ALBERTO MATTIOLI, La Stampa 18/3/2010, pagina 22, 18 marzo 2010
IL DELITTO IMPERFETTO DELLA SOPRANO TEDESCA
I cantanti lirici sono notoriamente capaci di tutto. E di regola la femmina della specie, come ammoniva Kipling, è più micidiale del maschio. Però davvero il «soprano» (almeno secondo lei) Waltraud Gruseck si è superato. Secondo la Polizia del Baden-Württemberg, questa bionda signora 55enne ha fatto sparire il marito, Hermann Hill, ricco itticoltore e poi, avendo commesso l’errore di eliminarlo prima di farsi intestare tutto il pingue patrimonio, ha assoldato un sosia per farlo «ricomparire», fargli firmare un po’ di carte bollate e mettere le mani su cinque milioni e mezzo di euro fra contanti, azioni, case e assicurazioni sulla vita. Finché naturalmente qualcuno si è accorto che tutto questo traffico di mariti che scompaiono e poi ricompaiono era sospetto e Frau Hill è finita in galera.
La storia, puro Hitchcock, compresi i risvolti ironici, anzi francamente esilaranti (tranne, a occhio e croce, per il signor Hill), è stata raccontata dal Telegraph. Si svolge a Kappel-Grafenhausen, ridente paesotto di 4.859 abitanti dalle parti di Friburgo, angolo sud-occidentale della Germania, proprio sul Reno. Il luogo è così ricco di canali e stagni che un pesce compare perfino sullo stemma del Comune e i menu dei ristoranti locali sono tutto uno «Zander» e una «Forelle», un luccioperca e una trota. Quelli allevati con successo da Herr Hill, 71 anni.
Costui, che viveva separato dalla moglie, sparisce nell’ottobre scorso. Parte l’inchiesta, ma in dicembre Hill, l’uomo che visse due volte, torna in circolazione e, insieme alla moglie, si fa ricevere da avvocati e notai. La truffa viene scoperta quando un altro tizio va dalla Polizia a raccontare che la signora Gruseck gli ha chiesto di impersonare lo sposo. Partono le indagini e gli inquirenti tedeschi, ovviamente scrupolosissimi, interrogano qualcosa come settemila persone, trovandone altre otto cui la vedova allegra aveva chiesto di recitare la parte. «Mi ha fatto vedere la foto del marito - ha raccontato uno - e mi ha spiegato che avrei avuto il mio tornaconto se avessi accettato di impersonarlo».
I Derrick locali hanno allora teso la trappola. Hanno chiesto alla signora Waltraud di presentarsi alla stazione di polizia assieme al «marito». Il giorno dell’appuntamento, è arrivata la telefonata dalla donna: «Sono terribilmente spiacente, ma è dovuto partire per un viaggio di lavoro». E poi ha fornito una versione dei fatti che non avrebbe bevuto nemmeno l’ispettore Clouseau dall’altra parte del Reno: che il marito scomparso era riapparso e poi sparito di nuovo. Crollata sotto le sue contraddizioni, la Gruseck-Hill è stata arrestata con l’accusa di omicidio e frode. Per la verità, il povero Hermann non è ancora stato ritrovato, né vivo né morto. Ma il portavoce della Polizia non ha dubbi: «Procediamo sulla presunzione che sia morto e che lei ne sia responsabile».
Su Internet compare ancora il sito della presunta assassina (www.waltraud-gruseck.de), che vi pubblicizza i suoi studi prima come ballerina e poi come soprano. Per la verità, in nessun database di cantanti professionisti appare né un soprano Gruseck né un soprano Hill. Ascoltandola, si capisce anche perché. La Gruseck ha inciso un cd, in vendita a 10 euro, dove, accompagnata al pianoforte, canta arie d’opera (Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Der Freischütz di Weber e addirittura «O mio babbino caro» del Gianni Schicchi di Puccini), operette (Strauss, Lehár) e l’Ave Maria di Bach/Gounod. Disgraziatamente, questo brano si può anche ascoltare sul web. E l’esperienza è da fare: a parte che non è di tutti i giorni sentire la signora omicidi che canta ispirata l’Ave Maria, il punto è come la canta: un incrocio fra un punteruolo, un catenaccio e, quanto a intonazione, una campana.
Allora, una prece per le autorità tedesche, notoriamente sensibili alla musica: se Herr Hill dovesse ricomparire di nuovo, questa volta in persona e non per interposto truffatore, lasciate lo stesso in galera sua moglie. Per una che canta così, l’ergastolo è anche troppo poco.