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 2010  marzo 18 Giovedì calendario

RODARI, I DISEGNI RITROVATI IL MAESTRO DELLE FAVOLE TRA CHAGALL E MUNARI

un Rodari inedito e sconosciuto quello che affiora dagli archivi di famiglia, il Rodari illustratore che un po´ gioca con Chagall, un po´ con le geometrie munariane, comunque affida il suo sorriso malinconico a un codice inconsueto. Un Rodari privato, molto intimo - come spiega il suo esegeta Pino Boero - che mai avrebbe potuto affidare a una mostra in pubblico queste sue invenzioni grafiche, soprattutto il suo autoritratto di solitario Pierrot, così distante dall´immagine più consueta del filastrocchiere giocoso. E al privato appartengono anche le figure di animali, specialmente i gatti, perché al salvataggio di un gattino era legata la morte del padre.
Non è un caso che i disegni ritrovati nei cassetti dalla moglie Maria Teresa e dalla figlia Paola, composti tra la metà dei Sessanta e il principio dei Settanta, appartengano tutti a una stagione di fermenti creativi, un´età di sperimentazioni in cui anche il consacrato scrittore per bambini - lo ricorda Mario Di Rienzo, curatore dell´archivio - si sentiva libero di esercitare il suo estro attraverso il linguaggio grafico. Un segno limpido e leggero, come tutti quelli che parlano ai bambini. Un segno che invita a volare e "perfezionare", a «sfidare la realtà con l´utopia», dice Boero. A non lasciarsi spaventare dalla parola fine.
Questo è l´anno del triplice anniversario di Rodari - trent´anni dalla morte, novanta dalla nascita e quaranta dal premio Andersen - e forse la sovrapposizione di date sarebbe stata per lui felice ispirazione per una filastrocca. Il suo nome, oltre a rappresentare il più celebre scrittore per l´infanzia della seconda metà del Novecento, evoca le istanze di un´Italia democratica e di una pedagogia dell´agilità mentale distanti dallo zeitgeist contemporaneo. Però la sua opera continua a intercettare la grammatica fantastica dei bambini di tutto il mondo. Tradotti in quarantasei lingue - dall´inglese al russo, dal portoghese al cinese, dal mongolo al cabardino - i suoi libri hanno venduto circa dieci milioni di copie all´estero e oltre sei milioni in Italia. Ora un instancabile rodarificio è all´opera per celebrarne la tripla ricorrenza, prevede festeggiamenti speciali alla fiera del libro per ragazzi, la ristampa nelle edizioni EL di tutta la sua opera - da Favole al telefono a C´era due volte il barone Lamberto - un numero monografico della rivista Andersen e la riproposizione aggiornata di Una storia, tante storie (Einaudi ragazzi), un classico della "rodarologia" a cura di Pino Boero.
La sua bacchetta magica, scrisse una volta Italo Calvino, consiste nel principio che «per far nascere una storia ci vogliono almeno due parole, purché il loro accostamento sia abbastanza insolito e imprevisto». La sua potenza ludica era tale che i bambini russi lo credevano altissimo. La fantasia è una forza che può toccare il cielo: quella di Rodari - certificò Maria Corti - lo toccò certamente. Anche se disegnava scale troppo corte per salire sino al sole.