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 2010  marzo 18 Giovedì calendario

«LE SNIFFATE CHE UCCIDONO L’ISTINTO MATERNO»

«La cocaina può uccidere persino l’istinto materno». Furio Ravera, considerato uno dei più qualificati esperti di tossicodipendenza in Italia, non vuole commentare il raptus di follia dovuto all’uso della droga che, per gli investigatori, può avere portato Katerina Mathas ad ammazzare il figlio Alessandro, il bimbo di otto mesi morto martedì a Genova per un trauma cranico. Tra i fondatori del reparto dei disturbi di personalità e dipendenze della casa di cura Le Betulle di Appiano Gentile, lo psichiatra punta, però, il dito sugli effetti devastanti che la cocaina provoca nella vita familiare e nei rapporti tra genitori e figli: «Il suo uso non solo rende impulsivi e temerari, ma libera anche gli istinti primitivi che normalmente vengono respinti nell’inconscio – spiega Ravera ”. Il consumo di cocaina favorisce lo scoppio di sentimenti ostili e sfoghi di rabbia, soprattutto in famiglia».
La cocaina può essere considerata come una chiave che libera a livello cerebrale la dopamina, uno dei più importanti neurotrasmettitori collegato ai centri delle emozioni. «Le sniffate trasformano un uomo in un aggressore e in un irresponsabile – insiste lo psichiatra ”. Il livello di eccitazione raggiunge livelli insostenibili e spinge a comportamenti assurdi». Le aggressioni avvengono, spesso, proprio tra le mura di casa. Lì dove, come già scriveva nel 1763 Cesare Beccaria nel trattato Dei delitti e delle pene’ «sta gran parte della felicità o della miseria degli uomini». La citazione è di Ravera che aggiunge: «Il consumo di cocaina è una di queste miserie – dice ”. Il rischio di violenza cresce proprio nell’intimità perché, senza una gabbia formale che costringe in qualche modo a tenere le distanze, l’aggressività ha meno freni. Così il/la partner o i figli possono diventare l’oggetto sul quale sfogare la propria frustrazione».
Cadono le inibizioni, la percezione della realtà viene alterata. «Sotto gli effetti della cocaina si possono fare cose inspiegabili, anche senza essere tossicodipendenti – ammette Riccardo Gatti, direttore scientifico dell’Osservatorio regionale per la Lombardia contro le Dipendenze (Ored) ”. Chi ne fa uso può passare dall’euforia alla paranoia». Anche Gatti non vuole far riferimento diretto all’ultimo caso di cronaca che arriva da Genova: «Il problema è più generale. Ormai utilizzata come doping della vita quotidiana, la polvere bianca scatena gli impulsi peggiori anche in chi ne fa un uso saltuario».
Secondo le ultime statistiche dell’Ored, la corsa della cocaina in Italia non conosce sosta, con 700 mila nuovi consumatori previsti per il 2010 (più 4% rispetto al 2009). «L’idea che sia una sostanza stupefacente per vip con disponibilità economiche elevate crea l’illusione che appartenga a un altro mondo – sottolinea Ravera ”. La tragica novità è che la cocaina ha invaso il mondo delle persone normali, quelle che fanno lavori normali e vivono in case normali. proprio qui che spesso viene consumata e dove scatena i suoi effetti più devastanti, quando ci si trova a che fare con un marito, una moglie, un figlio. Le violenze domestiche dilagano, la vita privata va in frantumi. E perché tutto ciò accada, purtroppo, non ci vuole molto».
Una maledizione. Ora Katerina Mathas a 26 anni piange disperata la morte del figlio. E gli investigatori sono al lavoro.
Simona Ravizza