il Giornale 13/3/2010, pagina 46, 13 marzo 2010
LETTERA JACARANDA CARACCIOLO FALCK
In merito all’articolo da pubblicato sull’edizione di venerdì 12 marzo, a pag26, daltitolo «La Caracciolo fa le pulci ai conti e l’ingegnere non le vende l’attico» mi sento in dovere di precisare alcune ovvietà. Il potere di nomina del Presidente del collegio sindacale del Gruppo Editoriale l’Espresso compete, ai sensi del vigente statuto, agli azionisti di minoranza . quindi ovvio che, nell’assemblea del 2009 che ha rinnovato le cariche sociali, chi rappresentava l’Eredità di mio padre Carlo Caracciolo di Melito abbia esercitato questo semplice diritto. L’avvocato Giovanni Barbara, nominato Presidente del Collegio Sindacale della società, è nn oto e stimato professionista che ricopre cariche analoghe in numerosi collegi sindacali tra cui Alitalia, Piaggio e Credit Suisse. E, in questo anno, mi risulta che lo stesso abbia svolto la sua attività di controllo, sempre d’intesa con gli altri componenti del collegio sindacale nell’interesse della società, di tutti gli azionisti, grandi e piccoli, e dei terzi. Riguardo infinea lle citate diatribe con l’ingegner Carlo De Benedetti, ho imparato da mio padre ad anteporre l’interesse del Gruppo (del cui andamento positivo devo ringraziare il management) da lui fondato alle quisquilie personali. D’altra parte l’affetto e l’amicizia che l’ingegner Carlo De Benedetti mi ha dimostrato, dal giorno della morte di mio padre, e che io ricambio, credo siano evidenti a chiunque ci conosca e non abbiano bisogno di ulteriori chiarimenti da parte mia. Le sarò pertanto grata se vorrà pubblicare la presente con urgenza ed il dovuto risalto.