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 2010  marzo 17 Mercoledì calendario

LA SECONDA REPUBBLICA SI FATTA MALE DA SOLA

Da tempo cercavamo un opinionista che confessasse pubblicamente di essere un sostenitore dell’attuale confusione politica. E finalmente lo abbiamo trovato. Angelo Panebianco, liberale autorevole, lo stesso che nel settembre del 2007 sul ”magazine” del Corriere della Sera lanciò l’urlo di guerra per cambiare l’intera classe dirigente, quella di governo e quella di opposizione. Appena un anno e mezzo prima, però, era tenacemente a favore del centro sinistra seguendo le indicazioni del direttore dell’epoca del Corriere Paolo Mieli che firmò un editoriale in tal senso. Oggi torna a rivalutare l’attuale sistema politico anche se in via indiretta. In un suo editoriale, infatti, Panebianco ricorda i difetti della prima Repubblica per esorcizzare qualunque tentativo di rivalutazione. L’endemica instabilità governativa, il decadimento delle infrastrutture (ospedali, ferrovie, scuole), la Pubblica Amministrazione inefficiente e infine il debito pubblico, sono secondo Panebianco le negative eredità della prima Repubblica. Vediamoli questi difetti.
I numeri L’instabilità governativa. Dal 1983 al 1992 vi furono 4 governi (Craxi, Goria, De Mita, Andreotti), dal 1994 al 2003 vi furono ben 6 governi (Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi ancora) a testimonianza del contrario di quel che dice Panebianco. Il decadimento delle infrastrutture. Sino al 1994 la spesa pubblica in conto capitale dello Stato era del 3,2% del Pil. Dal 1995 è scesa al 2,1% e cioè 15 miliardi di euro inmenodi investimenti pubblici ogni anno e i disastri si vedono tutti. La Pubblica Amministrazione. In questi ultimi 16 anni vi sono state ben 3 riforme del settore (Bassanini, Nicolais, Brunetta) e abbiamo visto bloccare quella mobilità che nel triennio 1988-91 trasferì diecimila pubblici dipendenti da un’amministrazione all’altra. Le novità di questi tre ultimi lustri sono stati a) lo ”spoil sistem” per cui ogni ministro cambia i vertici delle amministrazioni b) l’assenza di ogni controllo sugli enti locali come l’abolizione dei famosi comitati regionali di controllo. Tutti ora speriamo in Brunetta. Infine il debito pubblico. C’è bisogno che qualcuno informi l’amico Panebianco su alcune cose: 1) negli anni ottanta c’erano l’inflazione a due cifre e il brigatismo rosso (l’ultimo ucciso fu il povero Ruffilli nel 1988), due mostri che furono sconfitti dalla politica del tempo 2) ad oggi il debito pubblico è aumentato (alla fine del ”91 era al 98% del Pil oggi al 115%) nonostante i 150 miliardi di euro incassati per la vendita di aziende pubbliche. Dal 1995 l’Italia, inoltre, è l’ultima in Europa per tasso di crescita con tutto quel che ne consegue in termini di occupazione e di competitività.
Il maggioritario Un’ultima riflessione sul ”68 citato da Panebianco. Quel movimento portò, come sempre accade nei processi di rottura, cose buone e cose pessime. Tra queste, il terrorismo rosso, figlio di un intreccio pauroso tra quel movimento e l’ideologia comunista. Quell’intreccio fu sconfitto politicamente dai democristiani e dai socialisti, mentre i liberali prevalentemente insegnavano. La verità è che si sbaglia se ci si divide tra prima, seconda o terza Repubblica anche perché i personaggi sono più o meno gli stessi con l’aggiunta di Berlusconi. Cosa non di poco conto, ma se il destino di un Paese è messo nelle mani di un uomo solo siamo davvero messi male. Noi, invece, vorremmo sottolineare i due ”guasti” di sistema avvenuti negli ultimi 20 anni alimentati da quella cultura ”programmista” tanto cara a Panebianco negatrice di ogni più piccola identità. L’introduzione del veleno maggioritario nelle vene di un Paese che non ha né avrà mai due soli opzioni politiche come i paesi anglosassoni e il leaderismo come concetto del nuovo modo di governare che brucia tutti i gruppi dirigenti privilegiando il rapporto tra il leader e il popolo. Tutto ciò ha prodotto governi che sono permanentemente minoranza nel Paese ed ha alimentato lo scontro tra le persone e non tra le politiche. Non c’è chi non veda lo stato del Paese con i tanti interessi tutti l’uno contro l’altro e tutti autoreferenziali a cominciare dalle Procure (l’ultima vicenda di Trani ha risvolti ridicoli e pericolosi) e da spezzoni deviati dei servizi segreti che rischiano di darci un Paese trasversalmente ricattato. Se maggioranza e opposizione vanno entrambe in piazza per difendere la libertà, delle due l’una, o ciò che noi diciamo è vero o sono tutti modesti pressapochisti che hanno bisogno di un nemico da combattere piuttosto che una politica da sconfiggere.