Enzo DཿAntonio, Novella 2000, n. 11, 18/03/2010, pp. 28-29, 18 marzo 2010
Michi Gioia è indagata per insider trading e aggiotaggio. Lei sostiene di essere vittima di una truffa finanziaria
Michi Gioia è indagata per insider trading e aggiotaggio. Lei sostiene di essere vittima di una truffa finanziaria. […] Sulla sua terrazza, in una sera di primavera del 2006 ospita, tra gli invitati, anche Karim Capuano, ex tronista di Uomini e Donne e concorrente della prima edizione della Talpa. In quella occasione, Karim le presenta uno strano personaggio, l’italo-canadese Robert Papalia. Papalia si fa passare per un ”businessman” […]. Conversando con la padrona di casa, le suggerisce di investire in titoli azionari della Infinex. La società, spiega, sta per acquisire una miniera d’oro in Cile, e subirà un rialzo in Borsa. L’affare è sicuro […]. Così Michi acquista centosettantasettemila titoli e consiglia a sei conoscenti di fare lo stesso. In fondo, la società risulta quotata sulle borse di Berlino e Brema, oltre che al listino non regolamentato di New York […]. I circa centomila euro investiti da Michi non fruttano nulla. Partono allora le telefonate a Robert Papalia […]. Per la Guardia di Finanza […] le miniere sono impianti abbandonati da anni, e i titoli azionari vendono drogati dai due fratelli. Il loro finanziatore sarebbe il boss italo-canadese Vito Rizzuto, triplice omicida, che ordina per i funerali del figlio Nick, ucciso a pistolettate nel dicembre 2009, una bara d’oro, che sfila davanti a un affollato seguito nella Little Italy di Montreal. L’obiettivo di Vito sarebbe quello di riciclare proventi derivati da traffico di droga per un valore di circa dodici milioni di euro. A Rizzuto sarebbe a sua volta legato, tramite i Papalia, il catanese Mariano Turrisi, ex vicepresidente di Valori e Futuro, il movimento politico fondato dal principe Emanuele Filiberto […]. Turrisi, che in un’intercettazione del 2002 si produce in un cinematografico ”baciamo le mani” a don Vito, avrebbe cercato di riciclare per conto del boss 600 milioni di dollari, attraverso una società, la Made in Italy Group, con sede a Roma. Tutte cose di cui Michi e i suoi amici con ogni probabilità non erano a conoscenza nella primavera del 2006. Certo, quando Robert Papalia viene arrestato per concorso in associazione mafiosa, il 22 ottobre 2007 […].