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 2010  marzo 17 Mercoledì calendario

DOMANDE E RISPOSTE: IL FENOMENO DELLE SETTE

Un sedicente «guru» è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale sui suoi adepti, donne e bambini. Cos’è una setta?
 una organizzazione piramidale che stringe in una relazione di potere il leader e i membri del gruppo.
Com’è strutturata?
Al vertice il leader, alla base i seguaci. A livello intermedio si colloca una «casta di eletti».
Qual è il ruolo della «casta»?
Sostenere l’organizzazione, arruolare seguaci, ma è il fondatore del gruppo, in cima alla piramide, a emanare direttive e prendere decisioni.
Cosa determina i rapporti strettissimi tra leader, «casta» e adepti?
Un programma di persuasione, un plagio, una sorta di lavaggio del cervello.
Quali sono le caratteristiche dei leader?
Sono «autoproclamanti», autoritari, risolutivi e carismatici. Affermano spesso di avere l’incarico di svolgere missioni speciali.
Qual è la differenza tra i «guru» e i capi politici e religiosi anche loro al vertice di strutture piramidali?
I «guru» delle sette inducono a perseguire il culto della persona, accentrano su loro stessi la venerazione dei seguaci. Questi ultimi pongono in primo piano l’oggetto del credo, principi astratti e istanze comuni.
Quali sono le caratteristiche che rendono una setta «pericolosa»?
I sintomi più evidenti che determinano il pericolo sono il totalitarismo e il controllo dei comportamenti, delle relazioni sociali e del patrimonio dei membri del gruppo.
Il primo passo prima di arrivare al patrimonio?
 la supervisione dei rapporti personali. Molte sette inducono i seguaci non soltanto a cambiare lo stile di vita, ma anche a rompere con amici e parenti. attraverso l’isolamento che, più facilmente, si stabilisce un «controllo» totale sui membri del gruppo.
Quante sono le sette in Italia?
I dati non ufficiali, raccolti dalle associazioni anti-setta, parlano di oltre mille gruppi e più di un milione di seguaci, tra cui molte donne e bambini. Le statistiche ufficiali, decisamente datate, risalgono al 1998 e sono del Dipartimento di Sicurezza del ministero dell’Interno. Nel rapporto, i numeri erano molto più bassi: 152 organizzazioni censite e circa 92 mila adepti.
Quanti tipi di organizzazioni del genere esistono?
Le sette non sono tutte uguali. In linea generale si dividono in tre specie. La prima racchiude quelle di matrice religiosa, la seconda di radice magica e spiritualista, l’ultima, è definita delle «psicosette».
Che cosa sono le «psicosette»?
Sono gruppi «motivazionali», descritti come i più pericolosi perché i più allettanti. Assicurano, infatti, di riuscire a risolvere le difficoltà che ognuno incontra nella vita stimolando il potenziale personale e arricchendo la spiritualità. Dal 1998 a oggi il loro numero è quadruplicato.
I seguaci sono persone psicologicamente deboli?
Chi studia il fenomeno e chi lo persegue sono unanimi nel sostenere che nessuno, a priori, può dirsi fuori dal rischio di entrare in una organizzazione. L’appeal dei gruppi settari, capace di conquistare moltissimi, è quello di fornire soluzioni immediate. Una situazione di stress eccessivo e di debolezza rende vulnerabili anche le persone che, in normali condizioni di vita, sarebbero lontanissime dall’idea di farne parte.
Quali sono le condizioni che più di altre facilitano l’ingresso in una setta?
Psicologi e psichiatri sostengono che la causa principale sia la mancanza di relazioni importanti. Mancanza che non necessariamente esiste nella realtà. Ci si può sentire soli anche in presenza di legami stretti, ma che non si vivono come tali. Tra le altre ragioni, malattie, separazioni e lutti.
Perché non è facile uscirne?
Gli adepti che sono riusciti a lasciare una setta hanno raccontato alle forze dell’ordine e ai magistrati il modo di vivere all’interno dell’organizzazione: hanno descritto pressioni psicologiche, induzioni al senso di colpa, delegittimazione, minacce e, in taluni casi, anche sevizie ordinate dal «guru».
Che cosa significa esattamente «guru»?
Il termine ha radici sanscrite: «gu» significa oscurità e «ru» svanire. Cioè: colui che disperde l’oscurità.