Iuri Maria Pado, Libero 18/3/2010, 18 marzo 2010
PROSPERINI HA SBAGLIATO MA NON CERCA ALIBI PER L’ITALIA UN CASO PI UNICO CHE RARO
Pier Gianni Prosperini, coinvolto in un giro di tangenti, aste e appalti truccati, l’avevano arrestato poco prima di Natale in diretta radiotelevisiva: era al telefono con il conduttore di non so più quale trasmissione proprio mentre lo acchiappavano. Quello gli diceva «guarda che qui vedo le agenzie che dicono che ti hanno arrestato», ma lui lì per lì continuava a negare: «No no, non mi risulta, io sono qui bello paciarotto» (che quassù al Nord significa pressappoco in buona e rotonda salute, adoperato a indicare uno stato di paciosa tranquillità). Poi, quando evidentemente non c’era più nulla da fare, eccolo che chiude il collegamento: «Adesso però devo andare... ». Ed è andato (al gabbio). Ora ne è uscito, dopo aver patteggiato su una non lieve pena per le gravi imputazioni che altrimenti – si immagina - gli avrebbero assicurato un sostanzioso prolungamento del soggiorno penitenziario. C’è da dire che, uscendo, non l’ha messa giù troppo dura. Anzi, sul trattamento in prigione quasi quasi s’è compiaciuto: «Anche il cibo qui era buono, come in mensa (...) stato duro stare qui perchè sei privato della libertà, ma l’umanità delle persone che ci lavorano è assoluta ». E sul suo futuro ha detto: «Credo che l’esperienza politica sia terminata». Che in un paese normale uno direbbe ci mancherebbe altro (stai a vedere che ti beccano con le mani nel sacco e torni pure a chiedere voti), ma qui da noi mica tanto visto che i peggio ladri e corrotti ce li troviamo bellamente dappertutto pur dopo processi e condanne. Si obietterà che Prosperini reagisce così perché davanti all’evidenza delle sue responsabilità c’era poco da dire. E sarà pure, ma resta ugualmente raro uno che non grida al complotto e si fa la galera (che così spesso reclamava per gli altri) senza strillare come un’oca spennata giusto perché stavolta è toccata a lui, che è un’altra specialità di tanti gentiluomini ”legge e ordine” fin tanto che si tratta di extracomunitari e disgraziati ma poi diventano ”vittime della giustizia” (la stessa) quando la porcata l’han fatta loro. Inutile aggiungere che sarebbero desiderabili politici diversi da Prosperini: politici che non chiedano voti per cacciare i negri, e possibilmente che non rubino. Ma non si può avere tutto. Uno in meno c’è: accontentiamoci.
Iuri Maria Pado
GIRO DI TANGENTI
L’ex assessore patteggia ed esce di galera «L’esperienza politica per me è terminata» «Credo che l’esperienza politica per me sia terminata, faremo altro. Francamente con la politica non sei in mano tua e allora può succedere di tutto». Sono queste le prime parole di Piergianni Prosperini dopo tre mesi di galera. L’ex assessore della giunta Formigoni è uscito ieri mattina dal carcere di Voghera dopo aver patteggiato una pena a tre anni e cinque mesi di reclusione per corruzione in relazione a un giro di tangenti legate alla promozione televisiva del turismolombardo. «stato dura», ha detto Prosperini,«madevodire che è un’esperienza che forma. Anche se sarebbe bastataunasettimanella ». A Prosperini sono stati concessi gli arresti domiciliari.
LA VICENDA
ARRESTO Pier Gianni Prosperini, coinvolto in un giro di tangenti, aste e appalti truccati è stato arrestato poco prima di Natale del 2009 in diretta radiotelevisiva.
COLLOQUIO Al giornalista che gli diceva «guarda che qui vedo le agenzie che dicono che ti hanno arrestato», lui replicava: «No no, non mi risulta, io sono qui bello paciarotto ».
DICHIARAZIONI Uscito da galera dopo aver patteggiato ha commentato: «Anche il cibo in carcere era buono, come in mensa (...), ma l’umanità delle persone che ci lavorano è assoluta. Credo che l’esperienza politica sia terminata