17 marzo 2010
Alessandro, 8 mesi. Figlio di Katharina Mathas, 26 anni, e di un amante occasionale di lei che non l’aveva riconosciuto
Alessandro, 8 mesi. Figlio di Katharina Mathas, 26 anni, e di un amante occasionale di lei che non l’aveva riconosciuto. La madre, bel viso, occhi verde-azzurro, residente a San Fruttuoso, studentessa di Ingegneria senza un lavoro fisso, brava ragazza a detta dei vicini di casa («la vedevamo tutta sorridente mentre portava a spasso il pupo col passeggino»), s’arrangiava facendo la hostess alle Convention o distribuendo carte nelle sale da gioco. Poi lo scorso dicembre, a una cena in casa dell’attore Paolo Calissano, aveva conosciuto Gian Antonio Rasero, 30 anni, agente marittimo della Queen Yacht a Sampierdarena, padre di due figli, «sbruffone», amante della bella vita, appena buttato fuori di casa dalla moglie broker. Lunedì sera Mathas e Rasero cenarono a Portofino, poi, dopo essersi procurati un bel po’ di coca, andarono a riprendere Alessandro a casa di un amico, lo sistemarono sull’unico divano dell’elegante monolocale di lui, e subito dopo presero a sniffare e a fare sesso. Il giorno dopo si presentarono all’ospedale con bimbo in braccio, già cadavere, sostenendo che era caduto. I medici, avendo capito che le lesioni al cranio del pupo erano incompatibili con una caduta, e vedendo che aveva pure segni di percosse e bruciature di sigaretta all’orecchio e all’inguine, chiamarono la polizia. Mathas e Rasero, entrambi arrestati per omicidio volontario, s’accusano ora a vicenda. Lui racconta che si sono addormentati e che quando s’è svegliato «lei stava sbattendo il bimbo sul pavimento. Le ho detto cosa fai? E lei mi ha detto di stare tranquillo ed è tornata a dormire». Lei, che in carcere non smette di singhiozzare («Chi ha portato via il mio cucciolo? Non ci posso credere che non ci sia più, non posso credere che lui abbia fatto questo...») dice che era uscita a comprare le sigarette e che, quando è tornata, il bambino pareva dormire, sul divano. E che poi al mattino l’ha avvertita lui: «Guarda che non si muove». Tra le 2 e le 2 e 40 di lunedì 15 marzo in un monolocale nel lussuoso residence Vittoria a Nervi in provincia di Genova.