GIANLUCA PAOLUCCI, La Stampa 18/3/2010, pagina 26, 18 marzo 2010
UNICREDIT VENDE GENERALI
Unicredit vende il 2,8% di Generali a quaranta giorni dall’assemblea del Leone e a comprare sono le mani «amiche» della Fondazione Crt con i veneti di Ferak. L’annuncio arriva nel giorno dei conti del 2009 per la banca guidata da Alessandro Profumo. E la combinazione della cessione, di un utile netto maggiore delle attese e del ritorno al dividendo cash fanno piovere gli acquisti sul titolo dell’istituto di piazza Cordusio, che chiude la seduta a Piazza Affari con un rialzo del 6,2% a 2,165 euro.
I conti
La lunga giornata di Unicredit inizia nel primo mattino, quando vengono diffusi i dati di bilancio. L’ultimo anno si è chiuso con l’utile a 1,7 miliardi, in calo di oltre il 50% e schiacchiato da pesanti svalutazioni sui crediti, ma comunque meglio di quanto atteso dagli analisti. Torna anche il dividendo cash, di 3 centesimi di euro per azione. Nel solo quarto trimestre, l’utile netto di gruppo è stato di 371 milioni (in calo dai 394 milioni del terzo trimestre 2009), contro le attese degli analisti di un rosso di 4 milioni. Più tardi, da Londra, Profumo smentirà, forte di una Borsa già euforica, ogni ipotesi di sue dimissioni. Mentre nel cda della vigilia avrebbe aperto all’ipotesi di un «country manager per l’Italia avanzata dai soci.
L’operazione
Unicredit ha annunciato anche la cessione del pacchetto delle Generali a 18 euro per azione. Operazione richiesta dall’Antitrust, che aveva indicato nella fine di giugno il termine entro il quale dismettere il pacchetto e congelato i diritti di voto. Qualche ora dopo emergeranno anche i compratori: la parte più consistente finirà alla Fondazione Crt e alla Ferak, finanziaria veneta partecipata, tra gli altri, dagli Amenduni (38,8%), da Palladio Finanziaria e Finint (24% ciascuno), da Veneto Banca Holding (9,92%). Per Unicredit la cessione a 18 euro comporta una minusvalenza di 67 milioni di euro, ma Profumo si è detto comunque soddisfatto del prezzo del collocamento.
Effeti
Per l’acquisto è stato utilizzato un veicolo partecipato da Crt (con il 49,9%) e da Ferak (50,1%). Presidente di Effeti sarà il presidente dell’Ente torinese, Andrea Comba, mentre nel cda siederanno il segretario generale della Crt, Angelo Miglietta; e Roberto Meneguzzo e Angelo Ceccato in rappresentanza di Ferak. Nel collegio sindacale siederà invece il vicepresidente di Crt, Giuseppe Quaglia. Lo statuto del veicolo, costituito lunedì scorso davanti al notaio Gamba, prevede un vincolo di intrasferibilità delle azioni per 3 anni, salvo lo 0,1% che assicura la maggioranza a Ferak (azioni di categoria «B»). Il capitale sociale del veicolo, fissato in 10 milioni di euro, potrà sempre entro quattro anni e per espressa disposizione dello statuto essere aumentato fino a 300 milioni di euro mediante l’emissione di nuove azioni e per semplice delibera del cda. L’acquisto del pacchetto Generali viene effettuato tramite un’operazione che in queste ore è ancora in corso di strutturazione da parte di alcune importanti banche internazionali. Il contributo in equity sarà limitato ad una parte di circa il 40-50%, mentre la parte restante sarà effettuato con il ricorso al debito e il deposito delle azioni Generali a garanzia del prestito. Il regolamento è previsto nelle prossime settimane.
I soci
Operazione nata sotto gli auspici di Fabrizio Palenzona, vice presidente di Unicredit e uomo forte della Crt. Per finanziare la sua parte di contributo cash, l’ente torinese ha fatto ricorso alla dismissione di una fetta della quota Societe Generale, della quale deteneva l’1%. Operazione annunciata nelle settimane scorse e portata a compimento a ridosso dell’annuncio. Una diversificazione ulteriore, dopo quella di minore entità e portata effettuata con l’acquisto del convertibile Carige (70 milioni, pari all’1,4% circa) e con il parallelo avvio dell’operazione Carito, sempre con l’istituto genovese. Per Ferak, che detiene già l’1,7% delle Generali in carico a prezzi elevati, l’acquisto è anche l’occasione per «mediare» rispetto agli attuali corsi di Borsa del titolo. Tra la quota diretta e indiretta, lungo l’asse Torino-Veneto c’è un pacchetto del 4% di Generali che avrà il suo peso in vista dell’assemblea.