevede anche un ruolo nel gabinetto del premier David Cameron (prima musulmana a occupare un posto nel Gabinetto del governo ) • «[...] Cameron [...] nell’estate 2007, poco dopo aver nominato la Warsi ministro-ombra e poco prima di garantirle l’ingresso alla Camera dei Lord; l’aveva definita ”una persona estremamente talentuosa […] che in quanto musulmana ha delle idee personali piuttosto forti ma accetta la responsabilità collettiva del governo ombra e del partito”. Dal suo canto la Warsi è grata a Cameron per averla posta in condizione di diventare la donna-chiave nella politica sull’immigrazione di un eventuale governo conservatore e al contempo è consapevole che la sua forte propensione al pensiero indipendente possa risultare un’arma a doppio taglio. Cameron l’ha resa primo membro musulmano di un governo, per quanto d’opposizione, e più giovane baronessa non ereditaria (nonché la più sexy, come dichiara la stessa Warsi vantandosi di essere l’unica a non indossare la dentiera); lei sembra studiare per diventare una rappresentante istituzionale nella quale possa specchiarsi l’intera società britannica. Nel 2007 ha strappato il plauso di Gordon Brown volando in Sudan insieme al Lord laburista Nazir Ahmed per ottenere la liberazione di un’insegnante inglese che aveva dotato la sua classe di una mascotte di pezza incautamente battezzata Maometto. Rumors benevoli hanno lasciato intendere che Lord Ahmed avesse finanziato nel 2005 l’infruttuosa campagna elettorale della Warsi contro il candidato laburista Shahid Malik; rumors malevoli sostengono che anonimi notabili conservatori non abbiano visto di buon occhio la candidatura di una musulmana praticante in un collegio dello Yorkshire. Dewsbury, borgo di 54.000 abitanti, è la casa di Sayeeda Warsi ma anche di Mohammed Siddique Khan, una delle menti dell’attentato a Londra del 7 luglio 2007. La Warsi non ha mai fatto mistero di conoscere la famiglia di Khan e di essere sicura che nemmeno sua moglie fosse a conoscenza del progetto terroristico. Per questo, poco dopo l’attentato, ha proposto di istituire un numero telefonico al quale le famiglie musulmane possano denunciare i comportamenti sospetti dei propri parenti: la sua tattica è combattere l’estremismo con piccoli passi concreti e non con grandi discorsi teorici. La sua definizione di estremismo è molto vasta. Ci rientrano a pari titolo Islam4UK e il British National Party [...] un contestatore ha dichiarato che la Warsi, nonostante i suoi proclami, con ogni evidenza non è una musulmana praticante. Effettivamente nel 2008 la baronessa aveva rilasciato un’intervista al Times in cui si rifiutava di rispondere a tutte le domande e in particolar modo a quella sul proprio credo: ”Ritengo che la fede”, aveva ringhiato, ”sia un argomento privato e che il livello di osservanza vari da persona a persona”. Poco più di un anno dopo la stessa baronessa aveva dedicato un terzo del proprio intervento nel congresso conservatore di Birmingham a una lunga dichiarazione pubblica di fede musulmana. C’era una ragione. Parlando ai Tory la Warsi intendeva dimostrare che ”il secolarismo forzato non costituisce un progresso”, rimproverando ai laburisti ”una crescente intolleranza nei confronti di chi crede in Dio” e rivendicando invece che ”la religione riunisce i vicinati, implementa il volontariato, favorisce l’azione sociale”. L’incidenza della religione nella vita sociale è il cardine del suo programma. [...] La carriera politica di Sayeeda Warsi non è esente da contraddizioni né da repentine marce indietro. Viene contestata dai suoi correligionari perché ha supportato l’intervento militare in Afghanistan ma ha messo in crisi i Tory dichiarando illegale la guerra in Iraq. Nel 2005 aveva impostato la propria campagna elettorale contestando l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole elementari e l’abbassamento del consenso per i rapporti omosessuali da 18 a 16 anni, accusando i laburisti di voler propagandare l’omosessualità fra gli studenti e distruggere l’istituzione della famiglia [...] suo padre arrivò dal Pakistan con in tasca due sterline e mezza ma riuscì a creare un piccolo impero nello smercio dei materassi. Eccede un po’ quando ama ricordare che un’altra celebre esponente dei Tory, Margaret Thatcher, era figlia di un fruttivendolo» (Antonio Gurrado, ”Il Foglio” 19/3/2010).