Varie, 18 marzo 2010
ZITO Bruno
ZITO Bruno Roma 16 luglio 1968. Manager. Ex responsabile della clientela business Fastweb, licenziato nel febbraio 2010 assieme al collega Giuseppe Crudele (Monza 19 luglio 1967) dopo la scoperta della maxi truffa e del riciclaggio da 2 miliardi di euro, si trasformò nel grande accusatore dei vertici della compagnia di telefonia • «[...] interrogato a San Vittore dal gip Aldo Morgigni, parla del sistema di pressioni e dei rapporti con il consulente finanziario Carlo Focarelli, braccio destro di Gennaro Mokbel ritenuto la mente dell’organizzazione che aveva riciclato milioni di euro grazie al business delle schede prepagate mai attivate da Fastweb, la complicità di clan calabresi e la copertura politica del senatore Nicola Di Girolamo, eletto all’estero nelle file del Popolo della Libertà. ”Non potevo dare ordini a Scaglia. Ogni mese venivo controllato dalla società per quello che facevo. Non ho mai compreso che stessi compiendo attività illecite in Fastewb. Se non avessi raggiunto gli obiettivi che la società fissava, rischiavo il posto di lavoro o comunque il trasferimento in un´altra posizione [...] Nessuno mi ha messo in guardia su che tipo fosse Focarelli. Fino al 2002 non lo conoscevo. L’ho conosciuto perché il mio amministratore delegato mi aveva detto che dovevamo fare questa operazione commerciale con lui, come poi abbiamo fatto. Non avevo realizzato che si potesse trattare di un’operazione fraudolenta. Il business delle Phuncard non l’ho proposto io a Focarelli”. Per questo ”incarico” l’ex manager dichiara al giudice di aver avuto ”un ricavo” di appena 4mila euro. ”Io mi sono informato dei codici di queste carte, li ho provati, per me esistevano”. Zito ammette anche di aver ricevuto soldi da Focarelli con il quale aveva creato una società. ”Ci aveva versato 2, 3 milioni di euro che abbiamo restituito a Focarelli su un conto a Hong Kong. Non sapevo che fossero soldi riciclati”. [...]» (Marina Bisso, ”la Repubblica” 18/3/2010).