Eugenio Bruno, Il Sole-24 Ore 17/3/2010;, 17 marzo 2010
IL GOVERNO CANCELLA 71MILA LEGGI
Oltre 71mila leggi e 118mila atti regolamentari hanno i mesi contati. Il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo dovrebbe approvare due provvedimenti che ne sanciscono la cancellazione a partire dal 16 dicembre 2010. Completando così l’opera di disboscamento avviata un anno e mezzo fa dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e che dovrebbe portare le norme viventi a non più di 10-11mila.
Su entrambi gli articolati è giunto ieri l’ok del preconsiglio. Si tratta di un decreto legislativo e di un regolamento: il primo agisce sulle disposizioni di rango primario, il secondo su quelle di tipo secondario. Identico invece l’impianto in due soli articoli, uno contenente la "ghigliottina" e l’altro riguardante l’entrata in vigore.
I precedenti
Presi insieme, i due provvedimenti rappresentano il terzo intervento messo in cantiere da Calderoli per sfoltire la giungla da 450mila arbusti (185mila aventi forza di legge) che componeva il sistema normativo italiano alla fine del 2008. Con il primo "taglia-leggi", contenuto nella manovra estiva di due anni fa, erano già state eliminate circa 7.000 leggi, di cui 3.370 in modo esplicito. Qualche mese dopo è arrivato il bis con il Dl 200 del 2008 che ha sancito l’addio a 28.909 atti primari costituzionali.
In realtà,in mezzo c’è stato anche il cosiddetto "salva-leggi" del dicembre scorso. Con una precisazione però: in quel caso il governo non ha indicato gli atti da cancellare, bensì quelli da salvare tra tutti i provvedimenti varatianteriormenteal1?gennaio 1970 oppure tagliati per sbaglio nelle doppia ripulitura precedente. L’elenco delle disposizioni da salvare comprendeva 3mila voci. Per tutte le altre l’abrogazione veniva considerata esplicita.
Il nuovo "taglia-leggi"
Con il decreto legislativo e il Dpr che dopodomani saranno sul tavolo di Palazzo Chigi l’esecutivo riparte proprio da qui. Dei 71.603 atti aventi forza di legge destinati a cessare il 16 dicembre prossimo, infatti, 1.837 erano state già abrogate implicitamente con il "salva-leggi". E adesso lo saranno anche esplicitamente. A tal fine, il Dlgs utilizza una delle chance concesse dalla legge delega 246 del 2005, voluta dall’allora ministro della Funzione pubblica Mario Baccini e implementata dal governo in carica nel giugno scorso.
Per sapere quali disposizioni smetteranno di esistere bisognerà attendere la pubblicazione della tabella di 9mila pagine che sta intasando la casella di posta elettronica degli uffici interessati. Sin d’ora si sa che le norme saranno comprese in un arco temporale che va dal 21 aprile 1861 al 22 dicembre 1969. E che, accanto alle leggi, ci saranno diversi tipi di decreti: regi, del presidente della Repubblica, legislativi del capo provvisorio dello stato o legislativi luogotenenziali.
Addio norme secondarie
In abbinata il Consiglio dei ministri si troverà a esaminare uno schema di Dpr volto a cancellare 118.845 «atti regolamentari non numerati». Vale a dire provvedimenti privi di forza di legge. Questa categoria si presenta più ampia rispetto alla precedente non solo dal punto di vista numerico. Ma anche temporale visto che prende in considerazione tutte le disposizioni emanate fino al giugno 1986. Fino a quando cioè la numerazione non è stata imposta anche per gli atti non legislativi ma che servono comunque ad attuare una legge. Il plotone più consistente è rappresentato dai decreti ministeriali (97mila), seguiti da Dpr (7.900), regi decreti (4.300) e Dpcm (2.500).
In generale, secondo i tecnici della Semplificazione, questo terzo (o quarto se s’include il "salva-leggi") sfoltimento dovrebbe completare la missione del ministro Calderoli. In modo da portare l’ammontare delle disposizioni in vigore intorno alle 10-11mila annunciate come target dallo stesso esponente del Carroccio quattro mesi fa. Dopodiché dovrebbe esserci spazio solo per eventuali correzioni in corsa e per la fase due del progetto: raggruppare quel che resta in codici e testi unici.